"City Hunter's definitive" (di Fran) |
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"Cristina,
non puoi farmi una cosa simile!!" Il tono di Ryo al telefono era piagnucoloso,
ormai. Con grande pazienza, Cristina ricominciò a spiegargli che non
era lei a volergli combinare quel brutto scherzo.
"Ryo, tu sai che l'isola (vedi City Hunter 2° serie, episodio n°
58 "L'isola di cristallo") è a tua disposizione da subito...
per te e per la tua Kaori... " All'altro capo del filo, il timbro della
voce di Ryo si fece basso, profondo e sognante. Era così sexy che Cristina
rimase senza fiato.
"... un paradiso per me e Kaori... E' questo che voglio! Portarla laggiù
e dimostrarle tutto il mio amore... a contatto con la natura... vivere completamente
nudi come Adamo ed Eva... fare l'amore ogni giorno e per tutto il giorno...
voglio che sia perfetto. Mi capisci, Cristina?"
"S... ssì..." Balbettò la donna, quasi rapita "Ma
vedi, l'aereo... "
"Cosa centra quello stupido aereo?! "La voce di Ryo salì immediatamente
di un ottava e si fece stridula "Quel catorcio non può mettersi
tra noi e il mio sogno! Non voglio! E non lo permetterò!"
Cristina represse un sospiro. Irrecuperabile... quell'uomo era irrecuperabile.
Irrimediabilmente infantile.
"Posso darti l'isola, ma l'aereo per raggiungerla non è mio. La
compagnia effettua soltanto un volo ogni dieci giorni, e il caso ha voluto che
l'ultimo volo ci sia stato esattamente alle 12.00 di oggi. Cosa pensi che significhi
questo, Ryo?"
"... Che il paradiso deve attendere dieci giorni..." Guaì l'uomo.
(ma Ryo non ha sempre avuto una fifa matta di volare? NdBuby ^__^)
"Ecco, bravo. Vedi di fartene una ragione."
"Cristina, tu non capisci. Mettiti nei miei panni! Io voglio che il nostro
amore abbia quella meravigliosa cornice! Lo voglio assolutamente! O quello,
o niente! ""Ma... ""Come faccio a stare lontano da Kaori
per dieci giorni, dico dieci giorni? Se devo stare lontano da lei, mi dici come
farò ad avere un erede ?"
"... ma non so..." Cristina si attorcigliò il cavo del telefono
attorno al dito "... cintura di castità?"
Per Ryo iniziò
quindi un periodo di tortura. Non voleva dire nulla a Kaori del suo progetto,
glielo avrebbe fatto sapere al momento giusto. Doveva farle una sorpresa.
Ma, ogni volta che lei gli stava troppo vicino, gli veniva una gran voglia di
prenderla tra le braccia e quando al mattino la vedeva stirarsi dolcemente di
fronte alla finestra, o quando la spiava mentre faceva la doccia, il suo "amico"
gli si drizzava violentemente, accompagnato da un sonoro *Driizzz*!
Cercò di trattenersi, ma fu un'impresa molto dura. Per questo iniziò
a fare frequenti docce fredde, sperando così di calmare in qualche modo
i suoi bollenti spiriti, almeno fino a quando quel benedetto aereo non fosse
stato a disposizione per portarli verso la felicità.
Kaori si preparava
davanti allo specchio, canticchiando allegramente. Ryo voleva uscire per fare
una romantica passeggiata con lei. Non riusciva ancora a crederci. Ryo che l'invitava
ad uscire sola con lui ?
Ricordava l'ultima volta che l'aveva fatto, ed era stato quando la sua amica
Erika, la stilista, l'aveva trasformata in una bellissima principessa. Ricordava
di aver fatto girare parecchie teste al suo passaggio e che anche Ryo si era
accorto do lei. Aveva passato una serata splendida in sua compagnia e quel bacio
sfumato era stata un'amara delusione per lei.
Ryo l'aveva riconosciuta? Aveva forse trovato un collegamento tra quella bella
sconosciuta e la ragazza che vedeva tutti i giorni? Glielo avrebbe chiesto,
prima o poi.
