B L S |
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BASIC |
SUPPORTO DELLE FUNZIONI VITALI DI BASE |
for updates, please see American Heart Association |
Sequence
of Action
(Working Group of the International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR), Circulation, 1997;95:2174-217) |
Sequenza degli interventi(Working Group of the International Liaison Committee on Resuscitation (ILCOR), pubblicate su Circulation, 1997;95:2174-217) |
1. Ensure safety of rescuer and victim. |
1. Garantire la sicurezza del soccorritore e della
vittima. |
2. Check the victim for a response:
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2. Verificare se la vittima è in grado di rispondere:
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3. a. If there is a response (the victim answers or moves):
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3. a. Se c'è una risposta (la vittima risponde o si muove):
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3. b. If the victim does not respond:
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3. b. Se la vittima non risponde:
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4. Keeping the airway open, look, listen, and feel for
breathing (more than an occasional gasp):
5. a. If the victim is breathing (other than an
occasional gasp):
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4. Mantenendo aperte le vie respiratorie, guardare,
ascoltare, e sentire se la vittima respira (deve fare qualcosa di
più di un occasionale sussulto):
5. a. Se la vittima respira (perché si possa dire che
respiri, non basta un occasionale rantolo):
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5. b. If the victim is not breathing:
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5. b. Se la vittima non respira:
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6. Assess the victim for signs
of circulation:
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6. Ricercare segni
di circolazione attiva:
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7. a. If you are confident that you can detect signs of
circulation within 10 seconds:
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7. a. Se si è sicuri di aver riscontrato segni di
circolazione entro questi 10 secondi:
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7. b. If there are no signs of circulation or if you
are at all unsure:
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7. b. Se non ci sono segni di circolazione sanguigna o
se non si è comunque sicuri:
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8. Continue resuscitation until
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8. Continuare le compressione toraciche e le
insufflazioni fino a che
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Recent studies have strongly suggested that the time needed
to diagnose with confidence the presence or absence of a carotid pulse
is far greater than the 5 to 10 seconds normally recommended, with times
>30 seconds being needed to achieve a diagnostic accuracy of 95%.
Even with prolonged palpation, 45% of carotid pulses may be pronounced
absent when in fact present. It should also be borne in mind that most
of the studies were undertaken using normotensive volunteers, a
situation far different from finding a victim in the street who has
collapsed and is in cyanosis and who is likely to have hypotension,
vasoconstriction, or worse. As a result of these studies, the BLS group considers that
the carotid pulse check should be deemphasized and that other criteria
should be used to determine the need for chest compression in an
unresponsive, apneic adult patient. We decided to use the expression
"Look for signs of circulation," which includes looking for
movement as well as checking the carotid pulse. The rescuer should limit
the time taken for this check to <=10 seconds. Therefore, the absence
of any obvious signs of life, not necessarily the absence of the carotid
pulse, should be sufficient indication to initiate chest compression.
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Valutazione
della circolazione del sangue
Recenti ricerche fanno ritenere molto probabile che il tempo
necessario per diagnosticare con sicurezza la presenza o assenza del
polso carotideo supera di molto i 5 - 10 secondi normalmente
raccomandati, e che tempi superiori a 30 secondi sono necessari per
raggiungere un'accuratezza diagnostica del 95%. Anche prolungando la
palpazione, nel 45% dei casi non viene rilevato un polso carotideo che
in realtà invece è presente. Oltre a tutto va ricordato che la maggior
parte di queste ricerche è stata condotta su volontari con pressione
del sangue normale, nei quali quindi è più facile rilevare il polso
carotideo rispetto al caso in cui viene trovata una vittima per strada,
che è collassata, è cianotica, e nella quale vi sono con ogni
probabilità una pressione del sangue ridotta, una costrizione dei vasi,
o peggio. In considerazione di queste ricerche, il gruppo BLS ritiene
che l'importanza della rilevazione del polso carotideo debba essere
ridimensionata e che si debbano usare altri criteri per decidere della
necessità del massaggio cardiaco in un paziente adulto che non risponde
ed è in apnea. Per questo motivo si è ritenuto opportuno usare la
frase "Ricercare segni di circolazione attiva", che comprende
l'osservazione di eventuali movimenti oltre alla palpazione del polso
carotideo. Il soccorritore dovrebbe mantenere entro un massimo di 10
secondi il tempo impiegato a questa ricerca. Pertanto, per decidere di
iniziare il massaggio cardiaco è sufficiente verificare l'assenza di
qualsiasi ovvio segno di vita.
