ACCUMULATORE AL BICARBONATO
Gli accumulatori sono un tipo particolare di batteria elettrica che si basa su una reazione chimica reversibile, vale a dire collegando l'accumulatore ad un'opportuna fonte di corrente continua si sviluppano in esso delle reazioni chimiche che, una volta completate, si possono svolgere in senso opposto con produzione di corrente elettrica.
Il tipo più noto e più diffuso di accumulatore è quello al piombo, impiegato nelle automobili, in questo vi sono due lastre di piombo immerse in una soluzione di acido solforico.
L'accumulatore di cui qui si propone la costruzione utilizza anch'esso due lastre di piombo, ma come elettrolita è impiegata un'innocua soluzione di bicarbonato di sodio.
Il disegno dovrebbe dare un'idea della semplicissima costruzione.
L'elettrolita è ottenuto sciogliendo in acqua mezzo cucchiaino da caffè di bicarbonato di sodio (NaHCO3, reperibile in tutti i supermercati ed impiegato per svariati usi domestici).
Per caricare l'accumulatore le due lastre di piombo vanno collegate una al polo positivo ed una al polo negativo di una batteria da 4,5 Volt.
Il principio di funzionamento è il seguente: il piombo è naturalmente ricoperto da uno strato grigio opaco di ossido di piombo (PbO), quando si collegano le due lastre alla batteria al polo positivo si libera ossigeno che reagisce con l'ossido di piombo dando biossido di piombo (PbO2), al polo negativo invece si forma idrogeno che reagisce con l'ossido di piombo formando acqua e piombo metallico.
Quando si utilizza l'accumulatore caricato come fonte di corrente le due reazioni si invertono ripristinando lo strato di ossido di piombo su entrambi gli elettrodi.
La tensione ottenibile con questo tipo di accumulatore è di circa 1,5 volt, il tempo di carica e la conseguente intensità di corrente ottenibile dipendono dalla superficie delle lastre di piombo.
L'elettrolita è non tossico e non corrosivo, l'unica precauzione da osservare è quella di evitare di utilizzare il recipiente per bevande ed alimenti e di lavarsi accuratamente le mani dopo aver toccato le lastre di piombo, questo per l'elevata tossicità dei composti di questo metallo.
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