Ora, osservandosi allo specchio, si sentiva contenta di esistere. Era orgogliosa
del suo bel fisico e soprattutto del suo seno abbondante: d'ora in avanti avrebbe
indossato solo camicette scollate per evidenziarlo. Sapeva che a Ryo queste
cose lo facervano andare su di giri.
Quando andava a scuola, provava una grande vergogna per questo: era la ragazza
più alta e prosperosa della classe e per nascondere quelli che pensava
fossero dei difetti, aveva assunto modi ed atteggiamenti mascolini. Ci era riuscita
così bene, che i compagni avevano finito per scambiarla davvero per un
maschio. In casa poi suo fratello non l'aiutava certo. Mancava una presenza
femminile con cui identificarsi. Era cresciuta in mezzo a troppi maschi, e lo
sbocciare di questa femminilità prorompente l'aveva terribilmente spaventata.
Per Jeff era un problema. Credeva che comportandosi così sua sorella
non avrebbe mai trovato marito. Le voleva un bene dell'anima, ma per lui era
solo una ragazzona spropositatamente alta, goffa, con due gambe che sembravano
non finire mai e delle misure da maggiorata. Come se non bastasse poi, non aveva
un minimo di grazia.
"Ma adesso sono cambiata." Diede un rapido sguardo alla fotografia
incorniciata che teneva sul comodino e che la ritraeva adolescente in compagnia
di Jeff.
"Vedrai, fratellino. Ora la mia vita sarà diversa. Non so bene perché,
ma sento che sarà così."
Ryo la portò
a colazione in un delizioso ristorantino e poi a fare una passeggiata nel parco.
Si tenevano per mano, come due fidanzatini e Kaori credette di sognare.
Molte teste si giravano per guardarla. La ragazza indossava un vestitino aderente
e molto corto, regalo di Erika, che metteva in evidenza la sua vita sottile,
le belle gambe slanciate, il seno florido e lo splendido fondoschiena. Si vedeva
che Ryo era geloso degli sguardi che attirava, e questo non poteva che farle
piacere.
C'erano molti bambini a giocare nel parco. Kaori li osservò teneramente.
Sarebbe stato talmente bello averne uno tutto suo, suo e di Ryo, naturalmente!
Ma se lui avesse continuato ad essere così dolce e premuroso con lei,
forse quella notte stessa sarebbe successo qualcosa. Un bimbo piangente le si
fece vicino, con il visino sporco di terra. Era caduto. Kaori glielo pulì
e lo portò dalla madre, che nel frattempo si era alzata per andargli
incontro. Continuarono a passeggiare quando Ryo improvvisamente si fermò.
Si girò verso di lei. La guardò intensamente negli occhi. "Sai,
stavo pensando... non credi che sarebbe ora di averne uno tutto nostro?"
Lei aprì la bocca senza parlare, incredula. "Stai con me da più
di quattro anni, dall'87, e adesso siamo nel '91. E' parecchio tempo. Sarebbe
ora che tu mi dessi dei figli, no?" (Ryo è impazzito tutto d'un
tratto... ^__^; NdBuby)
"... Ryo... "
"E' da un po' che ci penso. Diciamo che sono due o tre anni a questa parte,
per la verità. Ora sono davvero pronto a mettere su famiglia."
Kaori gli si gettò tra le braccia. Era incredibile, ma ci era riuscita,
finalmente!
Quella sera lo aspettò trepidante nel letto. Aveva messo un babydoll semitrasparente, come piaceva a lui. Già si immaginava il movimento frenetico delle sue mani lungo tutto il suo corpo, il fremito della sua pelle a quel contatto. Aspettò a lungo. Aspettò tutta la notte. E quelle successive. Possibile? La stava prendendo di nuovo in giro ?
Passarono altri
giorni. Era molto orgogliosa e non gli fece capire quanto fosse invece delusa
e ferita. Fece finta che nulla fosse successo e continuò con lui la vita
di sempre.
Ma le notti per lei erano un autentico tormento. Ryo non le compariva accanto
e non le rimaneva altro che piangere.
