"Senza di te..." (di Buby)


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“Fra poco meno di un mese è il suo compleanno”.
Kaori non riusciva proprio a parlare di Ryo al passato e ormai nessuno più osava correggerla, seppure con dolcezza.
“Senti Kaori… oggi pomeriggio ci sarà il funerale” fece Mick sedendosi sul letto accanto a lei, “e abbiamo pensato che, se te la senti, saresti la persona più adatta a pronunciare il discorso commemorativo.” Sapeva di chiederle molto, ma era fermamente convinto che solo così, forse, Kaori avrebbe ammesso con sé stessa che Ryo non c'era più... ne sarebbe tornato.
“Come dici Mick?” lo fissò la ragazza con occhi vacui. “Di quale discorso parli?”
Kaori stava male, era disperata… e si vedeva: lei, che era sempre stata così allegra ed energica, nonostante il dolore l'avesse profondamente segnata a varie riprese, sembrava l'ombra di se stessa. Un imponente muro la divideva dal resto del mondo… una pesante cappa alla quale la ragazza sembrava non opporre la minima resistenza.
Così non puo' continuare… deve reagire, pensò Mick mentre sentiva una rabbia impotente agitarsi dentro di sé. “Il discorso per il funerale di Ryo…” Avrebbe dato qualunque cosa per non vederla soffrire a quel modo… eppure non poteva nulla per lei, nulla.
“Ah… il funerale…”
Mick prese dolcemente una delle mani che Kaori teneva abbandonate in grembo: erano gelide, come prive di vita. Dannazione, ci deve pur essere qualcosa che io possa fare!
“Potresti venire in macchina con me e Umi, che ne dici?” chiese improvvisamente Miki che era da poco entrata nella stanza e aveva assistito a tutta la scena.
“Va bene…” mormorò debolmente Kaori cercando di alzarsi dal letto. “Cosa posso mettermi? Dovrò essere bella… non voglio che Ryo mi veda in questo stato” aggiunse su di un tono monocorde mentre si avvicinava lentamente all'armadio a muro.
Mick e Miki si guardarono in silenzio, indecisi sul da farsi… La loro Kaori sembrava un fantasma: parlava poco, a sprazzi e solo perché ogni dettaglio che attirava la sua attenzione le ricordava Ryo. Avevano provato con ogni mezzo a convincerla di allontanarsi da casa, ma non c'era stato verso di farle capire che solo così si sarebbe ripresa pian piano.
“Miki, cosa ne dici di questo vestito?” chiese Kaori mostrando all'amica un tailleur scuro ed elegantemente sobrio.
“E' molto bello” fece Miki trattenendo a stento una lacrima… Se al posto di Ryo fosse morto Umi, avrei sicuramente preferito seguirlo… non poté fare a meno di considerare fra sé, mentre Kaori si guardava allo specchio tenendo il vestito accostato al corpo per giudicarne l'effetto.
“Le dai tu una mano a prepararsi?” domandò Mick rivolto a Miki. La ragazza annuì con un gesto del capo. “Allora io vado a prendere Kazue… ci vediamo dopo” salutò prima di chiudersi lentamente la porta alle spalle.
Kaori… devi reagire… devi… ripeté silenziosamente il ragazzo fra sé.