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Volume and Rate of Ventilation
Rescue breathing (expired air ventilation; mouth-to-mouth
ventilation) has been a well-accepted technique of airway management in
BLS since the early 1960s. The volume of air required for each inflation
is normally quoted as 800 to 1200 mL, with each breath taking 1.0 to 1.5
seconds. The BLS group questioned the validity of these figures. Artificial ventilation without airway protection (such as
tracheal intubation) carries a high risk of gastric inflation,
regurgitation, and pulmonary aspiration. The risk of gastric inflation
depends upon (1) the proximal airway pressure, which is determined by
tidal volume and inflation rate; (2) the alignment of the head and neck
and degree of patency of the airway; and (3) the opening pressure of the
lower esophageal sphincter (approximately 20 cm H2O). It has recently been shown that a tidal volume of 400 to 500
mL is sufficient to give adequate ventilation in adult BLS because CO2
production during cardiac arrest is very low. This recommendation
overrules earlier guidelines and makes it necessary to recalibrate adult
training manikins. It is, however, consistent with the accepted teaching
that the tidal volume should be that which causes the chest to rise as
in normal spontaneous breathing. During combined rescue breathing and chest compression, the
rate of ventilation is dependent both on the ventilation volume and the
compression rate. An inflation time of 1.5 to 2.0 seconds diminishes the
risk of exceeding the esophageal opening pressure 22
and results in an inflation/exhalation cycle of about 3 seconds.
To obtain optimum perfusion of vital organs, a chest compression rate of
about 100 per minute is recommended. It therefore takes 12 seconds to
perform 15 cardiac compressions, allowing 6 seconds for the 2 rescue
breaths; single-rescuer CPR should result in 8 breaths and 60 chest
compressions per minute.
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Volume and frequenza della ventilazione
La
respirazione artificiale (ventilazione ad aria espirata; respirazione bocca-a-bocca)
è una tecnica ampiamente accettata fin dai primi anni 1960. Il volume
di aria necessaria per ogni insufflazione viene solitamente citato
nell'ordine di 800 - 1200 mL, per una durata di 1 - 1,5 secondi. Il
gruppo BLS ha messo in discussione la validità di queste cifre. La ventilazione artificiale senza una protezione delle vie
respiratorie (come ad esempio l'intubazione della trachea) comporta un
alto rischio di gonfiare lo stomaco con l'aria insufflata, provocare
rigurgito, e quindi permettere il padssaggio del rigurgito gastrico nei
polmoni. La probabilità di gonfiare lo stomaco con l'aria dipende da
(1) la pressione esistente nelle vie respiratorie prossimali, che a sua
volta dipende dal volume di aria insufflata e dal ritmo delle
insufflazioni; (2) l'allineamento corretto o meno della testa e del
collo e il grado di apertura delle vie respiratorie; e (3) il
grado di rigidità e quindi la pressione necessaria a far aprire lo
sfintere esofageo inferiore (che è di circa 20 cm di H2O). E'
stato recentemente dimostrato che un volume respiratorio di 400 - 500 mL è sufficiente a permettere un'adeguata
ventilazione nella BLS di un adulto, poichè la produzione di CO2
durante l'arresto cardiaco è bassissima. Questa raccomandazione
sostituisce le linee guida precedenti e rende necessario ri-calibrare i
manichini usati nell'addestramento per la BLS degli adulti, ma non
modifica la norma secundo cui il volume dell'aria inspirata dovrebbe
essere tale da provocare un movimento (espansione) del torace come si
verifica nella respirazione spontanea. Quando si effettuano sia la respirazione artificiale che il
massaggio cardiaco esterno, la frequenza delle ventilazioni dipende sia
dal volume dell'aria insufflata, sia dal ritmo delle compressioni
toraciche. Un tempo di insufflazione di 1,5 - 2.0 secondi diminuisce il
rischio di superare la pressione di chiusura dell'esofago 22
e porta ad ottenere un ciclo di insufflazione/espirazione di circa
3 secondi. Per ottenere una perfusione ottimale degli organi vitali, si
raccomanda di mantenere un ritmo di compressioni toraciche di circa 100
al minuto. Sono necessari pertanto 12 secondi per effettuare 15
compressioni cardiache, lasciando 6 secondi per l'effettuazione delle 2
respirazioni; quando effettuata da un solo rianimatore, la rianimazione
cardio-polmonare dovrebbe consistere in 8 respirazioni e 60 ccmpressioni
tortaciche al minute.
