Il sangue è un tessuto, al pari dei muscoli o delle ossa.
Il sangue è composto da diverse strutture, che servono a molti scopi. Tra questi vanno ricordati il trasporto dell'ossigeno e delle sostanze nutritive verso le cellule di tutto il corpo, ma anche la difesa dalle malattie, dovuta per esempio ai globuli bianchi (una notevole quantità di corpi di varie dimensioni e scopi), il trasporto degli ormoni e dei gas all'interno del corpo ed altri ancora.
Il sangue è dunque un tessuto di importanza fondamentale per la vita dell'uomo. Non è possibile, con le tecnologie attuali, sintetizzarlo in laboratorio, ed è per questo che la donazione di sangue ha il valore di un atto di grande generosità.
Il sangue è un fluido rosso, viscoso, composto di varie parti. Cito qui le principali:
La donazione di sangue è attualmente l'unico mezzo per sopperire alle necessità di questo prezioso tessuto, almeno fintanto che non sarà possibile sintetizzarlo in laboratorio in maniera precisa ed affidabile. La donazione di sangue è un atto volontario, che presuppone una precisa scelta di coscienza da parte del donatore ed anche delle responsabilità molto serie, in special modo se questi diventa donatore periodico.
La donazione di sangue viene preceduta da un primo esame (detto prick test), volto a controllare l'entità dell'emoglobina presente nel sangue del donatore: la donazione ha luogo definitivamente solo se l'esame viene superato, per evitare problemi al donatore stesso. Insieme al controllo dell'emoglobina vengono rilevati altri fattori, relativi per esempio alla percentuale di piastrine. Esistono, peraltro, altri esami che vengono effettuati in alcuni periodi prima della donazione.
Successivamente il donatore viene sottoposto alla procedura di estrazione del sangue, preceduta dall'estrazione di una quantità di sangue per le analisi di rito: HiV, epatite ed altri. Questa procedura può variare nei tempi a seconda della struttura che esegue il prelievo, MA gli esami vengono svolti COMUNQUE.
Solitamente viene estratta una quantità pari a circa 350 ml di sangue, con massimi teorici di 400-450 ml, quantità questa variabile a seconda dei casi. Dopo la donazione, il donatore dovrebbe restare fermo per qualche minuto, così da adattarsi alla nuova situazione: successivamente potrà riprendere la normale attività (anche se è possibile qualche lieve disagio: al donatore può essere fornito un permesso per assentarsi dal lavoro).
Il sangue donato si riforma in un tempo minimo di 90 giorni, per cui teoricamente saerbbe possibile effettuare una donazione ogni tre mesi: questo tempo comunque tende a variare da individuo a individuo, quindi conviene regolarsi. Personalmente effettuo una donazione ogni 4-5 mesi. Secondo la normativa vigente, il periodo tra una donazione e l'altra è di 90 giorni per gli uomini e 6 mesi per le donne.
Esistono dei precisi limiti di età e peso per poter donare il sangue: secondo i dati in mio possesso, il peso minimo per un donatore maschio è di 50 kg, mentre l'età non può essere inferiore ai 18 anni. Il donatore è chiamato, prima di ogni donazione, a compilare un questionario nel quale gli vengono rivolte domande sulla sua salute e sulle sue abitudini di vita presenti e passate. Queste domande sono relative a tutto ciò che può escludere dalla donazione (abitudine all'alcool e alle droghe, viaggi all'estero, vaccinazioni ma anche tatuaggi e operazioni, malattie...).
Si possono incontrare problemi che impediscono la donazione di sangue intero, come pressione bassa, lunghi tempi di recupero ecc...: in questi casi (ma non solo) si può ricorrere alla donazione di emoderivati.
Questo tipo di donazione prevede modalità diverse rispetto a quella di sangue intero. Vi è un utilizzo selettivo del sangue: ossia, viene sottratta solo una quantità precisa di sostanze, e non tutto il tessuto sanguigno. In particolare questo vuol dire che il "resto" del sangue viene restituito al donatore. Il sangue estratto viene immesso in una macchina nella quale il componente viene separato dal resto del tessuto: successivamente, mentre il primo va nell'apposita sacchetta, il sangue rimanente viene restituito al donatore, in un circolo chiuso assolutamente sicuro per il donatore. È possibile anche estrarre più componenti contemporaneamente.