Ma Ryo sapeva del suo dolore, lo stava provando anche lui! Il non poter toccare
la donna di cui era follemente innamorato lo faceva stare molto male. Ogni sera,
senza che lei se ne accorgesse, si fermava sulla soglia della sua camera e rimaneva
lì a contemplarla, vedendo quanto le sue spalle tremavano, e capendo
così che lei stava piangendo.
"Ancora qualche giorno, Kaori, porta pazienza."
Ormai era convinta:
Ryo non l'amava. Anzi, la stava prendendo in giro nella maniera più atroce.
Come era stata stupida! Ci era cascata di nuovo. Avrebbe dovuto lasciarlo, lo
sapeva. Ma non riusciva a separarsi da lui. Proprio non ce la faceva.
Avrebbe voluto confidarsi con Miki, ma per ora non voleva turbarla.
Era ancora convalescente, amorevolmente assistita da suo marito Umibozu.
Il giorno dopo ricevette la telefonata della sua amica Erika che le propose
di incontrarsi quel pomeriggio stesso in un bar del centro.
Aveva una cosa assolutamente importante da dirle.
Kaori arrivò
puntuale alle 16.00 al "Cafè Latino". Erika la stava aspettando
seduta ad un tavolino all'aperto. "Ciao, tesoro. Sei proprio uno schianto.
" La salutò appena la vide arrivare.
"Ciao, Erika. Come stai? E' da un po' di tempo che non ci vediamo."
Kaori si sedette ed Erika ordinò due Martini. Dopo aver chiacchierato
per un po' e dopo aver raccontato le rispettive vite (Kaori era molto curiosa
di sapere cosa aveva fatto l'amica durante tutto il periodo che non si erano
viste) Kaori disse: "Allora, Erika, se non sbaglio avevi una cosa molto
importante da dirmi."
"Certo! Lo sai che la mia sfilata di costumi da bagno dell'anno scorso,
alla quale hai partecipato anche tu, ha avuto un'enorme successo? Un successo
tale che il video è stato spedito in Europa dal mio agente. E, non riesco
ancora a crederci, sono stata contattata da Armani e Valentino. Ti rendi conto?
Armani e Valentino! Le firme più prestigiose del modo! E vogliono che
parta subito per Parigi! Questa è l'occasione che aspettavo per andare
finalmente in Europa e farmi conoscere a livello internazionale!"
"Oh, Erika. E' fantastico! Sono molto contenta per te. Te lo sei davvero
meritato."
"Ma non è finita" continuò l'amica, prendendole una
mano, dopo aver sorseggiato il suo Martini. "Adesso il discorso riguarda
proprio te, mia cara."
"Me?" chiese Kaori, sopresa.
"Si! Armani e Valentino hanno visto la cassetta e mi hanno fatto sapere
di avere molto, e quando dico molto dico molto, apprezzato la bellissima modella,
queste sono le loro parole, dai capelli rossi e dal magnifico modo di camminare.
Tu, appunto!"
"Inoltre" continuò, "i due stilisti adesso sono proprio
in città per prendere accordi e con loro c'è anche le famosa modella
Cindy Crawford. Hanno chiesto espressamente di te e ti vogliono vedere nel mio
studio domani stesso. Allora, cosa ne dici?"
Kaori abbassò lo sguardo imbarazzata. "Ecco... io sono lusingata,
davvero... però..."
"Però?"
"Bhè... non saprei ... ti ringrazio per la generosa offerta, ma
... posso pensarci per un po'?"
"Certamente. Ma devi darmi una risposta entro un paio di giorni. Ti prego,
Kaori! E' davvero una grande occasione e tu sei così bella. Non fartela
sfuggire. Sarebbe un peccato."
"D'accordo, ci penserò. Grazie, Erika."
Stava tornando
verso casa e volle fare prima una passeggiatina nel parco. Forse le cose non
le sarebbero andate poi così male. Quella di Erika era un'ottima proposta.
Avrebbe viaggiato, visto tante città, l'Europa. E forse Ryo si sarebbe
accorto di lei. L'avrebbe portato con sé e sarebbe stato orgoglioso di
lei.
Li vide nel parco che passeggiavano vicini. Non era possibile! Non potevano
essere loro. Una fitta dolorosa al petto le fece capire che era vero. Ryo e
Kasumi parlavano vicini, troppo vicini e non si erano accorti della sua presenza.