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Call First—Call Fast
The first link in the "chain of survival" is to
gain access to EMS. Advice as to the optimum time during a resuscitation
attempt at which to leave the victim to go for help will depend on
several factors: whether the rescuer is alone, whether the victim has a
primary respiratory or primary cardiac arrest, the distance to the
nearest point of aid (for example, a telephone), and the facilities
offered by the emergency services. The importance of early defibrillation in the treatment of
sudden cardiac death is now accepted, and major initiatives are moving
forward in the world to deliver a defibrillator and the first shock at
the earliest possible moment. The 1992 AHA guidelines emphasized that
the rescuer should, if no other help is available, leave an adult victim
immediately after establishing unresponsiveness in order to call an
ambulance or EMS system ("phone first"). The ERC guidelines
advise that a shout for assistance should be made as soon as the victim
is found to be unconscious but that the lone rescuer should not leave to
go for help until cardiac arrest is diagnosed by means of a pulse check
("phone fast"). Both the AHA and the ERC guidelines seek to
ensure that a defibrillator reaches the victim at the earliest
appropriate opportunity. Both agree that if the victim is a child, the
rescuer should provide rescue support (ventilatory or circulatory or
both) for about 1 minute before leaving the victim and calling the
rescue team. The rationale for phoning first (rather than fast) is based
on several factors. Clearly, defibrillation is the key to survival from
sudden cardiac death. However, it has been documented that rescuers
finding unconscious victims frequently encounter psychological blocks
that prevent them from starting CPR or even calling for help. Valuable
minutes are lost because of this inactivity, resulting in less chance of
survival for the victim. Other rescuers can become so consumed with
providing CPR that they persist far too long before summoning the EMS
system. In children the etiology of cardiopulmonary arrest is
different from that of the adult. Respiratory arrest is far more common
than cardiac arrest, which, if it occurs, is usually secondary to
respiratory arrest. The outcome of attempts at resuscitation from
cardiac arrest in children is dismal at best, with a high chance of poor
neurological status afterwards. Survival following cardiopulmonary
arrest in children is dependent mainly upon the immediate provision of
effective rescue breathing, hence the recommendation of 1-minute rescue
support before leaving and phoning for help. There has recently been interesting data to suggest that
ventricular fibrillation is relatively rare in individuals up to the age
of 30 years and that perhaps a similar strategy to that of the
management of childhood cardiac arrest would be prudent up until this
age. The EMS system in the United States responds in a way that
uses the AHA guidelines but also considers other causes of collapse with
separate protocols to manage them. It is recognized that the result of
the call first versus call fast debate will vary in different parts of
the world because of the different ways in which EMS systems are
composed and staffed, as well as their different approaches to first
aid. For this reason the sequence of action includes two alternative
points in time when the lone rescuer may consider leaving the victim to
get help: after responsiveness is established or after the airway has
been opened and breathing has been found to be absent.
