B L S


BASIC
LIFE
SUPPORT

SUPPORTO 
DELLE FUNZIONI
VITALI DI BASE

for updates, please see American Heart Association


Sequence of Action  

(Working Group of the International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR),  Circulation, 1997;95:2174-217)

 Sequenza degli interventi

(Working Group of the International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR), pubblicate su Circulation, 1997;95:2174-217)

1. Ensure safety of rescuer and victim.

1. Garantire la sicurezza del soccorritore e della vittima.  

2. Check the victim for a response:

    • Gently shake the victim's shoulders and ask loudly, "Are you all right?"  

2. Verificare se la vittima è in grado di rispondere:

    • Scuotere leggermente le spalle della vittima e chiedere ad alta voce: "Mi sente? Come sta?"  

 

3. a. If there is a response (the victim answers or moves):  

    • Do not move the victim (unless he or she is in further danger), check the victim's condition, and get help if needed.
    • Reassess the victim's condition regularly.  

3. a. Se c'è una risposta (la vittima risponde o si muove):

    • Non muovere la vittima (a meno che non si trovi in ulteriore pericolo), controllare le sue condizioni generali, e cercare aiuto se necessario.
    • Ricontrollare le condizioni della vittima a intervalli regolari.  

 

3. b. If the victim does not respond:

    • Shout for help, send someone for help, or if you are on your own, consider leaving the victim and going for help.  

    • Open the victim's airway by tilting the head and lifting the chin:

      • If possible, without moving the victim from his or her original position, place your hand on the victim's forehead and gently tilt the head back, keeping your thumb and index finger free to close the victim's nose if rescue breathing is required.


      • At the same time, with your fingertip(s) under the point of the victim's chin, lift the chin to open the airway.

      • If you have any difficulty, turn the victim onto his or her back and then open the airway as described.
        Avoid head tilt if trauma (injury) to the neck is suspected.

3. b. Se la vittima non risponde:

    • Gridare "Aiuto", mandare qualcuno a cercare aiuto, oppure, se si è da soli, valutare la possibilità di lasciare la vittima per andare a cercare aiuto.
    • Aprire le vie respiratorie della vittima inclinandole la testa all'indietro e sollevandole il mento:
      • Se possibile, senza spostare la vittima dalla posizione in cui si trovava, appoggiare una mano sulla fronte della vittima e inclinarle delicatamente la testa all'indietro, tenendo pollice e indice liberi per poterle chiudere il naso nel caso che si renda necessaria la respirazione artificiale.
      • Contemporaneamente, con uno o due dita dell'altra mano sotto il mento della vittima, sollevarle il mento per aprire le vie respiratorie.
      • In caso di difficoltà nel fare queste manovre senza spostare la vittima, girarla sulla schiena e aprirle le vie respiratorie come descritto.
        Tralasciare di inclinarle la testa all'indietro se si sospetta un trauma alla colonna cervicale.

 

4. Keeping the airway open, look, listen, and feel for breathing (more than an occasional gasp):
 

    • Look for chest movements.
    • Listen at the victim's mouth for breath sounds.

    • Feel for air on your cheek.

    • Look, listen, and feel for up to 10 seconds before deciding that breathing is absent.


5. a. If the victim is breathing (other than an occasional gasp):

    • Place the victim in the recovery position
    • Check for continued breathing.  

4. Mantenendo aperte le vie respiratorie, guardare, ascoltare, e sentire se la vittima respira (deve fare qualcosa di più di un occasionale sussulto):

    • Guardare se il torace si muove.
    • Ascoltare con l'orecchio sulla bocca della vittima per cogliere eventuali rumori respiratori.
    • Sentire sulla propria guancia se esce aria dalla bocca della vittima.
    • Guardare, Ascoltare, e Sentire ("G.A.S.") per 10 secondi prima di decidere che non c'è respirazione.  

