Il pm:
«Sequestrate Dragonball, quel fumetto incita alla pedofilia»
Perugia.
Il numero di aprile di Dragonball, il mensile di fumetti dedicato
al protagonista dei cartoni giapponesi, potrebbe incitare alla
pedofilia. Per questo motivo il pm Giancarlo Di Gennaro, dopo
averne acquisito e sequestrato una copia, ravvisando il reato
di pubblicazione oscena l'ha inviata per competenza alla procura
di Perugia perché decida se provvedere al sequestro del mensile
su tutto il territorio nazionale. Il fumetto è infatti edito
dalla casa editrice umbra Starcomics.La scena del fumetto sotto
accusa è quella del «Mago delle tartarughe» in cui una ragazzina
dell'età di otto-nove anni si rivolge al mago, raffigurato come
una persona anziana, per ricevere le «sfere del potere». Il
vecchio in cambio le chiede di poter vedere le mutandine e la
bambina, sollevando la gonna, risponde di non averle più.
«Il contenuto di questo fumetto è di una gravità enorme - commenta
il pm Di Gennaro - perché il messaggio è di accettabilità di
comportamenti pedofili».La denuncia in procura è stata presentata
nei giorni scorsi dai servizi sociali, a cui si erano rivolti
un gruppo di genitori per segnalare il numero di aprile di «Dragonball
», molto letto dai giovani, con una diffusione in Italia di
150 mila copie.
Personalmente
credo che sia il PM, che il MOIGE, da cui è partito tutto questo
siano persone che non conoscono ciò di cui stanno parlando.
Gli stessi genitori del MOIGE, mancano di rispetto per le persone
e per i propri figli bombardandoli di insensati divieti e bigotte
censure. Prima di tutto puntano il dito su un fumetto il cui
intento è quello di divertire il lettore e non di "istigarlo
alla (presunta) pedofilia"; inoltre Bulma, come sanno i lettori
di Dragon Ball, ha 16 anni quando inizia la storia, e quindi
è ben più grande di una bambina (con un corpo anche ben strutturato).
Se la gente pensasse prima di additare contro, molte cose non
accadrebbero.
Da
ricordare, inoltre, che alcuni anni fa Sailor Moon fu tacciata
di rendere i maschietti che guardavano il cartone animato, trasmesso
su reti Mediaset, omosessuali. Questo perché, i bambini, si
impersonavano nelle protagoniste.
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