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Martignano
 
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Martignano è un piccolo comune a circa 18 Km. dal capoluogo salentino; e uno dei nove paesi della Grecia Salentina. Ha un'economia prevalentemente agricola. Esistono due tesi contrapposte sulla nascita del paese; per il Tasselli, a fondare Martignano era stato un manipolo cretese guidato da Giapeto, per il Maselli e l'Arditi invece, i natali del paese sono romani. A conferma di ciò, sostengono che la martora, animale che campeggia nell'arma civica del paese, era sconosciuta ai greci ma non ai romani che della bestiola conoscevano la scaltrezza e l'astuzia. I greci, in ogni modo, subentrati ai romani dopo la caduta dell'impero, furono padroni del paese per cinque secoli e lasciarono segni, ancor oggi visibili, del loro lungo dominio (lingua, usi e tradizioni). Nel Periodo del feudalesimo appartenne prima, alla famiglia dei Brancaccio, poi a quella dei Palmieri, quindi ai Granefei. Il protettore di Martignano è San Pantaleone, che viene festeggiato il 27 luglio. Gli abitanti del paese vengono soprannominati "ciucci" per via di un avvenimento tragicomico, che le sere d'estate gli anziani seduti sugli usci, raccontano ai giovani che chiedono spiegazioni sulle ragioni di quel nomignolo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un contadino potava un albero sfidando le leggi dell'equilibrio; un frate che passava per caso dì là, accortosi di questo, lo invitò a prestare più attenzione perché rischiava una brutta caduta. L'invito cadde nel dimenticatoio ed... il contadino cadde per terra. In quel momento, il contadino ricordò le parole del passante, e credendo la sua, una premonizione, si mise a rincorrerlo e quando lo raggiunse gli chiese se poteva predirgli quando sarebbe morto. "Morrai quando la tua asina avrà fatto tre peti", disse il frate irridendolo. Mentre tornava a casa ripensando all'accaduto, l'asina che cavalcava fece il più naturale dei rumori; quando a questo, seguì il secondo, l'uomo allarmato e preoccupato, pensò bene di tappare il foro che lo metteva in apprensione. La compressione che in questo modo si creò nell'intestino dell'asino fu micidiale a tal punto che il tappo partì come un proiettile e colpi il malcapitato che cadde a terra svenuto. Più tardi, alcuni uomini che passavano di la, credendolo morto decisero di portarlo in paese sopra una barella di fortuna. Sulla strada del ritorno, il contadino si svegliò e accortosi che lo stavano portando dalla parte sbagliata, si mise a gridare. L'urlo ebbe l'effetto di spaventare coloro che lo stavano trasportando, a tal punto che lasciarono cadere la barella col suo carico nell'acquitrino, che stavano attraversando, e se la dettero a gambe. Il malcapitato, non sapendo neanche nuotare, annaspò un poco e poi annegò. Fu così che la predizione del frate si avverò. A ben riflettere però, quel contadino si era comportato proprio come un vero "ciucciu".
      

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Vincenzo Marzano
emarzano@hotmail.com
Date Last Modified: 18/09/98
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