Il vento soffiava piano fra gli alberi… Un timido sole invernale illuminava con dolcezza il prato su cui erano riuniti tutti coloro che Ryo avrebbe voluto accanto a sé in un momento difficile.
Mick, Umibozu, Miki, Saeko, Mary, Kazue… c'erano tutti… eppure alla vista di Kaori nessuno sapeva come esprimere il proprio cordoglio.
La semplice funzione era terminata da poco, e Kaori non era stata capace di pronunciare una sola parola da quando il prete se ne era andato. Non vi era stato discorso commemorativo… gli astanti erano rimasti silenziosamente rinchiusi nel loro dolore.
“Non so dirti quanto io mi senta in colpa per ciò che è accaduto… spero che un giorno saprai perdonarmi” la voce sottile di Katrina era rotta dalle lacrime.
“Non c'è nulla da perdonare” fece Kaori scuotendo leggermente il capo, “nonostante tutto ciò che possono dire il prete e gli altri, per me Ryo sta bene… ovunque si trovi.”
“Lo spero anch'io… anzi, ne sono convinta” rispose Katrina in un soffio. “Ti amava troppo per lasciarti sola” aggiunse abbassando timidamente lo sguardo.
Un lampo accese per un attimo il viso privo di espressione di Kaori. “Co..cosa vuoi dire?” La sua voce tremò impercettibilmente.
Katrina tornò coraggiosamente a guardarla. “Anch'io me ne ero innamorata” disse tutto d'un soffio, “e gli ho persino proposto di seguirmi a Sagara ma…” fece una pausa per trattenere un singhiozzo, “lui ha rifiutato la mia offerta. Perché ti amava. Perché mai nessun'altra avrebbe preso il tuo posto nel suo cuore”.
Il corpo di Kaori fu scosso da un brivido. “Te… te lo ha detto lui?…”
Katrina annuì. “Per questo sono fuggita quel giorno… e ora me ne vergogno tanto.”
“Vostra Altezza, dobbiamo andare.” Una delle guardie del corpo di Katrina le si era avvicinata discretamente per avvertirla dell'imminente partenza. “Kaori, io…” continuò Katrina dopo aver congedato l'uomo con un gesto della mano, “spero che verrai a trovarmi a Sagara… sarai sempre la benvenuta: io e i miei sudditi non dimenticheremo mai ciò che te e Saeba avete fatto per noi”.
Kaori si avvicinò alla donna e prese le mani di lei nelle sue. “Ti ringrazio Katrina… e ti auguro buona fortuna: sarai una grande regina” mormorò mentre le lacrime cominciavano a imperlarle gli occhi.
“Ora capisco i sentimenti che Saeba provava per te… sei una donna straordinaria” rispose la principessa mentre si allontanava seguita dalla sua scorta.
“E' stato un bel gesto da parte sua” fece Umi tirando visibilmente su con il naso (come sei dolce Umi! ^__^ NdB) “Vuoi che ti riaccompagnamo a casa?” chiese quindi rivolto a Kaori.
“Ti ringrazio Umi, ma vorrei stare un poco da sola”.
“Beh… allora noi andiamo” fece Reika avvicinandosi a Kaori per salutarla.
“Vi sono davvero grata ragazzi… senza di voi io…”
“Ma cosa stai dicendo?” esclamò Saeko rivolta a Kaori. “Non devi nemmeno pensare di doverci ringraziare!”
“Saeko ha ragione” intervenne Kazue con dolcezza, “non solo Ryo era nostro amico, ma tutti noi gli dobbiamo la vita”.
Kaori regalò ai suoi amici uno sguardo colmo di triste gratitudine…
“Sei proprio sicura di voler restare da sola?” chiese Mick mentre gli altri si allontanavano.
“Si Mick… sento di averne bisogno”.
Il ragazzo la fissò per un attimo… “Allora ci vediamo domani”.
Kaori gli sfiorò piano la guancia con un bacio… “ciao Mick”.

