COMUNICATO STAMPA
KLM-ALITALIA: CRESCE LA NUOVA EUROPA.
KLM e Alitalia hanno annunciato l'intenzione di realizzare un'alleanza
strategica
che convolgerà sia il settore passeggeri sia il trasporto merci.
Il consiglio di
amministrazione dell'Alitalia ha approvato la scelta di KLM come partner
stategico.
L'accordo tra le due compagnie prevede lo sviluppo di un sistema di multi-hubs
tra gli aeroporti di Amsterdam Schiphol, Milano Malpensa e Roma Fiumicino.
L'alleanza, che non prevede scambio di azioni tra i due partner, si svilupperà
con un programma a lungo termine.
I clienti delle due compagnie beneficeranno della nuova alleanza in quanto
KLM e Alitalia intendono operare più voli e più frequenze
dirette.
E' previsto un incremento del numero dei voli intercontinentali giornalieri
da
Milano con un aumento significativo delle destinazioni primarie e secondarie
servite dal network integrato.
I servizi cargo beneficeranno di più frequenze, più destinazioni
e maggiore
capacità d'offerta.
Sarà inoltre migliorata la capacità di offrire servizi personalizzati
per i clienti.
Alitalia entrerà nell'alleanza tra KLM e Northwest.
Questo darà la possibilità di
offrire nuove destinazioni USA da e per il mercato italiano.
Le alleanze con altri vettori non verranno condizionate dal nuovo accordo.
L'alleanza sarà pienamente operativa a partire dal Novembre 1998,
poco dopo
l'apertura di Malpensa.
La priorità dell' alleanza sarà il trasporto passeggeri verso
l' Europa e gli
Stati Uniti d'America; in una secondaria fase l'attenzione verrà
rivolta verso
altri settori del trasporto aereo.
La cooperazioni verrà estesa anche ad altre aree quali la manutenzione,
lo
sviluppo flotta e l'efficienza.
Da questa alleanza strategica KLM e Alitalia si aspettano, nel medio termine,
significativi benefici finanziari.
Domenico Cempella, Amministratore Delegato di Alitalia ha dichiarato:"KLM
é
il migliore partner strategico per la nostra compagnia. L'alleanza con
KLM
offre grandissimi benefici per i clienti Alitalia e ottime prospettive
per il
rafforzamento della nostra compagnia".
Leo van Wijk, CEO di KLM ha aggiunto:"Questo accordo è un momento
importantissimo nella storia dell'aviazione Europea. La alleanza tra le
nostre
compagnie creerà il primo sistema europeo di multi-hub e offrirà
ai nostri
clienti grandi opportunità e un nuovo hub a Malpensa.
Questo è un articolo estratto dal Sole 24 Ore del 19 Dicembre 1997:
ROMA — Un trattato «cieli aperti» tra l'Italia e gli Stati
Uniti sarà
necessario per far andare a regime l'alleanza tra Alitalia e Klm. La
revisione del trattato bilaterale esistente con gli Usa, un atto di
competenza dei Governi, è tra i presupposti dell'intesa discussa
fra
Domenico Cempella e Leo Van Wijk, per sfruttare l'ingresso nell'intesa
di Northwest Airlines, il quarto vettore d'America che ha già, dal
1993,
una collaborazione con gli azzurri di Amstelveen. Una relazione
giudicata fruttuosa da entrambi i partner i quali, pur essendo stato
recentemente sancito il ritiro di Klm dal capitale Northwest, il 29
settembre hanno steso un nuovo accordo di collaborazione decennale.
Intanto Alitalia ha reso noto di aver ceduto il suo 30% nell'ungherese
Malev (oltre al 5% della Simest) a due
banche ungheresi, la Otp e la
Magyar Kulkereskedelmi. Alitalia dice di aver recuperato l'intero
investimento fatto nel '93, 68 milioni di dollari, circa 115 miliardi di
lire al
cambio attuale. In questi anni, la partecipazione non ha fruttato dividendi
né altri proventi.
Secondo il memorandum d'intesa fra Alitalia e Klm la Northwest entrerà
a pieno diritto nell'alleanza, attesa al decollo entro il '98. Ma
l'inserimento della compagnia del Minnesota richiede — secondo fonti
vicine al negoziato — una revisione del bilaterale Italia-Usa, che pone
limiti alla capacità di trasporto fra i due Paesi: alle rotte, al
numero di
vettori, ai voli. Siglato nel dopoguerra e ritoccato nel 1971, il trattato
penalizza l'Italia perché fu siglato tra il Governo di un Paese
vincitore e
quello di un Paese sconfitto nella guerra.
