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Alitalia e Klm firmano un accordo di cooperazione
 
 
 
Profili di Alitalia, Klm e partners
 
 
Il 19 Dicembre 1998, dopo una lungo e sofferto periodo di valutazione, il consiglio di amministrazione di Alitalia ha comunicato di avere scelto la Klm quale partner strategico negli anni a venire. La scelta è stata dettata da ovvie condizioni di mercato, visto che la Klm si è rivelata ben più compatibile e complementare alle esistenti attività Alitalia rispetto agli altri due pretendenti, Air France e Swissair. Effettivamente se la prima non si è ancora recuperata pienamente da un lungo periodo di crisi, la seconda risultava in una condizione di notevole concorrenza con il nostro vettore di bandiera, visto che due degli hub della potenziale alleanza, Zurigo e Milano, fanno per lo più capo allo stesso bacino d' utenza.
Oltre ad essere uno dei vettori che ha realizzato i maggiori profitti per l' anno 1997, la Klm ha dimensioni simili all' Alitalia. Ma non è questo l' unico elemento in comune: mentre Alitalia ha una rete essenzialmente orientata verso il mercato domestico e continentale, la seconda è particolarmente orientata verso i servizi intercontinentali in transito, non potendo attingere ad un mercato interno particolarmente ricco.
Per evitare di "corrompere la notizia" con troppi giudizi personali, riporto di seguito il comunicato stampa rilasciato il giorno 19:

COMUNICATO STAMPA

                    KLM-ALITALIA: CRESCE LA NUOVA EUROPA.

                    KLM e Alitalia hanno annunciato l'intenzione di realizzare un'alleanza strategica
                    che convolgerà sia il settore passeggeri sia il trasporto merci. Il consiglio di
                    amministrazione dell'Alitalia ha approvato la scelta di KLM come partner
                    stategico.
                    L'accordo tra le due compagnie prevede lo sviluppo di un sistema di multi-hubs
                    tra gli aeroporti di Amsterdam Schiphol, Milano Malpensa e Roma Fiumicino.
                    L'alleanza, che non prevede scambio di azioni tra i due partner, si svilupperà
                    con un programma a lungo termine.
                    I clienti delle due compagnie beneficeranno della nuova alleanza in quanto
                    KLM e Alitalia intendono operare più voli e più frequenze dirette.
                    E' previsto un incremento del numero dei voli intercontinentali giornalieri da
                    Milano con un aumento significativo delle destinazioni primarie e secondarie
                    servite dal network integrato.
                    I servizi cargo beneficeranno di più frequenze, più destinazioni e maggiore
                    capacità d'offerta.
                    Sarà inoltre migliorata la capacità di offrire servizi personalizzati per i clienti.
                    Alitalia entrerà nell'alleanza tra KLM e Northwest. Questo darà la possibilità di
                    offrire nuove destinazioni USA da e per il mercato italiano.
                    Le alleanze con altri vettori non verranno condizionate dal nuovo accordo.
                    L'alleanza sarà pienamente operativa a partire dal Novembre 1998, poco dopo
                    l'apertura di Malpensa.
                    La priorità dell' alleanza sarà il trasporto passeggeri verso l' Europa e gli
                    Stati Uniti d'America; in una secondaria fase l'attenzione verrà rivolta verso
                    altri settori del trasporto aereo.
                    La cooperazioni verrà estesa anche ad altre aree quali la manutenzione, lo
                    sviluppo flotta e l'efficienza.
                    Da questa alleanza strategica KLM e Alitalia si aspettano, nel medio termine,
                    significativi benefici finanziari.
                    Domenico Cempella, Amministratore Delegato di Alitalia ha dichiarato:"KLM é
                    il migliore partner strategico per la nostra compagnia. L'alleanza con KLM
                    offre grandissimi benefici per i clienti Alitalia e ottime prospettive per il
                    rafforzamento della nostra compagnia".
                    Leo van Wijk, CEO di KLM ha aggiunto:"Questo accordo è un momento
                    importantissimo nella storia dell'aviazione Europea. La alleanza tra le nostre
                    compagnie creerà il primo sistema europeo di multi-hub e offrirà ai nostri
                    clienti grandi opportunità e un nuovo hub a Malpensa.