5. a. Se la vittima respira (perché si possa dire che respiri, non basta un occasionale rantolo):

    • Mettere la vittima nella posizione di sicurezza.
    • Controllare che continui a respirare.  

 

5. b. If the victim is not breathing:

    • If you have not already done so, send someone for help, or if you are on your own, leave the victim and go for help; return and start rescue breathing as below.

       
    • Turn the victim onto his or her back if the victim is not already in this position.
    • Remove any visible obstruction from the victim's mouth, including dislodged dentures, but leave well-fitting dentures in place.
    • Give 2 effective rescue breaths, each of which makes the chest rise and fall.
      • Ensure head tilt and chin lift.
         
      • Pinch the soft part of the victim's nose closed with the index finger and thumb of your hand on the forehead.
         
      • Open the victim's mouth a little, but maintain chin lift.
         
      • Take a breath and place your lips around the victim's mouth, making sure that you have a good seal.
         
      • Blow steadily into the victim's mouth over about 1.5 to 2.0 seconds, watching for the chest to rise.
         
      • Maintaining head tilt and chin lift, remove your mouth from the victim's mouth, and watch for the victim's chest to fall as air comes out.

         
    • Take another breath and repeat the sequence as above to give 2 effective rescue breaths in all.
    • If you have difficulty achieving an effective breath:
      • Recheck the victim's mouth and remove any obstruction.
      • Recheck that there is adequate head tilt and chin lift.
         
      • Make up to 5 attempts in all to achieve 2 effective breaths.
      • Even if unsuccessful, move on to assessment of circulation.

           

5. b. Se la vittima non respira:

    • Se non è stato già fatto, mandare qualcuno a chiamare aiuto oppure, se si è da soli, lasciare la vittima e andare a cercare aiuto; quindi ritornare e iniziare la respirazione artificiale come descritto qui sotto.
    • Se non era già in questa posizione, girare la vittima sulla schiena.
    • Togliere dalla bocca della vittima qualsiasi ostruzione visibile, comprese dentiere che si siano spostate, ma lasciare al loro posto dentiere che si mostrano ben ferme.
    • Fare 2 buone insufflazioni, capaci ognuna di far sollevare bene il torace.
      • Assicurare l'inclinazione della testa e il sollevamento del mento.
      • Chiudere il naso della vittima stringendone la parte molle col pollice e l'indice della mano che si sta tenendo sulla sua fronte.
      • Aprire un po' la bocca della vittima, mantenendo però il suo mento sollevato.
      • Fare un'inspirazione e appoggiare le proprie labbra attorno alla bocca della vittima in modo tale da ottenere una perfetta tenuta d'aria.
      • Soffiare in modo continuo e deciso nella bocca della vittima per circa 1,5 - 2 secondi, guardando se il torace si solleva.
      • Mantenendo la testa della vittima inclinata all'indietro e il suo mento sollevato, allontanare la propria bocca dalla bocca della vittima e guardare se il torace della vittima torna ad abbassarsi mentre l'aria esce dalla sua bocca.
    • Fare un'altra inspirazione e ripetere la sequenza sopra descritta in modo da fare in tutto 2 respirazioni artrificiali.
    • Se non si riesce a produrre due respirazioni valide (torace che si solleva):
      • Ricontrollare la bocca della vittima e togliere qualsiasi ostruzione.
      • Ricontrollare che la testa della vittima sia adeguatamente inclinata e il suo mento effettivamente sollevato.
      • Fare in tutto 5 tentativi di ottenere le 2 respirazioni valide.
      • Se assolutamente non si riesce a ottenerele, a questo punto passare comunque ad accertare se vi è circolazione.

 

6. Assess the victim for signs of circulation:

6. Ricercare segni di circolazione attiva:

  • Impiegare non più di 10 secondi per questi accertamenti.

 

7. a. If you are confident that you can detect signs of circulation within 10 seconds:

    • Continue rescue breathing, if necessary, until the victim starts breathing on his or her own.
    • About every minute, recheck for signs of circulation; take no more than 10 seconds each time.
       
