Spero proprio di non essermi scordata nulla pensò Kaori tra sé mentre varcava la porta ad apertura automatica del supermercato che aveva saccheggiato per distrarsi durante il lungo, lunghissimo pomeriggio. Chissà se Ryo e Katrina sono tornati... Cercò disperatamente di arrestare il rifluire dell'onda di gelosia che la tormentava da ore. Bah... ora torno a casa e provo a fare quel complicatissimo soufflet: se non tengo la mente occupata sento che impazzirò, si disse mentre il semaforo pedonale dal rosso passava al verde. "Ehi!! Ma che modi?!...."
Nella fretta un passante l'aveva spinta, facendole quasi perdere l'equilibrio.
"Mi scusi signorina, sono davvero mortificato..."
Ma Kaori non l'ascoltava già più: per un attimo le era sembrato di scorgere tra la folla la sagoma di Katrina che correva a perdi fiato. Non è possibile... Non poteva certo essere lei, pensò tra sé accelerando il passo nonostante il pacco che teneva braccio non fosse dei più leggeri. "Invece ho visto bene... è proprio lei!" esclamò tutto d'un tratto mentre Katrina svoltava l'angolo senza accennare minimamente a rallentare la sua corsa.
"Katrina!" la chiamò a gran voce Kaori continuando ad inseguirla con crescente preoccupazione.
"Cosa sarà successo? Sicuramente Ryo ne avrà combinata una delle sue... Quello schreanzato!" borbottò fra sé mentre inboccava la strada in cui aveva visto infilarsi la ragazza.
Una lunga macchina nera le passò accanto... Kaori non fece nemmeno in tempo a realizzare cosa stava accadendo che... era già troppo tardi. Sotto il suo sguardo attonito e in una manciata di secondi appena, la pesante portiera si era aperta e due braccia robuste avevano trascinato via una Katrina sconvolta e spaventata.
"O mio dio! Devo fare qualcosa!" esclamò Kaori in preda al panico. Ma come? si chiese guardandosi freneticamente in torno: mettersi ad inseguirli a piedi era naturalmente fuori questione. Se solo avessi la mia macchina...
"Makimura??... Sei proprio tu?" una voce sconosciuta attirò la sua attenzione.
Kaori si voltò di scatto: ad aver parlato era stato un giovane della sua età, in sella a una moto stupenda.
"Takiki??" esclamò Kaori con stupore indicibile non appena il volto ragazzo non fu più nascosto dalla visiera scura del casco. "Shiro... Takiki?" (ho preso in prestito un certo nome da "Mila e Shiro"... NdB)
"Vedo con piacere che ti ricordi di me!" fece il ragazzo con un sorriso.
"Sei di un tempismo perfetto!" Kaori poggiò la spesa a terra e saltò in sella dietro di lui senza il minimo convenevole. "Presto! Una macchina è appena partita per di là!" aggiunse indicando con enfasi un punto davanti a sé. "Dobbiamo raggiungerla a tutti i costi!!!"
"??...Ok ok..." fece lui sbigottito, partendo subito a tutta velocità.
"Si può sapere chi stiamo inseguendo?" chiese finalmente Shiro alla vista dell'automobile che superava un pesante cancello automatico.
"Di preciso... non ne ho idea" mormorò Kaori slacciandosi il casco e sgranando gli occhi incredula: si trovavano a poche decine di metri dall'ambasciata del regno di Sagara. Ecco perché nessuno è riuscito a trovare il covo dei ribelli! esclamò tra sé mentre faceva segno a Shiro di appiattirsi contro un muro perché le sentinelle poste all'ingresso non notassero la loro presenza. L'ambasciata è, non solo al di sopra di ogni sospetto, ma anche territorio diplomatico inviolabile dalle autorità.
"Kaori, mi vuoi rispondere per piacere?" insisté Shiro toccandole un braccio.