Il mare… il mare aveva il magico il potere di farla sentire in pace con se stessa: quando aveva bisogno di allontanarsi da tutto e da tutti le bastava recarsi su di una spiaggia deserta…
Il dolce rumore della risacca, la salsedine, il vento che le scompigliava i capelli, l'immensità dell'orizzonte… c'era un che di mistico nel continuo ed eterno rifluire delle onde… Kaori si alzò lentamente e lasciò che l'acqua le lambisse la punta dei piedi. Chiuse gli occhi... gli ultimi raggi di sole le accarezzavano delicatamente la pelle…
Non voleva piangere, ma sapeva che dentro di sé qualcosa era morto da quando Ryo se ne era andato. Perché Ryo, perché non hai lasciato che venissi con te? Dovevamo morire assieme…
Un'onda più forte delle altre la distolse per un attimo dai suoi pensieri.
Si sta alzando la marea… tra poco sarà notte… devo tornare a casa… casa… Una parola ormai priva di significato... Oh dio Ryo, cosa farò senza di te? Vienimi a prendere… ti prego…
L'acqua cominciò a bagnarle le caviglie… Invece di indietreggiare, Kaori fece un passo avanti… sentiva freddo, come nel suo cuore… ma allo stesso tempo… forse… forse avrebbe dimenticato… continuò ad avanzare, piano… forse il dolore sarebbe diminuito… il peso che l'opprimeva si sarebbe sciolto per poi scomparire del tutto… forse…
“Kaori! Kaori sei impazzita?”
Due braccia forti la stavano scuotendo vigorosamente.
“Cosa?… Mick…” Il dolore stava tornando… e lei era stanca, così stanca di dover lottare…
“Kaori!! Si può sapere cosa stavi facendo? Guardami! Guardami ho detto!”
“Lasciami Mick…” supplicò la ragazza con un fil di voce, “voglio… dimenticare… ti prego…” il corpo gelido della ragazza sembrava esanime… se non fosse stato percorso da leggeri brividi, Mick avrebbe creduto di essere arrivato troppo tardi.
“Kaori… Kaori…” Mick, sconvolto, non poteva fare altro che continuare a stringerla, stringerla contro di sé per portarle un po' di conforto, per riscaldare il suo cuore.
“Fa troppo male Mick, troppo… io… io non ce la faccio” le proteste di Kaori erano ormai solo dei deboli lamenti. “Non posso vivere senza di lui… prima Maki, poi Ryo… non ce la faccio...”
“Non essere egoista Kaori!” gridò improvvisamente Mick prendendola con violenza per le braccia.
Kaori lo guardò sgomenta, per un istante dimentica del suo folle intento.
“Ryo si è sacrificato per te, per tutti noi… credi che sarebbe felice di vederti in questo stato? Credi che vorrebbe vedere morta la donna che amava più della sua stessa vita?” Ansimava, i tratti del suo viso erano tesi come non mai. “Non c'è bisogno che ti ricordi quello che ha detto Katrina prima di partire…”
Negli occhi di Kaori la disperazione lasciò il posto ad una tristezza infinita. “Ryo le ha confessato di amarmi, è vero… lui stesso me lo disse indirettamente, una volta… mi manca Mick, mi manca da star male… senza di lui nulla ha più senso per me…”
Nonostante fosse convinta di aver esaurito per sempre la sua riserva di lacrime, il suo viso si ritrovò ben presto rigato da lievi rivoletti dolci-amari. “Anche se non posso capire il tuo dolore, posso intuirlo… Kaori, io ti voglio molto bene, come anche te ne vogliono tutti quanti: è difficile per noi vederti soffrire e non poter far nulla per aiutarti.”
“Mick… io…” Kaori sentiva il petto dolerle… era pesante, tanto pesante… colmo di una sofferenza inaudita…
“So che nessuno potrà mai rimpiazzare Ryo nella tua vita ma… forse un giorno riuscirai ad apprezzare l'immenso dono che ci ha fatto… che ti ha fatto…” Kaori era ormai abbandonata fra le sue braccia: non opponeva più resistenza, il suo corpo sembrava più rilassato.
“Ma senza di lui… senza Ryo… come farò? Come farò Mick? Che ne sarà di me?”
“Dovrai tovare in te la forza per reagire… e forse io potrei aiutarti” Mick parlava lentamente, con fare deciso: era la prima volta che Kaori accettava apertamente ciò che era accaduto ed era molto, molto importante.
La ragazza levò lentamente gli occhi su di lui, restando in silenzio.
“Una volta te lo proposi, e tu temporaneamente accettasti: forse questa volta avrò più fortuna” fece il ragazzo accarezzandole i corti capelli, “che ne dici di far coppia con me? City Hunter potrebbe continuare a vivere attraverso di noi.”
“Noi due… City Hunter?… E Kazue? Mick io…” Quello di Kaori non fu che un debole sussurro, ma Mick intravide una fioca luce alla fine del tunnel.
“Non devi per forza prendere subito una decisione… mi darai la tua risposta solo quando sarai convinta di aver preso la giusta decisione.”
“Non lo so... oh Ryo..." mormorò Kaori prima di perdere conoscenza.


* * *


“Tesoro, è del tutto inutile che continui a sforzarti in questo modo: il dottore ha detto più volte che i ricordi riaffioreranno gradualmente.”
Matthew posò sul tavolo l'album di fotografie che da giorni portava ovunque con sé e rivolse alla moglie uno sguardo carico di frustrazione. “Non è facile comportarsi come se niente fosse: mi guardo intorno e tutto mi sembra estraneo… Voglio ritrovare il mio passato e non ci riesco..."
Nathalie gli si avvicinò e passò una mano leggera sul viso di lui. “Vorrei tanto aiutarti, lo sai… ma non ti rendi conto che più ti sforzi più tutto diventa difficile?”
Matthew si scostò piano da lei e si diresse verso la finestra della loro camera da letto. “Probabilmente hai ragione, ma è difficile per me guardarti e non rammentare nulla, vedere quelle foto e non provare una stretta al cuore… Quello che doveva essere il giorno più bello della nostra vita è per me un oscuro buco nero… come tutto il resto d'altronde.”
“E' dura per entrambi, ma sono certa che ce la faremo” mormorò Nathalie parandoglisi di fronte con determinazione. “Affronteremo la cosa insieme.” Matthew guardò attentamente la donna il cui amore traspariva chiaramente da ogni gesto… i suoi occhi erano colmi di un trasporto che lui non riusciva a ricambiare… I più bei momenti del giorno delle loro nozze erano immortalati in quell'album che lo ossessionava… Perché… perché non provava nulla quando lei gli era accanto? Poteva un'amnesia raffreddare a tal punto il cuore di un uomo innamorato? Quella donna era sua moglie…
Come a soffocare il profondo senso di colpa che lo attanagliava da quando aveva riacquistato un certa, seppur ovattata, lucidità, prese Nathalie fra le braccia e lasciò che lei si abbandonasse dolcemente contro di lui.
Presto ricorderò… si, presto.


Continua...




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