    • If the victim starts to breathe on his or her own but remains unconscious, place the victim in the recovery position. Check the victim's condition and be ready to turn the victim onto his or her back and restart rescue breathing if breathing stops.

7. a. Se si è sicuri di aver riscontrato segni di circolazione entro questi 10 secondi:

    • Continuare la respirazione artificiale, se necessario, fino a che la vittima inizia a respirare per proprio conto.
    • A intervalli di circa un minuto, ricontrollare se vi sono segni di circolazione sanguigna; dedicare a questo controllo non più di 10 secondi ogni volta.
    • Se la vittima comincia a respirare per conto suo ma rimane priva di coscienza, metterla nella posizione di sicurezza. Mantenere controllate le condizioni generali della vittima e star pronti a girare un'altra volta la vittima sulla schiena e ricominciare la respirazione artificiale se la respirazione spontanea si interrompe.  

 

7. b. If there are no signs of circulation or if you are at all unsure:

    • Start chest compression:
       
      • Locate the lower half of the sternum (breastbone), and place the heel of one hand there, with the other hand on top of the first.
      • Interlock the fingers of both hands and lift them to ensure that pressure is not applied over the victim's ribs. Do not apply any pressure over the upper abdomen or bottom tip of the sternum.
      • Position yourself vertically above the victim's chest, and with your arms straight, press down on the sternum to depress it between 4 and 5 cm (1.5 to 2.0 inches).
         
      • Release the pressure, then repeat at a rate of about 100 times a minute (a little less than 2 compressions per second). Compression and release should take an equal amount of time.

         
    • Combine rescue breathing and compression:
      • After 15 compressions, tilt the head, lift the chin, and give 2 effective breaths.
         
      • Return your hands immediately to the correct position on the sternum and give 15 further compressions, continuing compressions and breaths in a ratio of 15:2.

7. b. Se non ci sono segni di circolazione sanguigna o se non si è comunque sicuri:

    • Iniziare la compressione toracica (massaggio cardiaco):
      • Localizzare l'estremità inferiore dello sterno e appoggiarvi sopra la parte della propria mano fra palmo e polso, con sopra l'altra mano.
      • Intrecciare le dita delle due mani e sollevarle in modo che non possano far pressione sulle costole della vittima. Badare di non premere più sotto, sulla pancia, nè sulla punta dello sterno.
      • Disporsi in modo da essere con le braccia tese verticalmente sopra il torace della vittima, e fare pressione verso il basso, sullo sterno, in modo da spingerlo in dentro di 4 o 5 cm.
      • Lasciare andare, e poi ripetere la manovra di compressione e rilascio a un ritmo di circa 100 volòte al minuto (un po' meno di due compressioni al secondo). La fase di compressione e la fase di rilascio dovrebbero durare all'incirca lo stesso tempo.
    • Combinare la respirazione artificiale con la compressione toracica:
      • Dopo 15 compressioni, inclinare indietro la testa della vittima, sollevarle il mento, e fare due insufflazioni valide.
      • Riportare le proprie mani immediatamente alla posizione corretta sullo sterno ed effettuare altre 15 compressioni, continuando le compressioni toraciche e le insufflazioni con un rapporto di 15:2.  

 

8. Continue resuscitation until

    • The victim shows signs of life.
    • Qualified help arrives.
    • You become exhausted.

8. Continuare le compressione toraciche e le insufflazioni fino a che

    • La vittima mostra finalmente segni di vita.
    • Arriva un soccorso qualificato.
    • Non ce la fate più.