Per l'Italia opera solo Alitalia: i suoi voli, salvo accordi specifici,
devono
fare l'ultima toccata, prima della trasvolata, a Roma o Milano. Alitalia
non può atterrare in più di mezza dozzina di città:
New York, Miami,
Boston, Chicago, Houston, Los Angeles o San Francisco (non
entrambe). Per gli Stati Uniti, possono operare verso l'Italia "solo" cinque
vettori: American, United,
Delta, Twa
e, da poco, Us Airways (ex UsAir).
Nella tabella non c'è la Northwest, mentre la Continental,
che con i suoi
Dc10 fa un servizio congiunto con codice Alitalia, è già
fuori quota, ma
può volare con i diritti dell'azienda italiana.
Oltre che per far spazio a Northwest, la modifica al bilaterale è
necessaria anche per ottenere l'Antitrust immunity delle autorità
americane: nei precedenti casi di grandi accordi transatlantici,
Washington ha sempre richiesto un accordo «open sky». Con l'obiettivo
di creare più spazio ai suoi vettori, dai costi operativi inferiori
agli europei.
È accaduto per Klm-Northwest, il primo caso in cui — ha ricordato
la
Northwest, nel plaudire all'intesa con Alitalia — c'è stato tale
via libera,
nel gennaio 1993. Quindi è toccato a Lufthansa-United
e a
Swissair-Delta. Se si realizzerà l'intesa «cieli aperti»
si potranno avere
voli di Northwest dai suoi grandi scali (Minneapolis e Detroit, sui quali
detine l'80% del traffico) a Milano e Roma. Alitalia potrà richiedere
nuovi
punti di atterraggio oltreatlantico. Ma gli Stati Uniti non mancheranno
di
ricercare maggiore spazio per gli altri vettori a stelle strisce.
Gianni Dragoni
Sempre lo stesso giorno:
ROMA
— È una torta di circa 400 miliardi di lire l'anno il beneficio
complessivo che Alitalia e Klm si attendono, attraverso un incremento
dei ricavi, dall'alleanza strategica annunciata ieri. Sono queste le stime
più prudenti sugli effetti dell'accordo, anche se ieri sera, dopo
il via libera
del consiglio Alitalia, alcune agenzie hanno riferito di un documento
aziendale che cifrerebbe in 700 miliardi il maggior ricavo del traffico
passeggeri atteso dalla collaborazione con Klm, il 60% in più rispetto
a
Air France. Nelle merci il beneficio sarebbe di 120 miliardi, il 58% in
più
rispetto all'ipotesi Swissair. Non è previsto alcun accordo azionario,
ma
un'intensa collaborazione commerciale operativa anche negli aeroporti,
per dilatare i ricavi, tagliare le spese, conquistare quote di mercato.
I due
vettori assommano una quota del 15% nel traffico europeo (8% Klm, 7%
Alitalia). Se si considera anche l'americana Northwest, partner di Klm,
l'alleanza per dimensioni di traffico è la quarta al mondo, con
una quota
pari all'8% dei ricavi del settore.
A livello politico c'è stato un ampio consenso, dal Pds a Forza
Italia e
An. Si è dissociata Rifondazione comunista, che voleva l'intesa
con Air
France per la consonanza politica con Lionel Jospin. Nerio Nesi,
responsabile economico di Rc, ha messo in dubbio che la scelta di Klm
sia dettata solo da considerazioni tecniche e non anche politiche. Enrico
Micheli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha osservato che
l'azienda «ha deciso da sola». «È una foto che
può far pensare a un
buon matrimonio», secondo Claudio Burlando, il ministro dei Trasporti
che ha uno stretto collaboratore nel cda Alitalia, l'avvocato Maurizio
Maresca.
Dopo la firma della lettera d'intenti, forse già domani, cui hanno
spianato
la strada ieri sera i consigli d'amministrazione dell'Iri e dell'aviolinea
pubblica guidata da Domenico Cempella, i negoziatori si metteranno al
lavoro per stabilire come dovrà essere ripartita la torta tra i
partner. Klm è
assistita dagli advisor Jp Morgan e Abn Amro Hoare Govett. Non è
scontato che il beneficio finanziario venga spartito in parti uguali, tanto
più che l'intesa, di prestigio per Alitalia e realizzata con un
partner con il
quale c'è un potenziale incastro perfetto, non è tra eguali.
In via
prudenziale viene stimato un beneficio tra l'1,5 e il 2% del fatturato,
quindi per Alitalia di almeno 100-150 miliardi e intorno ai 200 per il
partner. Uno sguardo alle grandi cifre mostra non solo che Klm ha un
fatturato superiore di circa il 50% (6.077 miliardi contro 4.033 nel primo
semestre), ma soprattutto una redditività da record rispetto un'azienda
che sta uscendo da un tunnel di perdite nel quale ha marciato — anzi
volato — per nove anni. Klm ha una capitalizzazione di Borsa di oltre
4.700 miliardi, Alitalia si attesta poco sotto i 1.800.