Questo porta a molti risultati: anzitutto il tempo di recupero si riduce di molto, essendo necessario ricostruire solo una parte del tessuto. Per fare un esempio, possono essere effettuate donazioni a distanza di 14 giorni per particolari componenti. Inoltre, esistono meno problemi per il donatore, che ha perso meno sostanze rispetto al caso di donazione di sangue intero. La donazione però richiede più tempo di quella di sangue intero.
La donazione di emoderivati non va vista come una soluzione di ripiego: anzi esistono molti casi in cui è preferibile alla donazione di sangue intero, proprio per i suoi vantaggi intrinseci. È bene, dunque, rivolgersi al medico della struttura trasfusionale cui si vuole ricorrere per avere informazioni dettagliate su entrambe le tipologie di donazione.
In conclusione, mi preme far notare che la necessità di sangue nel nostro paese è molto elevata. I recenti scandali (1997-8) sul "sangue infetto" hanno gettato luce su una situazione di bisogno che spesso sfocia nell'emergenza, in special modo in quelle regioni d'Italia dove il problema non viene sentito ancora.
Ultimamente il numero di donazioni di sangue, ad esempio in Toscana, ha registrato un aumento: va però notato che questo non deve far sedere nessuno sugli allori. La frequenza minima di donazioni auspicabile dovrebbe essere di almeno 2 l'anno, contro una media attuale di 1,6. Per fare un esempio, attualmente in Italia il 70% del fabbisogno di plasma proviene dall'estero: questo pesa molto sul servizio sanitario, e infine sul prezzo di vendita degli emoderivati.
È anche per questo che ho voluto comporre queste righe, che non sono assolutamente complete né approfondite, ma danno un'idea abbastanza precisa (spero :).
Vi invito per questo a consultare le associazioni di volontariato presenti sul territorio italiano: in tutte le regioni d'Italia è presente l'Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue), associazione non a scopo di lucro nata appunto con lo scopo di organizzare lo sforzo dei volontari per ottimizzare le donazioni e sfruttare al meglio questa preziosa risorsa. L'Avis è stata riconosciuta con la Legge 20 febbraio 1950, n. 49. Non si tratta comunque dell'unico ente relativo alla donazione di sangue: un altro ente particolarmente significativo, almeno qui in Toscana, è l'associazione Fratres, che ha lo stesso scopo dell'Avis.
Vi consiglio di contattare queste associazioni per chiarire eventuali dubbi sull'argomento: qui a Pisa le due associazioni si trovano ai seguenti indirizzi:
Per eventuali domande circa questo testo, vi consiglio di spedire una mail direttamente a me, dato che l'ho steso io.
Questa parte è necessaria quanto antipatica, trattandosi di un argomento molto importante.
Le informazioni presenti in questo documento derivano da documenti fornitimi dalla sede AVIS di Pisa, e da colloqui avuti con i medici del Centro Trasfusionale degli Ospedali Riuniti "Santa Chiara" in Pisa. Essendo stesore ed unico editore di questo documento Web, nessuno degli enti citati ne può essere ritenuto responsabile: l'AVIS Pisa in particolare non ha alcuna responsabilità in tutto ciò che può derivare dalle informazioni contenute in questo documento, pur essendone io socio (tessera n.5117). Io stesso non mi riterrò responsabile di ogni e qualsivoglia conseguenza derivi dalla lettura ed acquisizione di questo documento, avendo già avvisato in vari punti che esso è necessariamente incompleto e sommario. Vi consiglio caldamente di rivolgervi alle associazioni sopracitate e al vostro medico di famiglia, se siete intenzionati a unirvi alla schiera dei donatori di sangue e/o emoderivati.
Un'ultima cosa: Grazie per l'aiuto, Chiara.