Li vide sedersi su una panchina. Si riparò dietro un albero e ascoltò
la loro conversazione. Ma quello che credette di sentire era in realtà
tutta un'altra cosa.
Ryo stava dicendo a Kasumi di aver già prenotato un'isola tropicale per
poter stare lì finalmente solo con la donna che amava e di voler partire
in due e tornare in tre. Ma doveva aspettare ancora un po', perché l'aereo
sarebbe stato pronto solo la settimana successiva.
Nascosta dall'albero, Kaori trasalì. Allora era vero! Ryo non amava lei,
ma proggettava di partire per un'isola con Kasumi. Ma la cosa che più
l'addolorava era che voleva avere addirittura un figlio da lei. Quindi era logico
pensare che ne era innamorato.
Con il cuore a pezzi si allontanò in lacrime. Non avrebbe tollerato sentire
altro.
La verità era un'altra. Ryo stava parlando con Kasumi di quello che intendeva
fare con Kaori, e Kasumi gli stava chiedendo un consiglio per riconquistare
il fidanzato.
Kaori sconvolta,
fece ritorno a casa. Una volta lì, si gettò sul letto e pianse
disperatamente. "Sono stata una stupida a pensare che lui mi potesse voler
bene veramente. Che cosa mi dovevo aspettare da uno come lui?"
Quando Ryo tornò a casa fece finta di niente. Gli domandò dove
fosse stato e lui le rispose di essere andato in giro per una certa faccenda,
senza però specificare di che faccenda si trattasse.
Quindi gli preparò la cena. Lui come al solito, mangiò voracemente.
Dopo aver finito, si massaggiò la pancia piena, ruttò e disse:
"Adesso farei volentieri un po' di ginnastica." La guardò vogliosamente.
"E tu sai bene a che ginnastica mi riferisco."
Kaori arrossì violentemente, soffocò un singhiozzo e corse a chiudersi
in camera sua.
Prese la decisione: sarebbe andata in studio da Erika. Avrebbe firmato il contratto,
quindi sarebbe partita per Parigi a lavorare come modella e forse lo avrebbe
anche dimenticato.
Si presentò
il giorno dopo puntualissima in studio. Armani e Valentino la osservarono attentamente.
Bellissima, dissero, un po' troppo formosa, ma comunque perfetta. Con una pelle
bianca e vellutata, senza difetti, i capelli di un magnifico colore rosso e
un modo divino di camminare. Insomma, era proprio fatta per la passerella. Le
presero le misure. Sbalorditivo! 95- 60- 90 (Seno prosperoso... eh? ^__- NdBuby),
per 1,78 cm di altezza. Cindy Crawford le si avvicinò e le fece i complimenti
per la sua avvenenza. Le scattarono poi alcune foto insieme a lei.
Era così emozionante e imbarazzante sentirsi lodare da una modella talmente
famosa. Avrebbe dovuto essere lei a complimentarsi con Cindy, no? Comunque la
splendida top-model le disse scherzosamente che d'ora in avanti sarebbero state
rivali e anche di stare attenta a tipi come Claudia Schiffer.
Kaori avrebbe voluto firmare subito il contratto, ma qualcosa ancora la tratteneva.
Era indecisa, e chiese ad Erika ancora qualche giorno per poter decidere. Ma
quando l'amica le chiese di Ryo le rispose che fra loro era tutto finito. Erika
le chiese il perché di questa decisione ma Kaori non aveva voglia di
parlarne.
Nel frattempo Ryo
informò anche Miki dell'intenzione di portare Kaori sull'isola di cristallo.
"E' davvero una magnifica idea" gli rispose l'amica, "era ora
che facessi veramente felice quella ragazza."
"Ma c'è un'altra cosa, Miki" aggiunse Ryo. "Kaori non
deve sapere assolutamente niente fino alla fine. Deve essere una sorpresa per
lei, d'accordo? Terrai la bocca chiusa?"
"Terrò la bocca chiusa" giurò Miki solennemente.
Passò un
altro giorno. Fu proprio in studio da Erika che Kaori fece la conoscenza di
un importante organizzatore di sfilate d'alta moda.