 


Circulatory Assessment

Recent studies have strongly suggested that the time needed to diagnose with confidence the presence or absence of a carotid pulse is far greater than the 5 to 10 seconds normally recommended, with times >30 seconds being needed to achieve a diagnostic accuracy of 95%. Even with prolonged palpation, 45% of carotid pulses may be pronounced absent when in fact present. It should also be borne in mind that most of the studies were undertaken using normotensive volunteers, a situation far different from finding a victim in the street who has collapsed and is in cyanosis and who is likely to have hypotension, vasoconstriction, or worse.

As a result of these studies, the BLS group considers that the carotid pulse check should be deemphasized and that other criteria should be used to determine the need for chest compression in an unresponsive, apneic adult patient. We decided to use the expression "Look for signs of circulation," which includes looking for movement as well as checking the carotid pulse. The rescuer should limit the time taken for this check to <=10 seconds. Therefore, the absence of any obvious signs of life, not necessarily the absence of the carotid pulse, should be sufficient indication to initiate chest compression.

 

Valutazione della circolazione del sangue

Recenti ricerche fanno ritenere molto probabile che il tempo necessario per diagnosticare con sicurezza la presenza o assenza del polso carotideo supera di molto i  5 - 10 secondi normalmente raccomandati, e che tempi superiori a 30 secondi sono necessari per raggiungere un'accuratezza diagnostica del 95%. Anche prolungando la palpazione, nel 45% dei casi non viene rilevato un polso carotideo che in realtà invece è presente. Oltre a tutto va ricordato che la maggior parte di queste ricerche è stata condotta su volontari con pressione del sangue normale, nei quali quindi è più facile rilevare il polso carotideo rispetto al caso in cui viene trovata una vittima per strada, che è collassata, è cianotica, e nella quale vi sono con ogni probabilità una pressione del sangue ridotta, una costrizione dei vasi, o peggio.

In considerazione di queste ricerche, il gruppo BLS ritiene che l'importanza della rilevazione del polso carotideo debba essere ridimensionata e che si debbano usare altri criteri per decidere della necessità del massaggio cardiaco in un paziente adulto che non risponde ed è in apnea. Per questo motivo si è ritenuto opportuno usare la frase "Ricercare segni di circolazione attiva", che comprende l'osservazione di eventuali movimenti oltre alla palpazione del polso carotideo. Il soccorritore dovrebbe mantenere entro un massimo di 10 secondi il tempo impiegato a questa ricerca. Pertanto, per decidere di iniziare il massaggio cardiaco è sufficiente verificare l'assenza di qualsiasi ovvio segno di vita.  

 

Volume and Rate of Ventilation

Rescue breathing (expired air ventilation; mouth-to-mouth ventilation) has been a well-accepted technique of airway management in BLS since the early 1960s. The volume of air required for each inflation is normally quoted as 800 to 1200 mL, with each breath taking 1.0 to 1.5 seconds. The BLS group questioned the validity of these figures.

Artificial ventilation without airway protection (such as tracheal intubation) carries a high risk of gastric inflation, regurgitation, and pulmonary aspiration. The risk of gastric inflation depends upon (1) the proximal airway pressure, which is determined by tidal volume and inflation rate; (2) the alignment of the head and neck and degree of patency of the airway; and (3) the opening pressure of the lower esophageal sphincter (approximately 20 cm H2O).

It has recently been shown that a tidal volume of 400 to 500 mL is sufficient to give adequate ventilation in adult BLS because CO2 production during cardiac arrest is very low. This recommendation overrules earlier guidelines and makes it necessary to recalibrate adult training manikins. It is, however, consistent with the accepted teaching that the tidal volume should be that which causes the chest to rise as in normal spontaneous breathing.

During combined rescue breathing and chest compression, the rate of ventilation is dependent both on the ventilation volume and the compression rate. An inflation time of 1.5 to 2.0 seconds diminishes the risk of exceeding the esophageal opening pressure 22 and results in an inflation/exhalation cycle of about 3 seconds. To obtain optimum perfusion of vital organs, a chest compression rate of about 100 per minute is recommended. It therefore takes 12 seconds to perform 15 cardiac compressions, allowing 6 seconds for the 2 rescue breaths; single-rescuer CPR should result in 8 breaths and 60 chest compressions per minute.