"Mi dispiace Shiro, ma non posso dirti nulla" fece Kaori rammaricandosi di doverlo tenere all'oscuro di tutto, dopo che l'aveva scarrozzata sin la' senza la minima esitazione. "E, per di più, ti dovrei chiedere un altro favore... è della massima importanza" continuò, seria.
Il ragazzo la fissò attentamente.
"Dovresti correre alla centrale di polizia e dire alla detective Nogami che, con ogni probabilità, ciò che stanno cercando si trova all'ambasciata di Sagara."
"Va bene Kaori" annuì Shiro. "Spero però che, quando questa faccenda si sarà risolta, mi darai qualche spiegazione... davanti a un buon caffé!" Il ragazzo sorrise, prima di inforcare nuovamente la sua moto.
"Te lo prometto e... grazie Shiro, davvero."
Il ragazzo alzò due dita a mo' di saluto e sfrecciò via in direzione del centro della città. E ora cerchiamo di capire cosa sta succedendo fece Kaori tra sé, mentre si avvicinava con cautela al muro di cinta laterale della villa.
Notò subito che il giro di ronda era composto da due militari armati fino ai denti. Azionò il cronometro del suo orologio: 2 minuti e 45. Aveva poco meno di 3 minuti per intrufolarsi nell'immenso parco che circondava l'ambasciata.
"Ora!" esclamò mentre le due guardie svoltavano l'angolo e, quindi, non potevano vederla. Grazie al cielo mi vesto sempre in modo sportivo... In un'occasione del genere gonna e tacchi a spillo sarebbero solo che d'intralcio ridacchiò tra sé mentre, con notevole agilità, atterrava nel bel mezzo di un'aiuola.
Fece appena in tempo a nascondersi dietro a un albero che il giro di ronda si chiuse per poi riprendere nuovamente.
Kaori tirò un sospiro di sollievo. Non si sono accorti di nulla... Devo sbrigarmi pensò quindi avanzando di qualche passo e continuando a guardarsi intorno, Katrina potrebbe essere in pericolo.
Complice il buio della fredda sera invernale, Kaori riuscì ad avvicinarsi a quella che sembrava un'entrata posteriore.
"Vado a portare fuori i rifiuti!" gridò un garzone uscendo a pochi centimetri da Kaori che si era subito eclissata dietro la porta aperta. Che fortuna... considerò Kaori tra sé infilando l'entrata di servizio mentre il ragazzo di poco prima si allontanava dandole le spalle. E' piuttosto strano che non ci sia nessuno in giro, pensò imboccando un corridoio deserto e poco illuminato. Da quando si era allontanta da quelle che dovevano essere le cucine, non aveva incontrato anima viva. E ormai era un pezzo che girava alla ricerca di un qualunque indizio che le permettesse di individuare Katrina.
"Ora che abbiamo la principessa cosa intendi fare?" Una voce echeggiò improvvisamente nell'aria facendo saltare il cuore in petto a Kaori che subito si confuse nell'ombra di un sottoscala.
Dopo qualche secondo trascorso con il fiato sospeso la mente della ragazza riprese a funzionare. Ma questa voce?... fece quindi cercando di ricordare dove e quando aveva udito quel timbro maschile. Ma certo! Adesso e' tutto chiaro... esclamò tra sé ripensando al servizio TV dedicato all'arrivo della principessa a Tokyo che Ryo aveva seguito con grande attenzione. Si tratta di Amyr Anderson, ambasciatore di Sagara in Giappone! Se Saeko non avesse tanto insistito con il padre (è il capo della polizia, ve ne ricordate vero? NdB), Katrina sarebbe stata alloggiata presso la sua residenza... Sicuramente gli dobbiamo aver rotto le uova nel paniere, proteggendola in tutti questi giorni.
"Inutile dire che abbiamo la situazione in pugno" esultò una voce sconosciuta. "Continueremo a tormentare questi stupidi Giapponesi per ottenere un riscatto astronomico..."
