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Le antiche miniere di Limina
Le miniere antillesi un tempo vennero considerate ricadenti nel Comune di Limina, perchè
situate nella zona sud-ovest rispetto al torrente Mitto-Pinazzo-Spirone, ritenuto confine
naturale fra il Comune di Limina ed Antillo. Con la delimitazione definitiva dei territori fra i
predetti Comuni, avvenuta nel 1860 ed approvata dal Consiglio Provinciale nel 1878, rimasero,
però, incluse nel territorio di Antillo.
Si vuole che dette miniere fossero attive sin dal basso medioevo (1200 circa); quello che è
sicuro, comunque, è che esse lo furono nella seconda metà dell'ottocento e fino al 1908,
quando a causa del terremoto del 28 dicembre, la ditta concessionaria interruppe i lavori per
non riprenderli più.
La compagnia che vi lavorava proveniva dalla Sardegna e si servì di manodopera
specializzata da= lì portata. Risulta, difatti, che un tale Farris Emanuele, sposato a Cagliari con
Serra Vincenza, certamente capo cantiere, ebbe, il 27 settembre 1908, in una casa posta in
contrada Fonderia, la nascita del figlio Guglielmo, dichiarato all'Ufficio dello Stato Civile di
Antillo e morto ad Iglesias (Cagliari) il 9 Agosto 1995.
I minatori che, in quella contrada, prestavano la loro manodopera comune e specializzata
dovevano essere un nutrito numero, perchè un naturale di Antillo, a nome Carmelo Puglisi,
proprietario di terre in quella zona, aveva messo sù una rustica rivendita di generi alimentari,
rifornendosi da quelle di Antillo, anche se era rimasta a rifornire di pane i lavoratori ivi
residenti, tale Antonina Impellizzeri.
Il notaio Mastroeni, uomo eccezionale, fu un intraprendente agricoltore che si pose sempre il
problema dell'occupazione operaia locale e perciò non poteva non pensare alle miniere
antillesi come ad una fonte di lavoro e di ricchezza per il paese. Nel secondo dopoguerra
pertanto, chiede ed ottiene, dal competente Distretto Minerario, un permesso di ricerca per
alcune contrade minerarie del territorio di Antillo.
Occorrevano, però, notevoli somme per le necessarie ricerche e saggi.
Il prof. Carmelo Crisafulli accettò, dal suddetto, l'incarico di trovare una società americana
disponibile ad approfondire le ricerche minerarie nell'intento di ottenere la necessaria
concessione per lo struttamento dei minerali.
Una compagnia americana chiese, a tal fine, dei campioni da analizzare. Essi furono forniti e
risultarono di alta percentuale, in modo particolare il rame, la cui presenza era di circa il 42%.
Richiese, perciò una relazione da parte di un geologo, dichiarandosi, nel caso, disponibile ad
intervenire in loco. Venne incaricato il dott. Bartolomeo Baldanza, geologo e professore
all'Università di Catania, il quale soggiornò ad Antillo, nel mese di Agosto 1957, per circa una
settimana, ispezionando le zone interessate e ridigendo la relazione richiesta. Egli riferì sulle
mineralizzazioni messe in luce entro un triangolo avente i vertici Antillo-Pizzo Monastria-Pizzo
Cute, lato sud-ovest di Antillo.
Vi si riscontrarono mineralizzazioni in diversi scavi, gallerie, cunicoli, abbandonati nel 1908, di
piombo-cuprifera, di galena, di calcopirite,ecc.
In contrada Fonderia si notò un interessante complesso di scavi attraverso gallerie, cunicoli e
camere di abbattimento (...).
Nella parte bassa della stessa contrada esistono interessanti rovine di fabbrica con la
presenza di un piccolo forno per l'arrostimento dei solfuri e la preparazione delle metalline,
oltre ad un certo numero di locali adibiti a servizi vari, imprecisati. Trovavasi lì una grossa pala
in ghisa, di circa 80 chilogrammi, ora nel museo agro-pastorale del comune di Antillo,
probabilmente posta in opera durante le operazioni di decortificazione. (...)
A giudizio del prof. Baldanza, l'interesse presentato dalla mineralizzazione è piuttosto scarso:
esso potrebbe assumere un significato solo a seguito di dispendiose ricerche dirette ad
ubicare un corpo mineralizzato (possibile e discretamente probabile) di sufficiente volume. (...)
Relazione giustamente negativa quella prodotta dal prof. Baldanza, inviata a mezzo del
Crisafulli regolarmente alla compagnia mineraria americana con sede a New York.
Tutto quindi si concluse, e necessariamente, con un nulla di datto."
dal Libro "Antillo: Memorie e Immagini" di Carmelo Crisafulli
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