Questo è un articolo estratto dal Sole 24 Ore del 19 Dicembre 1997:

                     ROMA — Un trattato «cieli aperti» tra l'Italia e gli Stati Uniti sarà
                     necessario per far andare a regime l'alleanza tra Alitalia e Klm. La
                     revisione del trattato bilaterale esistente con gli Usa, un atto di
                     competenza dei Governi, è tra i presupposti dell'intesa discussa fra
                     Domenico Cempella e Leo Van Wijk, per sfruttare l'ingresso nell'intesa
                     di Northwest Airlines, il quarto vettore d'America che ha già, dal 1993,
                     una collaborazione con gli azzurri di Amstelveen. Una relazione
                     giudicata fruttuosa da entrambi i partner i quali, pur essendo stato
                     recentemente sancito il ritiro di Klm dal capitale Northwest, il 29
                     settembre hanno steso un nuovo accordo di collaborazione decennale.
                     Intanto Alitalia ha reso noto di aver ceduto il suo 30% nell'ungherese
                     Malev (oltre al 5% della Simest) a due banche ungheresi, la Otp e la
                     Magyar Kulkereskedelmi. Alitalia dice di aver recuperato l'intero
                     investimento fatto nel '93, 68 milioni di dollari, circa 115 miliardi di lire al
                     cambio attuale. In questi anni, la partecipazione non ha fruttato dividendi
                     né altri proventi.
                     Secondo il memorandum d'intesa fra Alitalia e Klm la Northwest entrerà
                     a pieno diritto nell'alleanza, attesa al decollo entro il '98. Ma
                     l'inserimento della compagnia del Minnesota richiede — secondo fonti
                     vicine al negoziato — una revisione del bilaterale Italia-Usa, che pone
                     limiti alla capacità di trasporto fra i due Paesi: alle rotte, al numero di
                     vettori, ai voli. Siglato nel dopoguerra e ritoccato nel 1971, il trattato
                     penalizza l'Italia perché fu siglato tra il Governo di un Paese vincitore e
                     quello di un Paese sconfitto nella guerra.
                     Per l'Italia opera solo Alitalia: i suoi voli, salvo accordi specifici, devono
                     fare l'ultima toccata, prima della trasvolata, a Roma o Milano. Alitalia
                     non può atterrare in più di mezza dozzina di città: New York, Miami,
                     Boston, Chicago, Houston, Los Angeles o San Francisco (non
                     entrambe). Per gli Stati Uniti, possono operare verso l'Italia "solo" cinque
                     vettori: American, United, Delta, Twa e, da poco, Us Airways (ex UsAir).
                     Nella tabella non c'è la Northwest, mentre la Continental, che con i suoi
                     Dc10 fa un servizio congiunto con codice Alitalia, è già fuori quota, ma
                     può volare con i diritti dell'azienda italiana.
                     Oltre che per far spazio a Northwest, la modifica al bilaterale è
                     necessaria anche per ottenere l'Antitrust immunity delle autorità
                     americane: nei precedenti casi di grandi accordi transatlantici,
                     Washington ha sempre richiesto un accordo «open sky». Con l'obiettivo
                     di creare più spazio ai suoi vettori, dai costi operativi inferiori agli europei.
                     È accaduto per Klm-Northwest, il primo caso in cui — ha ricordato la
                     Northwest, nel plaudire all'intesa con Alitalia — c'è stato tale via libera,
                     nel gennaio 1993. Quindi è toccato a Lufthansa-United e a
                     Swissair-Delta. Se si realizzerà l'intesa «cieli aperti» si potranno avere
                     voli di Northwest dai suoi grandi scali (Minneapolis e Detroit, sui quali
                     detine l'80% del traffico) a Milano e Roma. Alitalia potrà richiedere nuovi
                     punti di atterraggio oltreatlantico. Ma gli Stati Uniti non mancheranno di
                     ricercare maggiore spazio per gli altri vettori a stelle strisce.
                     Gianni Dragoni