"Già!" gongolò Anderson, "E a nulla sono valse le loro ricerche: non potevano certo immaginare che la bomba si trovasse proprio nella cassaforte dell'ambasciata che loro stessi si sono impegnati a proteggere da qualunque agguato terroristico."
Kaori rabbrividì... Quegli uomini avevano ordito un piano perfetto: grazie a quel nascondiglio geniale si sentivano in una botte di ferro, e potevano giocare al meglio le loro carte.
"Nel caso non si decidessero a pagare... BOOM! Dovranno dire addio alla loro bella capitale."
Kaori era annichilita: se non avesse agito in tempo sarebbero morti tutti quanti... Devo impedirglielo, a qualunque costo! si ripromise tra sé mentre tornava sui suoi passi. Aveva sentito abbastanza: ora la cosa più importante era liberare Katrina. E non appena arriveranno i rinforzi... penseremo alla bomba.
Piano piano, cominciò a scendere una rampa di scale che sicuramente l'avrebbe portata al seminterrato. Katrina si trova chiusa da qualche parte, lontano da occhi indiscreti... E dove se non in cantina?
Giunta in basso si trovò però immersa nella più profonda oscurità. Fece scivolare lentamente la mano lungo la cintura alla ricerca dell'impugnatura della sua 357 Magnum. Non sapeva esattamente cosa fare ne come, ma qualcosa doveva pur inventarsi. E, con in mano l'arma che Ryo le aveva finalmente rimesso a posto, sarebbe stato tutto più semplice. Grazie a Mick ora sono in grado di sparare come si deve, (vedi City Hunter n°36 della versione italiana, NdB) pensò rivolgendo al ragazzo un silenzioso ringraziamento.
Cominciò ad avanzare lentamente, tendendo l'orecchio per avvertire qualunque rumore sospetto. Il cuore le tamburellava in petto così forte che il fatto che non l'avessero ancora individuata quasi la stupiva. Se solo Ryo fosse qui... pensò, maledicendosi all'istante visto che era tutta colpa sua se ora si trovava in quella situazione. Perché diamine ha lasciato sola Katrina!?! sbraitò quindi mentalmente cercando di orientarsi in quel dedalo di corridoi senza fine.
Finalmente i suoi occhi cominciarono ad abituarsi al buio, permettendole di scorgere una scaletta a chiocciola dalla quale proveniva una luce fioca. In fondo fin'ora mi è andata bene pensò mentre, con estrema circospezione, scendeva ad uno ad uno gli stretti gradini.
"Full d'assi! Ho ancora vinto io!" esclamò una voce poco lontana.
"Hai proprio una fortuna sfacciata! Fai quasi schifo..." ribatté qualqu'altro su di un tono ben diverso. Katrina è vicina... lo sento pensò Kaori mentre continuava ad avanzare con la stessa tranquillità che se si fosse trovata su di un campo minato. Sono tutti molto rilassati perché convinti di non avere nulla da temere: sanno che al comando di polizia non verrebbe mai in mente di far perquisire quest'ambasciata. E io devo approfittarne.
"Hai servito la cena di benvenuto alla principessa?" chiese con fare volgare la guardia che aveva parlato per prima.
"Certo... ma quella smorfiosa non ne ha voluto sapere" esclamò la seconda, "si crede ancora nel suo castello!"
Probabilmente ai due la cosa sembrò particolarmente esilarante poiché scoppiarono in una risata sguaiata. Sono sicuramente sbronzi... Tanto meglio fece Kaori tra sé cercando di chiamare a raccolta tutto il suo coraggio: la stanza dalla quale provenivano quegli schiamazzi era ormai a pochi metri da lei.
"Ferma lì... Mani sopra la testa" ordinò tutto d'un tratto una voce minacciosa alle sue spalle.
