Spaccianeve

Tanto tanto tempo fa, l'altr'anno, in una bellissima foresta incantata, viveva una bellissima proprietaria di piantagioni columbiane.
Penso abbiate capito che non si trattasse di caffe' tantomeno di tabacco ne' di CACAO, ma ci stiamo avvicinando!
Il suo nome era Biancaneve. Intendo il nome della produttrice, non della piantagione.
Con lei vivevano 7 piccolissimi nani-spacciatori che lavoravano tutti i giorni nelle piantagioni di COCA sui monti del TIROLO.
Il piu' anziano dei nani, nonche' il piu' istruito e il responsabile dei traffici dell'azienda era NARCODOTTO. Alle sue strette dipendenze c'era SPACCIOLO, il nano che si occupava della vendita al dettaglio, gran lavoratore  e grande amico di FATTOLO, il nano cavia che sperimentava su di se tutte le nuove miscele che Biancaneve creava nel suo laboratorio.
A FATTOLO piaceva molto fare il BUCATO, nel senso che stava spesso accasciato sotto un albero per smaltire l'effetto degli esperimenti.
Un giorno Spacciolo, alla ricerca di nuovi luoghi dove poter installare punti di smercio, per poter cosi' ampliare la rete di distribuzione, si perse nella foresta per ben tre giorni e tre notti e, se non fosse stato per il gran fiuto di Sniffolo, nano sciatore (le piste che si faceva, solo lui lo sa), che guidava la spedizione di ricerca, probabilmente avrebbe fatto una pessima fine, magari trovato durante una crisi di astinenza,sarebbe finito in una comunita' di recupero.

Biancaneve viveva insieme ai suoi nanetti in una bellissima casa e...., se  quello che si dice dei nanetti e' vero, Biancaneve era una donna veramente fortunata!

La casa dove abitavano era molto graziosa, immersa nel verde,con un giardino splendido che veniva curato con amore tutti i giorni dai nanetti.
Vi erano bellissimi papaveri rossi con cui Drogolo, nano cuciniere, preparava degli infusie delle tisane da sballo (e non e' solo per dire).
Cresceva inoltre una bellissima pianta, con delle strane foglie a cinque punte, che seccate al sole ...... insomma, un tabacco niente male!!!
Il responsabile della coltivazione di queste piante, nonche' della fabbricazione di svariati prodotti che si ottenevano da queste, era Cannolo, il nano dal pollice verde. Oltre al pregiatissimo tabacco sopra
citato di cui Fusolo ne aveva fatto una ragione di vita, con queste piante si produceva un olio aromatico che Drogolo era solito usare come condimento sui suoi piatti piu' prelibati. Purtroppo non crescendo ulivi da quelle parti, i poveri nanetti si dovevano arrangiare con quello che
offriva loro la natura.
Il miele, che usavano come dolcificante in quanto non conoscevano lo zucchero, era naturalmente prodotto dalle api-nane operaie con il polline che offriva loro questa fantastica vegetazione.
Le api, effettivamente un po' strane, quando volavano sembravano pipistrelli.
Al di la' della foresta, sorgeva un bellissimo castello nel quale viveva la regina dei tossici; questa possedeva uno specchio parlante al quale chiedeva: "Specchio, specchio delle mie Brame, chi e' l'eroina del reame?" E lo specchio immancabilmente rispondeva : "Biancaneve, o mia
regina, lei e' pura, e' molto piu'  raffinata di te ed ha anche un bel taglio!"
Un bel giorno, quella rovinata di una regina, stanca che il suo traffico di stupefacenti fosse sempre adombrato dalla qualita' e dal servizio ineccepibile di Biancaneve, decise di porre un drastico rimedio alla tragica situazione e, dopo alcuni giorni rinchiusa in laboratorio con i suoi migliori chimici, riusci' ad elaborare una miscela di roba bastardissima in grado di mandare in stato di perenne fusione anche Bob Marley.
Cosi' la regina, travestita da Befana per non farsi riconnoscere, si addentro' nella foresta incantata e si diresse verso la casa di Biancaneve.
Giunta a destinazione, la vecchiarda le offri' una bella pera, fatta in casa, a Biancaneve che ingenuamente se la fece in un sol colpo cadendo a terra impallatissima.
Quando la sera i nani tornarono a casa videro subito Biancaneve in overdose e preoccupati di perdere il loro posto di lavoro, si diedero all'alcool.
Fortunantamente passava di li' un giovane filosofo, un oratore, un cosidetto Principe del Foro, insomma, un esperto in materia.
A soli sei anni, col "piccolo chimico" gia' si faceva storie acide.
E cosi', patapim e patapam, il Principe guari' Biancaneve, ando' dalla Regina dei tossici, estrasse la sua spada enorme e bucandola piu' volte la ridusse allo stato vegetativo e tutti vissero drogati e contenti.

La morale e sempre quella, dai una pera a tua sorella. 1