Sempre lo stesso giorno:

ROMA — È una torta di circa 400 miliardi di lire l'anno il beneficio
                     complessivo che Alitalia e Klm si attendono, attraverso un incremento
                     dei ricavi, dall'alleanza strategica annunciata ieri. Sono queste le stime
                     più prudenti sugli effetti dell'accordo, anche se ieri sera, dopo il via libera
                     del consiglio Alitalia, alcune agenzie hanno riferito di un documento
                     aziendale che cifrerebbe in 700 miliardi il maggior ricavo del traffico
                     passeggeri atteso dalla collaborazione con Klm, il 60% in più rispetto a
                     Air France. Nelle merci il beneficio sarebbe di 120 miliardi, il 58% in più
                     rispetto all'ipotesi Swissair. Non è previsto alcun accordo azionario, ma
                     un'intensa collaborazione commerciale operativa anche negli aeroporti,
                     per dilatare i ricavi, tagliare le spese, conquistare quote di mercato. I due
                     vettori assommano una quota del 15% nel traffico europeo (8% Klm, 7%
                     Alitalia). Se si considera anche l'americana Northwest, partner di Klm,
                     l'alleanza per dimensioni di traffico è la quarta al mondo, con una quota
                     pari all'8% dei ricavi del settore.
                     A livello politico c'è stato un ampio consenso, dal Pds a Forza Italia e
                     An. Si è dissociata Rifondazione comunista, che voleva l'intesa con Air
                     France per la consonanza politica con Lionel Jospin. Nerio Nesi,
                     responsabile economico di Rc, ha messo in dubbio che la scelta di Klm
                     sia dettata solo da considerazioni tecniche e non anche politiche. Enrico
                     Micheli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha osservato che
                     l'azienda «ha deciso da sola». «È una foto che può far pensare a un
                     buon matrimonio», secondo Claudio Burlando, il ministro dei Trasporti
                     che ha uno stretto collaboratore nel cda Alitalia, l'avvocato Maurizio
                     Maresca.
                     Dopo la firma della lettera d'intenti, forse già domani, cui hanno spianato
                     la strada ieri sera i consigli d'amministrazione dell'Iri e dell'aviolinea
                     pubblica guidata da Domenico Cempella, i negoziatori si metteranno al
                     lavoro per stabilire come dovrà essere ripartita la torta tra i partner. Klm è
                     assistita dagli advisor Jp Morgan e Abn Amro Hoare Govett. Non è
                     scontato che il beneficio finanziario venga spartito in parti uguali, tanto
                     più che l'intesa, di prestigio per Alitalia e realizzata con un partner con il
                     quale c'è un potenziale incastro perfetto, non è tra eguali. In via
                     prudenziale viene stimato un beneficio tra l'1,5 e il 2% del fatturato,
                     quindi per Alitalia di almeno 100-150 miliardi e intorno ai 200 per il
                     partner. Uno sguardo alle grandi cifre mostra non solo che Klm ha un
                     fatturato superiore di circa il 50% (6.077 miliardi contro 4.033 nel primo
                     semestre), ma soprattutto una redditività da record rispetto un'azienda
                     che sta uscendo da un tunnel di perdite nel quale ha marciato — anzi
                     volato — per nove anni. Klm ha una capitalizzazione di Borsa di oltre
                     4.700 miliardi, Alitalia si attesta poco sotto i 1.800.
                     In prospettiva, però, è soprattutto la compagnia italiana che potrà
                     beneficiare dell'intesa, se tornerà a bordo larga parte del traffico d'affari
                     che oggi sfugge al NordItalia attraverso gli scali (e con i vettori) del
                     NordEuropa. Questo sarà possibile se sarà Klm a contagiare Alitalia con
                     le sue virtù e la sua efficienza operativa, mentre sarebbe letale una
                     contaminazione in senso opposto. Sarà determinante anche la
                     riorganizzazione delle rotte negli scali di Fiumicino, Malpensa e
                     Schiphol, unita alla capacità di Alitalia e dei sindacati di essere efficace
                     ed evitare così che l'accordo si risolva in un corridoio preferenziale per
                     attirare il traffico italiano via Amsterdam.
                     La lettera d'intenti che Cempella firmerà con l'amministratore delegato di
                     Klm, Leo Van Wijk, dà tempo un anno per arrivare a rendere operativa
                     l'alleanza, il cui presupposto è il trasferimento del traffico a Milano su
                     Malpensa, lasciando a Linate solo le rotte con almeno 2 milioni di
                     passeggeri l'anno, cioè la sola Roma-Milano. Poiché il trasloco è fissato
                     per il 25 ottobre 1998, è questa la probabile data per il decollo
                     dell'intesa. Già dal prossimo luglio, tuttavia, potrebbe esservi un
                     incremento delle frequenze da Roma e Milano su Schiphol.
                     Accompagnata da un code sharing, l'intesa prevede un'alimentazione di
                     Malpensa con una nuove rotte dai centri minori in Europa, ma anche
                     dalla provincia italiana su Schiphol. Sarà soprattutto la Klm, con i B737
                     e i Fokker suoi e delle controllate, a svolgere questo lavoro, perchè
                     Alitalia non ha aerei sufficienti, a causa dei vincoli posti dall'Unione
                     europea al via agli aiuti di Stato. Si parla di sostituzione di Klm ad
                     Alitalia per 17 rotazioni giornaliere, cioè voli di andata e ritorno. È decisa,
                     ma da discutere nelle forme, la partecipazione all'alleanza della
                     Northwest, che ha i suoi aeroporti centrali a Minneapolis, nella regione
                     dei grandi laghi americani, e Detroit. Probabili nuovi voli da Roma e
                     Malpensa verso gli "hub" del partner americano. Alitalia dovrà comunque
                     regolare i rapporti con la Continental, con la quale la minialleanza in atto
                     per alcuni voli su New York potrebbe — secondo l'Iri — sopravvivere.
                     G.D.
 