Kaori si voltò lentamente: un uomo alto e bruno in uniforme militare le teneva puntata contro una Python molto simile a quella di Ryo. Dannazione... imprecò Kaori tra sé, proprio ora dovevo farmi beccare? E non ci vorrà molto perché questo qui attiri l'attenzione degli altri due...
"Sono proprio curioso di sapere com'è arrivato fin qui un ragazzo imberbe come te" la schernì l'uomo cadendo nel solito equivoco. "Ma no... sei una donna..." si corresse quasi subito mentre le si avvicinava. Kaori avvertì improvvisamente sulla guancia il freddo metallo della canna della pistola. "Una donna... e anche carina..."
Ma non fece in tempo a finire la frase che stramazzò al suolo, colpito alla spalle.
"Cosa??..."
"Sempre la stessa storia... " benché quello di Ryo non fu che un sussurro, Kaori non dovette faticare molto per captare il solito sarcasmo annoiato di lui. Lo guardò avanzare allibita: tutto si sarebbe aspettata tranne che vederlo comparire lì, come per magia.
"Comunque bisogna dire che questo bell'imbusto ha gusto nello scegliere le armi..." aggiunse raccogliendo la Magnum caduta a terra.
"RYO!?! Si può sapere cosa..."
"Che razza di socia mi sono andato a pescare..." la canzonò lui tappandole la bocca non appena si rese conto che Kaori stava per esplodere in una delle sue scenate. "Shhh..." le intimò quindi portandosi l'indice alle labbra. "Non so per quale fortuna quei due imbecilli la' dietro non si sono accorti di nulla e tu vuoi rovinare tutto? Potrebbero dare l'allarme!"
Kaori s'immobilizzò all'istante. Uno strano silenzio gravava intorno a loro... le guardie non parlavano più.
"Forse si sono accorti di noi..." bisbigliò Kaori all'orecchio di Ryo che però, nel pieno della concentrazione, non le prestò la minima attenzione. In un'altro frangente, non avrebbe certo temuto una coppia di soldati ubriachi ma, non sapendo a che genere di sistema di sicurezza fosse collegata la bomba, doveva agire con la massima prudenza.
Camminando rasente il muro, si sporse lentamente nell'arco della porta che dava sulla stanza illuminata solo da una lampadina sporca.
"Era ora che arrivassi Saeba... Ma che razza di sweeper sei?!"
Ryo e Kaori fissarono Umibozu a bocca aperta. Si stava dirigendo tranquillamente verso di loro, trascinando con sé i due soldati imbavagliati e legati come salami.
"Umibozu??" esclamarono quindi in coro per lo stupore.
"E chi altri?" fece questi sfilando dalla cintura di uno dei salami un rozzo cerchio di ferro al quale erano attaccate le chiavi delle celle. "E' il tuo giorno fortunato Ryo: Saeko mi ha chiamato e chiesto di intervenire per risolvere al meglio questa brutta faccenda."
"Senti scimmione, si può sapere chi ti credi di essere?" fece Ryo incrociando le braccia sul petto e alzando il mento con fare spavaldo. Siamo alle solite... pensò Kaori portandosi una mano alla fronte con fare rassegnato, ora questi si mettono a litigare e... chi li ferma più?
"Scimmione a me?!" ribatté Umi gonfiando il petto come un gallo da combattimento. "Ma ti sei visto? E poi io non parlo con le mezze calzette!"
"Chi sarebbe la mezza calzetta? Guarda che la tua presenza qui e' del tutto superflua... anzi, sei addirittura ingombrante!"
"Ingombrante io?? Sei tu che hai la prestanza fisica di un moscerino!"
"Ehm... ragazzi?" cercò di intervenire Kaori non sapendo a che punto della nuvoletta bianca creata dai due che si stavano azzuffando dovesse rivolgersi per ottenere la loro attenzione, "...ricordate una certa principessa?... E ci sarebbe anche una bella bomba piuttosto pericolosa ad attendervi..."
