Il viaggio in India dei Beatles
inizia nel febbraio del 1968, un anno prima della loro definitiva rottura.
Oltre a loro c'era anche un gruppo di attori
e di altri musicisti più o meno famosi, tutti quanti uniti dalla curiosita' di
scoprire questo paese, per allontanarsi dal moderno mondo ormai nevrotizzato.
Il viaggio a Rishikesh, luogo ai piedi dell'Hymalaya dove sorge il fiume
sacro, il Gange,divenne una meta-culto per molti giovani dell'epoca,
che vedevano in quel posto la realizzazione dell'Utopia.
Ma il pellegrinaggio lì iniziato
continua fin tutt'oggi, e i primi segni di questo viaggio si udirono
con qualche nota di sitar
in Norwegian wood : e pensare che fino a poco tempo prima
la meta obbligatoria dei rockers era l'America, la terra del beat...
Invece adesso nasceva e diventava sempre più un mito il Magic Bus, che
partendo da Amsterdam, portava i suoi sognanti viaggiatori fino a Kabul.
Ravi Shankar, celebre musicista indiano, rappresentò, a detta di George
Harrison (citazione dell'intro a Raga Mala dello stesso Shankar)
"un guru e un padre". Ma il musicista indiano non la vede allo stesso
modo sui numerosi divi della musica occidentale:
dei Beatles stessi ammette di aver avuto difficolta' a suonare e a
capire sia come suonassero il sitar, sia cosa dicessero nelle loro canzoni.
Eppure i Beatles si erano avvicinati già tre anni prima a questo mondo
per noi così misterioso e affascinante durante un tour: nel 1965 infatti
si erano recati sotto spinta di George (dei quattro quello che si era
avvicinato di pi£ alla cultura indiana) anche a Nuova Delhi, ed e' qui che lo
stesso George ha comprato il suo primo sitar. E dopo un week-end nel
Galles passato a conoscere la filosofia indiana , nel febbraio del '67 ecco
la partenza: per Ringo durò appena 2 settimane, Paul, nei due mesi che
spese, conobbe il vegetarianesimo che tutt'ora pratica, mentre George e
John scelsero di rimanere per un altro mese. E sul piano musicale,
le fonti del Gange si mostrarono una vera e propria fonte di canzoni, la
maggior parte delle quali incise nel White Album: fra le più conosciute
ci sono Blackbird, While My Guitar Gently Weeps, Yer Blues e
Wild Honey Pie.
La musica indiana in questa ultima generazione ha avuto non un piccolo ruolo nel dare un'immagine del suo paese a noi occidentali, e i Beatles sono stati forse quelli che hanno iniziato questa via. Ma non tutti i ragazzi degli anni Sessanta e Settanta hanno o avevano realmente capito la musica indiana: basta come esempio l'episodio accaduto a Madison Square Garden di New York durante il concerto per il Bangla Desh: sul palco c'era Ravi Shankar, virtuoso della musica indiana, che aveva subito accolto un gran applauso, ma appena gli strumenti emettono qualche nota, e gli segue un attimo di silenzio, subito tutti applaudono, e Ravi Shankar dice questo alla folla: «Vi ringrazio per averci applaudito mentre accordavamo i nostri strumenti. Speriamo che vi piacerà nello stesso modo la nostra musica.» Ma è anche vero che l'India che veniva conosciuta in quegli anni non era la vera India: quella era l'India di Gandhi, delle poesie di Allen Ginsberg.