 

Volume and frequenza della ventilazione

La respirazione artificiale (ventilazione ad aria espirata; respirazione bocca-a-bocca) è una tecnica ampiamente accettata fin dai primi anni 1960. Il volume di aria necessaria per ogni insufflazione viene solitamente citato nell'ordine di 800 - 1200 mL, per una durata di 1 - 1,5 secondi. Il gruppo BLS ha messo in discussione la validità di queste cifre.

La ventilazione artificiale senza una protezione delle vie respiratorie (come ad esempio l'intubazione della trachea) comporta un alto rischio di gonfiare lo stomaco con l'aria insufflata, provocare rigurgito, e quindi permettere il padssaggio del rigurgito gastrico nei polmoni. La probabilità di gonfiare lo stomaco con l'aria dipende da (1) la pressione esistente nelle vie respiratorie prossimali, che a sua volta dipende dal volume di aria insufflata e dal ritmo delle insufflazioni; (2) l'allineamento corretto o meno della testa e del collo e il grado di  apertura delle vie respiratorie; e (3) il grado di rigidità e quindi la pressione necessaria a far aprire lo sfintere esofageo inferiore (che è di circa 20 cm di H2O).

E' stato recentemente dimostrato che un volume respiratorio di 400 - 500 mL è sufficiente a permettere un'adeguata ventilazione nella BLS di un adulto, poichè la produzione di CO2 durante l'arresto cardiaco è bassissima. Questa raccomandazione sostituisce le linee guida precedenti e rende necessario ri-calibrare i manichini usati nell'addestramento per la BLS degli adulti, ma non modifica la norma secundo cui il volume dell'aria inspirata dovrebbe essere tale da provocare un movimento (espansione) del torace come si verifica nella respirazione spontanea.

Quando si effettuano sia la respirazione artificiale che il massaggio cardiaco esterno, la frequenza delle ventilazioni dipende sia dal volume dell'aria insufflata, sia dal ritmo delle compressioni toraciche. Un tempo di insufflazione di 1,5 - 2.0 secondi diminuisce il rischio di superare la pressione di chiusura dell'esofago 22 e porta ad ottenere un ciclo di insufflazione/espirazione di circa 3 secondi. Per ottenere una perfusione ottimale degli organi vitali, si raccomanda di mantenere un ritmo di compressioni toraciche di circa 100 al minuto. Sono necessari pertanto 12 secondi per effettuare 15 compressioni cardiache, lasciando 6 secondi per l'effettuazione delle 2 respirazioni; quando effettuata da un solo rianimatore, la rianimazione cardio-polmonare dovrebbe consistere in 8 respirazioni e 60 ccmpressioni tortaciche al minute.  

 

Call First—Call Fast

The first link in the "chain of survival" is to gain access to EMS. Advice as to the optimum time during a resuscitation attempt at which to leave the victim to go for help will depend on several factors: whether the rescuer is alone, whether the victim has a primary respiratory or primary cardiac arrest, the distance to the nearest point of aid (for example, a telephone), and the facilities offered by the emergency services.

The importance of early defibrillation in the treatment of sudden cardiac death is now accepted, and major initiatives are moving forward in the world to deliver a defibrillator and the first shock at the earliest possible moment. The 1992 AHA guidelines emphasized that the rescuer should, if no other help is available, leave an adult victim immediately after establishing unresponsiveness in order to call an ambulance or EMS system ("phone first"). The ERC guidelines advise that a shout for assistance should be made as soon as the victim is found to be unconscious but that the lone rescuer should not leave to go for help until cardiac arrest is diagnosed by means of a pulse check ("phone fast"). Both the AHA and the ERC guidelines seek to ensure that a defibrillator reaches the victim at the earliest appropriate opportunity. Both agree that if the victim is a child, the rescuer should provide rescue support (ventilatory or circulatory or both) for about 1 minute before leaving the victim and calling the rescue team.