"A questo punto Umi te ne puoi anche andare: basto io per rimettere tutto in ordine" bofonchiò Ryo rimettendosi a posto il risvolto della giacca senza però rinunciare a punzecchiare l'amico.
"Lascio a te la precedenza: se te ne vai anche tu stai pur certo che sarò la tua ombra."
"LA VOLETE PIANTARE O NO????????" l'urlo di Kaori li investì in pieno facendo perdere l'equilibrio a entrambi. "Dobbiamo trovare Katrina" aggiunse quindi su di un tono più normale. "A proposito Ryo: mi vuoi spiegare perché l'hai persa di vista questo pomeriggio?"
Il volto di Ryo si oscurò all'istante.
"Ehi Ryo... va tutto bene?" chiese Kaori detestandosi per l'ennesima fitta di gelosia che le serrò lo stomaco. Nonostante i suoi innumerevoli sforzi, non riusciva proprio a smettere di pensare a lui e Katrina, soli.
"Si, certo" la rassicurò Ryo serio. "E ora andiamo a liberarla."
* * *
"Generale... Sanchez e Wallace non rispondono alle nostre chiamate."
"E Natori? Si e' fatto più vivo dall'ultimo appello?"
"No, neanche lui... Qui c'è sotto qualcosa."
"Dì a Trevor di riunire una decina di uomini e di dare un'occhiata in giro."
L'uomo eseguì con estremo rigore il saluto militare prima di scomparire per adempiere l'ordine impartitogli.
"E se ci avessero scoperti?" chiese Anderson con una nota di angoscia nella voce.
"Se anche fosse... elimineremo ogni intruso: voglio 10 miliardi di yen e il totale controllo di Sagara... Non permetterò a nessuno di mettermi i bastoni fra le ruote." Un ghigno sadico accompagnò le parole del capo dei ribelli. "E poi c'è la nostra piccola alleata..." aggiunse, passando la mano su di un voluminoso congegno il cui display si accese all'istante.
"Ma cosa fa?... Non è ancora il momento!" esclamò l'ambasciatore temendo un raptus di follia del Generale.
"Ho deciso di anticipare un po' i tempi..." una strana luce brillava negli occhi dell'uomo. "Avrò il Giappone ai miei piedi quando farò sapere allo Stato Maggiore di aver innescato la bomba: fra meno di 12 ore, Tokyo rischia di scomparire dalla faccia della terra!!"
"Generale... E' sicuro di quello che fa? Avranno il tempo di pagare?... E, sopratutto, ne avremo noi per fuggire?"
"Non ce ne sarà bisogno... pagheranno" assicurò il Generale mentre si apprestava ad attivare il collegamento con l'ufficio del ministro della difesa.
"E se invece non lo facessero? Se non riuscissero a mettere insieme tanti soldi in una sola notte?" La voce di Anderson si era fatta stridula, al limite dell'isteria. "Non voglio rimanere ucciso da uno stupido gas!"
"Ho detto che pagheranno!" esclamò l'uomo battendo il pugno su di un tavolo. "Non avranno scelta..." proseguì quindi una volta calmatosi. "Saranno obbligati a mobilitare la banca centrale e noi avremo il nostro riscatto." La strana fiammella che da prima vibrava nel suo sguardo si animò trasformandosi in fuoco omicida. "Comunque, se dovessero fare i capricci... farò esplodere la bomba con un comando a distanza non appena ci saremo messi in salvo. Stia tranquillo Anderson, non ho la minima intenzione di morire, e men che meno per mano del VX3..." E nessuno sa della mia arma segreta... sogghignò tra sé guardando fuori dalla finestra, se il mio cuore si dovesse fermare, un congegno speciale farebbe scattare immediatamente il timer di emergenza: il mio asso nella manica... Fu il suo ultimo pensiero, prima di comunicare al ministro Takada l'orrificante ricatto che era destinato a consacrarlo ricco e... potente.