Un americano. Un uomo affascinante e di successo: Douglas Stratton, che subito
le fece capire di essere molto interessato a lei.
Ma il cuore di Kaori non era libero, tutto i suoi pensieri erano per Ryo. Eppure,
si stupì di accettare il giorno dopo il suo invito a cena.
La mattina incontrò
per caso Kasumi. La ragazza era tutta felice.
"Non sto più nella pelle" disse, "tra una settimana partiremo
e forse al ritorno lui mi chiederà di sposarlo."
Naturalmente Kasumi stava parlando del fidanzato, ma Kaori già si immaginava
il suo Ryo tra le braccia di quella donna. Non sapeva ancora nulla della riconciliazione
tra Kasumi e il suo ragazzo e del resto la stessa Kasumi non glielo aveva ancora
detto.
Kaori non parlò, si limitò ad annuire. Quindi, lottando per trattenere
le lacrime, le rispose che sperava che fossero molto felici. E detto questo
fuggì via, lasciando Kasumi senza parole, stupita.
Perché Kaori
era fuggita in quello stato? Possibile che Ryo non le aveva detto niente? Forse
doveva andare da lui e chiedergli delle spiegazioni.
Lo trovò in casa da solo.
"Ciao, Kasumi" l'accolse Ryo calorosamente. Accoglieva sempre calorosamente
Kasumi.
"Sai chi ho visto poco fa?" gli chiese subito lei.
"Chi?" Ryo andò in cucina.
Lei lo seguì. Lui aprì il frigorifero e prese una lattina di Coca
Cola.
Kasumi si fece rossa in viso. Che uomo impossibile! Davvero non sapeva niente?
O faceva finta di non saperlo ?
"Ho visto Kaori. Era strana. Le ho riferito del mia prossima partenza e
sai cosa ha fatto?"
"No. Cosa?"
Come era possibile tanta indifferenza? Le aveva spezzato sicuramente di nuovo
il cuore e non gli importava.
"E' scappata via in lacrime. Si può sapere cosa le hai fatto?"
Con pazienza Ryo le spiegò ogni cosa. "Adesso vedi cosa ho in mente
per lei?"
"Oh, Ryo. Scusa. Non credevo che tenessi tanto a Kaori. Ora mi rendo conto
che l'ami veramente. E' così romantico quello che vuoi per lei, quell'isola...
e il figlio che vuoi donarle proprio lì... " Kasumi si fece tutta
rossa. Cominciava ad invidiare un poco Kaori. Sarebbe stata una bellissima sorpresa
per lei quando Ryo glielo avesse detto.
La loro gioia non durò alungo. Poco dopo Ryo vide piombare in casa anche
Saeko e Reika, arrabbiatissime, che gli chiesero subito che cosa aveva fatto
anche questa volta alla povera Kaori. Anche loro l'avevano vista fuggire tutta
sconvolta. Reika gli diede anche uno schiaffo e gli mise addirittura le mani
al collo gridando: "Perché la stai facendo soffrire? Perché
la tormenti? Stai attento che se tiri troppo la corda si spezzerà e la
perderai per sempre!"
Ryo quindi spiegò anche a Saeko e a Reika quello che aveva detto a Kasumi.
Kaori in casa era
sempre più silenziosa e si stava chiudendo sempre più in sé
stessa. Continuava sempre ad occuparsi al meglio di Ryo, ma la sera usciva e
ritornava molto tardi. Qualcosa non andava e così Ryo decise di parlare
finalmente con Miki. L'amica gli disse che anche Kaori si era confidata con
lei qualche giorno prima, prima che Ryo le parlasse del suo progetto. Era scoppiata
a piangere e l'aveva consolata. Kaori le aveva detto che tra lei e Ryo le cose
non andavano affatto bene, che lui non l'aveva neppure sfiorata e lei aveva
così bisogno di lui: Miki l'aveva rassicurata dicendole che presto Ryo
l'avrebbe tenuta sempre fra le sue braccia e che non l'avrebbe mai lasciata.
"Dovrai avere molta pazienza e dolcezza con lei, Ryo" gli disse Miki.