The rationale for phoning first (rather than fast) is based on several factors. Clearly, defibrillation is the key to survival from sudden cardiac death. However, it has been documented that rescuers finding unconscious victims frequently encounter psychological blocks that prevent them from starting CPR or even calling for help. Valuable minutes are lost because of this inactivity, resulting in less chance of survival for the victim. Other rescuers can become so consumed with providing CPR that they persist far too long before summoning the EMS system.

In children the etiology of cardiopulmonary arrest is different from that of the adult. Respiratory arrest is far more common than cardiac arrest, which, if it occurs, is usually secondary to respiratory arrest. The outcome of attempts at resuscitation from cardiac arrest in children is dismal at best, with a high chance of poor neurological status afterwards. Survival following cardiopulmonary arrest in children is dependent mainly upon the immediate provision of effective rescue breathing, hence the recommendation of 1-minute rescue support before leaving and phoning for help.

There has recently been interesting data to suggest that ventricular fibrillation is relatively rare in individuals up to the age of 30 years and that perhaps a similar strategy to that of the management of childhood cardiac arrest would be prudent up until this age.

The EMS system in the United States responds in a way that uses the AHA guidelines but also considers other causes of collapse with separate protocols to manage them. It is recognized that the result of the call first versus call fast debate will vary in different parts of the world because of the different ways in which EMS systems are composed and staffed, as well as their different approaches to first aid. For this reason the sequence of action includes two alternative points in time when the lone rescuer may consider leaving the victim to get help: after responsiveness is established or after the airway has been opened and breathing has been found to be absent.

 

Call First—Call Fast

Il primo anello nella "catena della sopravvivenza" è raggiungere il Servizio Medico di Emergenza. Il momento migliore in cui lasciare la vittima, durante un tentativo di rianimazione, per andare a cercare aiuto dipende da parecchi fattori: se il rianimatore è solo, se la vittima è in arresto respiratorio primario o arresto cardiaco primario, dalla distanza del più vicino punto di soccorso (ad esempio, un telefono), e dai mezzi di cui dispone il servizio medico di emergenza.

L'importanza della defibrillazione tempestiva nel trattamento dell'arresto cardiaco improvviso è oggi accettata, e vi sono importanti iniziative nel mondo finalizzate a fornire un defibrillatore e una prima scarica il più presto possibile. Le linee guida pubblicate dall'American Heart Association nel 1992 sottolineano che il soccorritore, se non vi è alcun altro aiuto disponibile, lasci la vittima, se è un adulto, subito dopo aver verificato che non risponde, allo scopo di chiamare un'ambulanza o allertare il sistema di emergenza medica ("phone first" = per prima cosa, telefona). Le linee guida dello European Resuscitation Council stabiliscono che si gridi per chiedere assistenza appena si rende conto che la vittima è incosciente, ma che il soccorritore che agisce da solo non lasci la vittima per cercare aiuto fin quando non ha diagnosticato l'arresto cardiaco mediante il controllo del polso ("phone fast" = telefona in fretta). Sia le linee guida dell'American Heart Association che quelle dello European Resuscitation Council hanno lo scopo di garantire che un defibrillatore raggiunga la vittima nel momento più appropriato e tempestivo possibile. Entrambe sono d'accordo che se la vittima è un bambino il soccorritore deve tentare la rianimazione (polmonare o circolatoria o entrambe) per circa 1 minuto prima di lasciare la vittima e andare a chiamare il team di soccorso.

The rationale for phoning first (rather than fast) is based on several factors. Clearly, defibrillation is the key to survival from sudden cardiac death. However, it has been documented that rescuers finding unconscious victims frequently encounter psychological blocks that prevent them from starting CPR or even calling for help. Valuable minutes are lost because of this inactivity, resulting in less chance of survival for the victim. Other rescuers can become so consumed with providing CPR that they persist far too long before summoning the EMS system.

