Zio Giorgio

24 maggio 1924 - 24 ottobre 1997


Ma i grandi amici vivono per sempre, e quindi anche lo zio Giorgio.
Ora vi parlo di lui.
Lo zio Giorgio si chiama in realtà Patrizio Rava Ronco, ma tutti lo chiamano Giorgio da sempre. È il marito di mia zia Giovanna, la sorella di mia mamma. Ha gli occhi azzurri e i capelli bianchi. È nato a Castiglion dei Pepoli, in provincia di Bologna (e si sente, perchè ha un simpaticissimo accento emiliano), il 24 maggio del 1924. Di professione è medico legale, e io sono la sua segretaria. Passiamo i pomeriggi a lavorare insieme, scrivendo perizie e parlando del più e del meno, finchè non arriva la zia Giovanna a sgridarci perchè chiaccheriamo invece di lavorare. Ma noi continuiamo lo stesso a chiaccherare, perchè abbiamo un sacco di cose da dirci e coi divertiamo un sacco insieme. Si veste sempre in maniera molto elegante (anche grazie alla collaborazione di mia zia, che lo aiuta a scegliersi i vestiti) e il suo segno distintivo è il cravattino a papillon. Ama molto il computer, anche se il computer non ama molto lui... e a quel punto mi chiama, e io sono subito pronta ad intervenire, per domare il computer ribelle (anche lui, però, che si è preso un Olivetti... lo prendo sempre in giro per questa sua scelta). Ama moltissimo gli aperitivi, specialmente il Negroni, e quando andiamo assieme in centro per lavoro, ci fermiamo spesso al Bar degli Aperitivi per prendere l'aperitivo con tanti stuzzichini, che ci sbafiamo di nascosto, perchè se la zia Giovanna sapesse che infrangiamo ambedue la dieta ci sculaccerebbe. Poi gli piacciono i film commoventi, soprattutto quelli con bambini come protagonisti, che guardiamo spesso insieme, finendo per piangere tutti e due. Ama Dario Fo e il gioco degli scacchi. Ha un vero e proprio pallino per la matematica, ed è bravissimo a fare il gioco delle targhe (ovvero, trovare una relazione logica fra i numeri delle targhe). Adora le scienze naturali, la fisica e l'astronomia, e in particolar modo ama i libri di Stephen Hawking. È appassionato di antropologia. Ha anche una grande cultura umanistica, e tiene molto a parlare e a scrivere in modo corretto e curato. La domenica, a pranzo insieme, passiamo ore a discutere, vocabolari ed enciclopedie alla mano, sul significato e l'etimologia di certe parole. Però ha una vera e propria idiosincrasia per i nomi propri, li confonde e li dimentica in continuazione. È un ex-comunista, comunque sempre molto agguerrito a difendere le ragioni della sinistra. È una persona intelligentissima, con un sottilissimo senso dello humor, tanto raffinato che a volte solo io capisco le sue battute. Quando si arrabbia si mette ad urlare, ma ormai lo conosco e so che è il suo modo di appassionarsi ad una discussione. Gli piace vedere le partite di calcio alla televisione, e spesso va a guardarle al bar di Fernanda per commentarle in compagnia.
Noi siamo grandi amici, ce lo diciamo in continuazione, lo siamo sempre stati e lo saremo sempre. Mi ha regalato il mio primo giocattolo, quando sono nata, un orsetto, che si chiama naturalmente Giorgio, e che ho sempre qui in camera mia. Capisce quello che mi passa per la testa, senza neanche bisogno che glielo dica, ed è lo stesso per me nei suoi confronti. Ascolta le mie confidenze e mi fa le sue. Risolviamo i problemi insieme, lui mi chiede aiuto e io lo chiedo a lui. Come potrei mai stare senza di lui? Non riesco proprio ad immaginarlo.
È una persona eccezionale, ve lo garantisco, unica al mondo. E io gli voglio davvero bene.


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