"Ricorda che per molto tempo l'hai ferita e delusa ed è normale
che adesso lei reagisca in questo modo. Ora, quello che ti consiglio è
dirle ogni cosa, partire al più presto per quell'isola e mettere in cantiere
il più bel bambino del mondo."
Ryo le sorrise e l'abbracciò. "Grazie, Miki. Sei l'amica migliore
che abbiamo. Grazie."
Kaori iniziò
subito ad uscire con Douglas. E quando, un paio di giorni dopo, lui la portò
nel suo appartamento lei sperò di dimenticare finalmente Ryo. Douglas
le aveva detto di non aver mai conosciuto una donna bella come lei, e sì
che ne aveva viste passare tante davanti agli occhi. Kaori lo guardò
intensamente. Si abbracciarono e si baciarono. Lentamente lui cominciò
a sfilarle il vestito.
Erano già nudi e Douglas le accarezzava il corpo, elogiandone ogni centimetro,
sondandone ogni piega e saggiandone la consistenza.
Finirono sul letto strettamente allacciati. Douglas era dolce e focoso e sapeva
come rendere felice una donna. Kaori si sentiva bene tra le sue braccia, ma
c'era qualcosa che non andava. Non erano quelle le braccia che desiderava la
stringessero. Erano quelle di Ryo che desiderava.
Si alzò di scatto e iniziò a rivestirsi.
"Cosa fai?" Douglas si tirò su.
"Mi dispiace, Doug. Ma non ce la faccio, davvero. Ti prego, riportami a
casa."
Aspettò
in macchina che entrasse nel portone. Non aveva neanche voluto che l'accompagnasse
fin lì. Scusandosi, l'aveva salutato con un rapido bacio sulla guancia
e poi era quasi fuggita.
La serata era sfumata. Era rimasto deluso di non trascorrere la notte con quella
bella donna, ma lei era stata talmente determinata ad andarsene... Douglas era
però sicuro di una cosa: l'avrebbe rivista e sarebbe stata finalmente
sua.
Kaori entrò
trovò Ryo ancora alzato che l'aspettava. Era seduto sul divano del soggiorno
e le luci erano spente. Kaori le accese.
"Chi è lui?" le domandò appena la vide. Lei non gli
rispose
"Ti ho fatto una domanda!"
Kaori lo guardò tristemente. Doveva dirglielo. Doveva fargli sapere quello
che era successo. Forse sarebbe stato geloso. Doveva fare un ultimo tentativo.
"E va bene. Si chiama Douglas Stratton. E' americano. E' bello, ricco e
organizza sfilate d'alta moda. Deve capire che se glielo dico è solo
perché l'amo.
"L'ami?" Ryo sembrava estremamente calmo. Troppo calmo. Kaori si chiese
se non gli fosse del tutto indifferente quello che gli aveva appena detto.
"Volevo solo scoparlo."
"Sei già andata a letto con lui?"
"Non ancora, se è questo quello che vuoi sapere."
"Da quanto dura?"
"Pochi giorni."
Ryo si alzò dal divano e si allontanò da lei, incerto sulle gambe.
E va bene, penserà che l'ho tradito, forse non gli importerà
niente, ma perché adesso comincio ad avercela con lui?
La calma di Ryo la snervava. Era arrabbiata adesso. Era arrabbiata con tutto
e con tutti, con la situazione, con se stessa.
"E' finita?" Ryo la fissava, implorandola con lo sguardo.
Lei perse la calma. "Non lo so se è finita! "
"Voglio che tu la finisca!"
"Oh, tu vuoi!" La sua calma cominciava a mandarla sulle furie. "Beh,
io voglio un sacco di cose che non posso avere. Tu e un figlio, per esempio!"
"Kaori... Va all'inferno!"
Ryo ripiombò sul divano e si prese la testa tra le mani. Che imbecille
era stato. Proprio un imbecille!
Kaori si chiuse nel bagno, chiudendo la porta a chiave. Non doveva pensarci.
Non voleva più pensarci. Si inginocchiò per terra, premendo la
fronte contro la fredda porcellana del lavandino e fece scorrere l'acqua perché
lui non la sentisse piangere.
"Quando finirà? Quando smetterò di amarlo?"