In children the etiology of cardiopulmonary arrest is different from that of the adult. Respiratory arrest is far more common than cardiac arrest, which, if it occurs, is usually secondary to respiratory arrest. The outcome of attempts at resuscitation from cardiac arrest in children is dismal at best, with a high chance of poor neurological status afterwards. Survival following cardiopulmonary arrest in children is dependent mainly upon the immediate provision of effective rescue breathing, hence the recommendation of 1-minute rescue support before leaving and phoning for help.  

There has recently been interesting data to suggest that ventricular fibrillation is relatively rare in individuals up to the age of 30 years and that perhaps a similar strategy to that of the management of childhood cardiac arrest would be prudent up until this age.

The EMS system in the United States responds in a way that uses the AHA guidelines but also considers other causes of collapse with separate protocols to manage them. It is recognized that the result of the call first versus call fast debate will vary in different parts of the world because of the different ways in which EMS systems are composed and staffed, as well as their different approaches to first aid. For this reason the sequence of action includes two alternative points in time when the lone rescuer may consider leaving the victim to get help: after responsiveness is established or after the airway has been opened and breathing has been found to be absent.  

 

When to Get Help

    • It is vital for rescuers to get help as quickly as possible.
    • When more than one rescuer is available, one should start resuscitation while another rescuer goes for help.
    • A lone rescuer will have to decide whether to start resuscitation or to go for help first. In these circumstances, if the likely cause of unconsciousness is trauma (injury) or drowning or if the victim is an infant or a child, the rescuer should perform resuscitation for about 1 minute before going for help.
    • If the victim is an adult, and the cause of unconsciousness is not trauma (injury) or drowning, the rescuer should assume that the victim has a heart problem and go for help immediately when unresponsiveness is established or after establishing unresponsiveness and the absence of breathing.

Quando cercare aiuto

    • È fondamentale che il soccorritore riceva aiuto il prima possibile.
    • Quando vi è più di un soccorritore, uno deve iniziare la rianimazione mentre l'altro va a cercare aiuto.
    • Un soccorritore che si trova da solo deve decidere se iniziare la rianimazione o andare prima a cercare aiuto. In queste circostanze, se la probabile causa della perdita di coscienza è un trauma o un annegamento o se la vittima è un bambino, il soccorritore deve effettuare la rianimazione per circa 1 minuto prima di andare a cercare aiuto.
    • Se la vittima è un adulto e la causa della perdita di coscienza non è un trauma o un annegamento, il soccorritore deve presumere che la vittima ha un problema cardiaco e deve cercare subito aiuto, appena ha accertato che la vittima non risponde o appena ha accertato che non risponde e non respira.

 

Recovery Position

The airway of an unconscious victim who is breathing spontaneously is at risk of obstruction by the tongue and from inhalation of mucus and vomit. Placing the victim on his or her side helps to prevent these problems and allows fluid to drain easily from the mouth. This lateral, coma, side, or recovery position has been advocated in anesthesia for over 100 years and is still standard practice today. It is surprising therefore that its introduction into first aid practice was within the last 50 years. Perhaps even more surprising is that it was not until 1992 that the AHA guidelines mentioned the recovery position.

Some compromise is needed when positioning the victim; a true lateral posture tends to be unstable, involves excessive lateral flexion of the cervical spine, and results in less free drainage from the mouth. A near-prone position, on the other hand, can result in underventilation because of splinting of the diaphragm and reduction in pulmonary and thoracic compliance.

Potential injury to the victim also has to be considered. There have been a number of recent reports of potential interference with upper limb blood flow associated with the recovery position advocated by the ERC. This involves the lowermost arm being brought into a ventral position with the uppermost arm crossing it and producing a pressure effect on the blood vessels and, possibly, the nerve supply. Placing the lowermost arm in a dorsal position may not necessarily be the answer, as this involves movement that could, at least theoretically, injure the shoulder joint. There is inadequate published evidence to come to definite conclusions, but the recognition of the potential for harm as well as for benefit from placing the victim on the side has been highlighted.