In prospettiva, però, è soprattutto la compagnia italiana
che potrà
beneficiare dell'intesa, se tornerà a bordo larga parte del traffico
d'affari
che oggi sfugge al NordItalia attraverso gli scali (e con i vettori) del
NordEuropa. Questo sarà possibile se sarà Klm a contagiare
Alitalia con
le sue virtù e la sua efficienza operativa, mentre sarebbe letale
una
contaminazione in senso opposto. Sarà determinante anche la
riorganizzazione delle rotte negli scali di Fiumicino, Malpensa e
Schiphol, unita alla capacità di Alitalia e dei sindacati di essere
efficace
ed evitare così che l'accordo si risolva in un corridoio preferenziale
per
attirare il traffico italiano via Amsterdam.
La lettera d'intenti che Cempella firmerà con l'amministratore delegato
di
Klm, Leo Van Wijk, dà tempo un anno per arrivare a rendere operativa
l'alleanza, il cui presupposto è il trasferimento del traffico a
Milano su
Malpensa, lasciando a Linate solo le rotte con almeno 2 milioni di
passeggeri l'anno, cioè la sola Roma-Milano. Poiché il trasloco
è fissato
per il 25 ottobre 1998, è questa la probabile data per il decollo
dell'intesa. Già dal prossimo luglio, tuttavia, potrebbe esservi
un
incremento delle frequenze da Roma e Milano su Schiphol.
Accompagnata da un code sharing, l'intesa prevede un'alimentazione di
Malpensa con una nuove rotte dai centri minori in Europa, ma anche
dalla provincia italiana su Schiphol. Sarà soprattutto la Klm, con
i B737
e i Fokker suoi e delle controllate, a svolgere questo lavoro, perchè
Alitalia non ha aerei sufficienti, a causa dei vincoli posti dall'Unione
europea al via agli aiuti di Stato. Si parla di sostituzione di Klm ad
Alitalia per 17 rotazioni giornaliere, cioè voli di andata e ritorno.
È decisa,
ma da discutere nelle forme, la partecipazione all'alleanza della
Northwest, che ha i suoi aeroporti centrali a Minneapolis, nella regione
dei grandi laghi americani, e Detroit. Probabili nuovi voli da Roma e
Malpensa verso gli "hub" del partner americano. Alitalia dovrà comunque
regolare i rapporti con la Continental, con la quale la minialleanza in
atto
per alcuni voli su New York potrebbe — secondo l'Iri — sopravvivere.
G.D.
Questi
articoli non tengono poi conto di un ulteriore sviluppo che ha trasformato
lo scenario aereo degli Stati Uniti proprio nei primi mesi del 1998. Dopo
alcuni mesi di colloqui con la Delta Airlines, la Continental firma un
accordo con la Northwest per la cessione del 15% del capitale al vettore
di Minneapolis. Questo accordo sfocerà presto in un vasto programma
di code-sharing e in futuro ad una più intensa collaborazione in
tutti i settori del trasporto aereo.
Tramite
la coordinazione degli hub di Minneapolis, Detroit e Memphis operati dalla
Northwest insieme a Newark e Houston della Continental, la nuova alleanza
potrà costituire una seria minaccia ai "Big Three" costituiti dalla
United Airlines, American Airlines e Delta-alleate rispettivamente con
la Star Alliance, British Airways
e Swissair.
Sono inoltre in corso dei contatti con la Malaysia Airlines per estendere l' alleanza al mercato asiatico, mentre sembra ormai più che ovvia la scelta della Jas quale partner strategico per il Giappone, essendo la Jal già legata all' American Airlines, mentre la Ana ha da tempo rese note le proprie intenzioni di far parte della Star Alliance.
Non
bisogna poi dimenticare che la Klm dispone di un buon numero di accordi
con vettori europei "di nicchia", di cui spesso detiene una parte di capitale.
Oltre
alle sussidiarie Klm Cityhopper e Klm Exel che fungono da feeder allo hub
di Amsterdam, la Klm Uk e la Braathens
SAFE forniscono all' alleanza una buona presenza nel mercato Britannico
ed in quello scandinavo. E' molto probabile che Alitalia aderisca a questi
accordi una volta entrato in vigore quello più sostanzioso con la
Klm.
Infine, la Klm possiede una parte di capitale nel vettore Keniota Kenya Airways, di fatto rendendo l' alleanza Alitalia-Continental-Klm-Northwest la prima realmente presente nel mercato africano.
Si tratta ora di vedere come si svilupperanno gli accordi, anche se ci sono buone probabilità che presto questa alleanza possa costituire una vera alternativa alla Star Alliance od al futuro asse Ba-Aa.