Questi articoli non tengono poi conto di un ulteriore sviluppo che ha trasformato lo scenario aereo degli Stati Uniti proprio nei primi mesi del 1998. Dopo alcuni mesi di colloqui con la Delta Airlines, la Continental firma un accordo con la Northwest per la cessione del 15% del capitale al vettore di Minneapolis. Questo accordo sfocerà presto in un vasto programma di code-sharing e in futuro ad una più intensa collaborazione in tutti i settori del trasporto aereo.
Tramite la coordinazione degli hub di Minneapolis, Detroit e Memphis operati dalla Northwest insieme a Newark e Houston della Continental, la nuova alleanza potrà costituire una seria minaccia ai "Big Three" costituiti dalla United Airlines, American Airlines e Delta-alleate rispettivamente con la Star Alliance, British Airways e Swissair.

Sono inoltre in corso dei contatti con la Malaysia Airlines per estendere l' alleanza al mercato asiatico, mentre sembra ormai più che ovvia la scelta della Jas quale partner strategico per il Giappone, essendo la Jal già legata all' American Airlines, mentre la Ana ha da tempo rese note le proprie intenzioni di far parte della Star Alliance.

Non bisogna poi dimenticare che la Klm dispone di un buon numero di accordi con vettori europei "di nicchia", di cui spesso detiene una parte di capitale.
Oltre alle sussidiarie Klm Cityhopper e Klm Exel che fungono da feeder allo hub di Amsterdam, la Klm Uk e la Braathens SAFE forniscono all' alleanza una buona presenza nel mercato Britannico ed in quello scandinavo. E' molto probabile che Alitalia aderisca a questi accordi una volta entrato in vigore quello più sostanzioso con la Klm.

Infine, la Klm possiede una parte di capitale nel vettore Keniota Kenya Airways, di fatto rendendo l' alleanza Alitalia-Continental-Klm-Northwest la prima realmente presente nel mercato africano.

Si tratta ora di vedere come si svilupperanno gli accordi, anche se ci sono buone  probabilità che presto questa alleanza possa costituire una vera alternativa alla Star Alliance od al futuro asse Ba-Aa.

Si consiglia di visitare la pagina inglese per ulteriori articoli e comunicati stampa.
 
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