Many different versions of the recovery position exist, each with its own advocates. The BLS group concluded that it was unable to recommend one specific position but instead agreed on six principles that should be followed when managing the unconscious, spontaneously breathing victim:

1. The victim should be in as near a true lateral position as possible, with the head dependent to allow free drainage of fluid.

2. The position should be stable.

3. Any pressure on the chest that impairs breathing should be avoided.

4. It should be possible to turn the victim onto his or her side and return to the back easily and safely, having particular regard for the possibility of cervical spine injury.

5. Good observation of and access to the airway should be possible.

6. The position itself should not give rise to any injury to the victim.

 

Posizione di sicurezza  

Le vie respiratorie di una vittima priva di coscienza che respira spontaneamente sono a rischio di ostruzione che può essere provocata dalla lingua o dall'inalazione di muco o vomito. Mettere la vittima sul fianco aiuta a prevenire questi problemi e permette ai liquidi di defluire facilmente dalla bocca. Questa posizione, chiamata "laterale", "di coma", "di fianco", o "di sicurezza" viene proposta dagli anestesisti da oltre 100 anni ed è ancora oggi pratica universalmente accettata. È già strano quindi che la sua introduzione nel pronto soccorso d'emergenza dati da non più di 50 anni, ma è ancora più strano che solo nel 1992 è stata inclusa nelle linee guida dell'American Heart Association.

È necessario trovare qualche compromesso nel posizionare la vittima; una posizione veramente laterale tende ad essere instabile, comporta un'eccessiva flessione laterale della colonna cervicale, e dà luogo a un minor deflusso di liquidi dalla bocca. Una posizione semi-prona, d'altro canto, può portare a un'insufficiente ventilazione, a causa della ridotta mobilità del diaframma e della ridotta espansione polmonare e toracica.

Devono anche essere considerati possibili danni alla vittima. Ci sono state recentemente delle segnalazioni di una possibile interferenza della posizione di sicurezza raccomandata dallo European Resuscitation Council sul flusso di sangue negli arti superiori. Questa posizione consiste nel disporre il braccio più basso in posizione ventrale, col braccio più alto che lo incrocia provocando un effetto di compressione sui vasi sanguigni e forse anche sui nervi. Disporre il braccio più basso in posizione dorsale può non essere la soluzione, dato che in questo modo si rischia, almeno in teoria, di provocare lesioni all'articolazione della spalla. Nei lavori finora pubblicati non ci sono prove sufficienti che permettano di arrivare a conclusioni definitive, ma i potenziali danni e i potenziali benefici della posizione laterale sono stati messi in luce e riconosciuti.

Esistono diverse versioni della posizione di sicurezza, ciascuna con i suoi sostenitori. Il gruppo BLS ritiene di non poter raccomandare una versione in particolare ma si è trovato d'accordo su sei principi che dovrebbero essere seguiti nell'assistenza a una vittima priva di coscienza ma che respira spontaneamente:

1. La vittima deve trovarsi quanto più possibile vicina alla posizione laterale, con la testa in posizione più bassa, in modo da permettere il libero deflusso dei liquidi.

2. La posizione deve essere stabile.

3. È necessario evitare qualsiasi pressione sul torace che possa ostacolare la respirazione.

4. Deve essere possibile girare la vittima sul lato e rigirarla sulla schiena senza difficoltà e senza procurarle lesioni o danni, con particolare riguardo al rischio di lesioni alla colonna cervicale.

5. Devono essere possibili una buona osservazione e un facile accesso alle vie respiratorie.

6. La posizione non deve essere per conto suo causa di lesioni o danni alla vittima.  

 


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