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Call First—Call Fast
Il
primo anello nella "catena della sopravvivenza" è raggiungere
il Servizio Medico di Emergenza. Il momento migliore in cui lasciare la vittima, durante un
tentativo di rianimazione, per andare a cercare aiuto dipende da
parecchi fattori: se il rianimatore è solo, se la vittima è in arresto
respiratorio primario o arresto cardiaco primario, dalla distanza del
più vicino punto di soccorso (ad esempio, un telefono), e dai mezzi di
cui dispone il servizio medico di emergenza. L'importanza della defibrillazione tempestiva nel trattamento
dell'arresto cardiaco improvviso è oggi accettata, e vi sono importanti
iniziative nel mondo finalizzate a fornire un defibrillatore e una prima
scarica il più presto possibile. Le linee guida pubblicate
dall'American Heart Association nel 1992 sottolineano che il
soccorritore, se non vi è alcun altro aiuto disponibile, lasci la
vittima, se è un adulto, subito dopo aver verificato che non risponde,
allo scopo di chiamare un'ambulanza o allertare il sistema di emergenza
medica ("phone first" = per prima cosa, telefona). Le linee
guida dello European Resuscitation Council stabiliscono che si gridi per
chiedere assistenza appena si rende conto che la vittima è incosciente,
ma che il soccorritore che agisce da solo non lasci la vittima per
cercare aiuto fin quando non ha diagnosticato l'arresto cardiaco
mediante il controllo del polso ("phone fast" = telefona in
fretta). Sia le linee guida dell'American Heart Association che quelle
dello European Resuscitation Council hanno lo scopo di garantire che un
defibrillatore raggiunga la vittima nel momento più appropriato e
tempestivo possibile. Entrambe sono d'accordo che se la vittima è un
bambino il soccorritore deve tentare la rianimazione (polmonare o
circolatoria o entrambe) per circa 1 minuto prima di lasciare la vittima
e andare a chiamare il team di soccorso. The rationale for phoning first (rather than fast) is based
on several factors. Clearly, defibrillation is the key to survival from
sudden cardiac death. However, it has been documented that rescuers
finding unconscious victims frequently encounter psychological blocks
that prevent them from starting CPR or even calling for help. Valuable
minutes are lost because of this inactivity, resulting in less chance of
survival for the victim. Other rescuers can become so consumed with
providing CPR that they persist far too long before summoning the EMS
system. In children the etiology of cardiopulmonary arrest is
different from that of the adult. Respiratory arrest is far more common
than cardiac arrest, which, if it occurs, is usually secondary to
respiratory arrest. The outcome of attempts at resuscitation from
cardiac arrest in children is dismal at best, with a high chance of poor
neurological status afterwards. Survival following cardiopulmonary
arrest in children is dependent mainly upon the immediate provision of
effective rescue breathing, hence the recommendation of 1-minute rescue
support before leaving and phoning for help. There has recently been interesting data to suggest that
ventricular fibrillation is relatively rare in individuals up to the age
of 30 years and that perhaps a similar strategy to that of the
management of childhood cardiac arrest would be prudent up until this
age. The EMS system in the United States responds in a way that
uses the AHA guidelines but also considers other causes of collapse with
separate protocols to manage them. It is recognized that the result of
the call first versus call fast debate will vary in different parts of
the world because of the different ways in which EMS systems are
composed and staffed, as well as their different approaches to first
aid. For this reason the sequence of action includes two alternative
points in time when the lone rescuer may consider leaving the victim to
get help: after responsiveness is established or after the airway has
been opened and breathing has been found to be absent.
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When to Get Help
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Quando
cercare aiuto
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The airway of an unconscious victim who is breathing
spontaneously is at risk of obstruction by the tongue and from
inhalation of mucus and vomit. Placing the victim on his or her side
helps to prevent these problems and allows fluid to drain easily from
the mouth. This lateral, coma, side, or recovery position has been
advocated in anesthesia for over 100 years and is still standard
practice today. It is surprising therefore that its introduction into
first aid practice was within the last 50 years. Perhaps even more
surprising is that it was not until 1992 that the AHA guidelines
mentioned the recovery position. Some compromise is needed when positioning the victim; a true
lateral posture tends to be unstable, involves excessive lateral flexion
of the cervical spine, and results in less free drainage from the mouth.
A near-prone position, on the other hand, can result in underventilation
because of splinting of the diaphragm and reduction in pulmonary and
thoracic compliance. Potential injury to the victim also has to be considered.
