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Sono partito,qualche volta.
Ho visto montagne scavate dai Nabatei, edifici piramidali celebranti la morte(spesso) o la vita(raramente)di potenti, residenze di grandi e piccoli uomini, gruppi di donne cercarsi pulci tra i capelli senza però assomigliare alle scimmie, uomini bruciare salme di altri uomini sulle rive dei fiumi sacri perché un dio lo richiede, e poi Dakau, Auschwitz, Birkenau dove l'orrore e l'Olocausto non sono mai terminati, ma il luogo più commovente l'ho visto in Venezuela.
E' l' Ayuantepui, la montagna sacra degli Indios che abitano la foresta pluviale. Essa rappresenta, per questi uomini, la vita e la morte, le stagioni, l'abbondanza e la siccità, la redditività della caccia,i sogni più belli, gli incubi peggiori, il passato di povertà dignitosa, il presente privo di riferimenti, niente futuro, la stessa improbabile aspettativa di sopravvivenza come popolo.
Da sempre.
Fino a quando la plastica, l'alluminio e gli scarti tecnologici dei Grandi li seppelliranno.
Per sempre.
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Due luoghi interessanti, un amico
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