There have been a number of recent reports of potential interference
with upper limb blood flow associated with the recovery position
advocated by the ERC. This involves the lowermost arm being brought into
a ventral position with the uppermost arm crossing it and producing a
pressure effect on the blood vessels and, possibly, the nerve supply.
Placing the lowermost arm in a dorsal position may not necessarily be
the answer, as this involves movement that could, at least
theoretically, injure the shoulder joint. There is inadequate published
evidence to come to definite conclusions, but the recognition of the
potential for harm as well as for benefit from placing the victim on the
side has been highlighted. Many different versions of the recovery position exist, each
with its own advocates. The BLS group concluded that it was unable to
recommend one specific position but instead agreed on six principles
that should be followed when managing the unconscious, spontaneously
breathing victim: 1. The victim should be in as near a true lateral position as
possible, with the head dependent to allow free drainage of fluid. 2. The position should be stable. 3. Any pressure on the chest that impairs breathing should be
avoided. 4. It should be possible to turn the victim onto his or her
side and return to the back easily and safely, having particular regard
for the possibility of cervical spine injury. 5. Good observation of and access to the airway should be
possible. 6. The position itself should not give rise to any injury to
the victim.
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Le
vie respiratorie di una vittima priva di coscienza che respira
spontaneamente sono a rischio di ostruzione che può essere provocata
dalla lingua o dall'inalazione di muco o vomito. Mettere la vittima sul fianco aiuta a prevenire questi
problemi e permette ai liquidi di defluire facilmente dalla bocca.
Questa posizione, chiamata "laterale", "di coma",
"di fianco", o "di sicurezza" viene proposta dagli
anestesisti da oltre 100 anni ed è ancora oggi pratica universalmente
accettata. È già strano quindi che la sua introduzione nel pronto
soccorso d'emergenza dati da non più di 50 anni, ma è ancora più
strano che solo nel 1992 è stata inclusa nelle linee guida
dell'American Heart Association. È
necessario trovare qualche compromesso nel posizionare la vittima; una
posizione veramente laterale tende ad essere instabile, comporta
un'eccessiva flessione laterale della colonna cervicale, e dà luogo a
un minor deflusso di liquidi dalla bocca. Una posizione semi-prona, d'altro canto, può portare a
un'insufficiente ventilazione, a causa della ridotta mobilità del
diaframma e della ridotta espansione polmonare e toracica. Devono
anche essere considerati possibili danni alla vittima. Ci sono state
recentemente delle segnalazioni di una possibile interferenza della
posizione di sicurezza raccomandata dallo European Resuscitation Council
sul flusso di sangue negli arti superiori. Questa posizione consiste nel disporre il braccio più basso
in posizione ventrale, col braccio più alto che lo incrocia provocando
un effetto di compressione sui vasi sanguigni e forse anche sui nervi.
Disporre il braccio più basso in posizione dorsale può non essere la
soluzione, dato che in questo modo si rischia, almeno in teoria, di
provocare lesioni all'articolazione della spalla. Nei lavori finora
pubblicati non ci sono prove sufficienti che permettano di arrivare a
conclusioni definitive, ma i potenziali danni e i potenziali benefici
della posizione laterale sono stati messi in luce e riconosciuti. Esistono
diverse versioni della posizione di sicurezza, ciascuna con i suoi
sostenitori. Il gruppo BLS ritiene di non poter raccomandare una
versione in particolare ma si è trovato d'accordo su sei principi che
dovrebbero essere seguiti nell'assistenza a una vittima priva di
coscienza ma che respira spontaneamente: 1. La vittima deve trovarsi quanto più possibile vicina alla
posizione laterale, con la testa in posizione più bassa, in modo da
permettere il libero deflusso dei liquidi. 2. La posizione deve essere stabile. 3. È necessario evitare qualsiasi pressione sul torace che
possa ostacolare la respirazione. 4. Deve essere possibile girare la vittima sul lato e
rigirarla sulla schiena senza difficoltà e senza procurarle lesioni o
danni, con particolare riguardo al rischio di lesioni alla colonna
cervicale. 5. Devono essere possibili una buona osservazione e un facile
accesso alle vie respiratorie. 6. La posizione non deve essere per conto suo causa di
lesioni o danni alla vittima.
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