Sailor Trek: Voyager

Dove nessuna Senshi e' mai giunta prima...

Capitolo 3 - Allarme intrusi!

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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                    Sailor Trek: Voyager
         Dove nessuna Sailor Senshi e' mai giunta prima...

                Capitolo 3 - Allarme intrusi!

Storia originale di Bill Harris
Traduzione ed adattamento di Ezio "Bosk" Boscani

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   "Vedo che i tuoi rapporti interpersonali hanno ancora bisogno di
migliorare, Sette." noto' il dottore, cercando di far rilassare la
situazione. "Ma credo che dovranno aspettare. Dobbiamo sapera cos'e'
successo alla nave dopo che ha lasciato il relitto Borg."
   "Molto bene" rispose Sette. "Siamo usciti dalla curvatura poco
prima di entrare nel sistema. I sensori hanno mostrato che l'anomalia
che stavamo cercando era molto vicina al quarto pianeta,
nell'atmosfera. Siamo scesi a velocita' di impulso, e siamo entrati in
un'orbita standard. Un away team composto dal comandante Chakotay, dal
tenente comandante Tuvok e Neelix e' stato mandato..."
   "Non era cio' che avevo in mente" la interruppe il dottore. "Se
vogliamo capira appieno la situazione, abbiamo bisogno di dettagli."
   Sette non era convinta. "Il tipo di dettagli a cui si riferisce,
sono irrilevanti."
   "Difficile." ribatte'. "Il minimo dettaglio potrebbe essere una
traccia per sapere cio' che ci serve. Ora, per favore, ricomincia da
quando la Voyager si stava avvicinando al pianeta."
   "Visto che lei lo ritiene importante, forniro' i dettagli che
vuole. Ma credo che sia un uso improduttivo del nostro tempo." Sette
si volto' verso le Senshi. "Come ho detto, ci siamo avvicinati al
pianeta a potenza di impulso. Quando abbiamo raggiunto la giusta
distanza, il capitano Janeway..."

   "Orbita standard, signor Paris" ordino' Janeway.
   "Stiamo entrando in orbita" confermo' il timoniere.
   Janeway osservo' il pianeta in silenzio mentre Tom metteva la nave
in orbita. A parte il fatto di avere un colore piu' pallido rispetto
agli altri pianeti di classe M che aveva visto negli anni, non c'era
altro di strano riguardo al piccolo pianeta. Infatti, dall'apparenza
sembrava abbastanza pacifico. Ma Janeway sapeva bene che le apparenze
molte volte nascondevano qualcosa. "Che mi puo' dire, Harry?"
   Ci fu un breve silenzio mentre il giovane ensign guardava le
letture dei sensori prima di rispondere. Uno sguardo alla stazione
operativa disse a Janeway che qualsiasi fossero i risultati, non erano
buoni. "E' difficile, capitano. Ho fissato la posizione dell'anomalia
all'incirca ad un chilometro dalla superficie, ma c'e' uno strano
campo di energia di sottofondo che interferisce coi sensori."
   Janeway si acciglio'. "Che tipo di campo di energia?"
   "Non so" confesso' Harry. "Sto ancora cercando di identificarlo, ma
le interferenze non rendono facili le ricerche."
   "Non ho mai visto niente del genere" disse Chakotay, concentrandosi
sul pannello fra le sedie del capitano e del primo ufficiale. "Sembra
una specie di energia negativa, ma considerando l'abbondanza di vita
laggiu', non sembra dannoso per la vita organica. Potremmo avere delle
letture migliori se inviassimo un away team." Dopo un momento, guardo'
Janeway, che non gli aveva ancora risposto. "Capitano?"
   Esito' per un momento prima di annuire. "Va bene." disse, con una
certa riluttanza nella sua voce. "Prepari un away team. Ma non restate
troppo tempo laggiu', Chakotay. C'e' qualcosa di questo pianeta che mi
sta dando una cattiva sensazione."
   Il tono della sua voce, fece voltare Paris dal timone, che scambio'
uno sguardo incerto con Harry. Al tattico, l'impassibile Tuvok alzo'
un sopracciglio, ma non ebbe altre reazioni. Chakotay noto' con la
coda dell'occhio che anche Sette di Nove era turbata dallo strano
comportamento del capitano. Comunque, pur essendo disturbato, Chakotay
disse "Si', capitano."  Indico' Tuvok, e il Vulcan lo accompagno'
fuori dal ponte.

   "Comandante Chakotay!"
   Chakotay si fermo' all'entrata della sala teletrasporto, voltandosi
per guardare chi lo aveva chiamato. Ma aveva gia' capito dalla voce
chi era. "Che posso fare per lei, Neelix?"
   Il Talaxiano si fermo', respirando affannosamente. Era ovvio che
aveva corso per arrivare li'. "Comandante, indovino se penso che
stiate per scendere in missione sulla superficie del pianeta?"
   Chakotay annui'. "Si'". Neelix apri' la bocca per parlare, ma
Chakotay lo precedette. "So che sta per chiedere, Neelix. Ma voglio
che l'away team sia ridotto al minimo indispensabile."
   "Puo' essere giusto, comandante." concordo'. "ma i Borg stanno
senza dubbio mandando una nave qui, visto quello che e' successo
all'altra. Il che mi dice che non potremo sostare qui molto a lungo.
Percio', visto che le nostre risorse di cibo stanno diminuendo,
dovremmo utilizzare il nostro tempo qui al meglio." Si fermo' per un
momento. "E dato che io sono l'esperto in materia di vegetazione
commestibile, vi dovrei accompagnare sulla superficie."
   "Comandante, sono esitante nel concordare, ma c'e' una certa logica
in quello che dice Neelix." disse Tuvok.
   Neelix si illumino' letteralmente. "Ehi, grazie, signor Vulcan."
   "Troppo difficile per me discutere di logica con un vulcaniano."
disse Chakotay. "Venga con noi, Neelix."

   Neelix sbatte' gli occhi, disorientato dal cambio del livello di
luce quando si materializzarono sulla superficie. "E' strano"
commento', controllando la vegetazione col tricorder e i suoi sensi.
"Pensavo che saremmo scesi sulla parte illuminata a giorno del
pianeta."
   "Lo siamo." gli rispose Chakotay. Punto' verso l'alto dove il sole
del sistema era visibile. Ma invece di essere una palla lunimosa,
appariva solo come un pallido disco giallo, non piu' luminoso della
Luna piena della Terra.
   Tuvok alzo' un sopracciglio. "Cio' e molto strano. Il sole locale
e' una stella di classe G5, e il pianeta e' approssimativamente a 1.25
AU da essa. Non rilevando stranezze nell'atmosfera, questi fattori
dovrebbero fornire un livello di luce pari a quello della Terra."
   Chakotay guardo' il suo tricorder ed esamino' i dati che stava
registrando. Non sembrava esserci nulla fuori dalla norma, ad
eccezione di... "Ecco il campo di energia che ha rilevato Harry. Ma e'
piu' esteso di quanto pensassimo. E' dappertutto attorno a noi...
nelle piante, negli animali... anche nel suolo."
   "Tutto cio' che possiamo scansionare." noto' Tuvok. "L'interferenza
sta limitando il raggio dei nostri tricorder a meno di trenta metri."
   "Il campo di energia sta assorbendo i raggi esplorativi." concordo'
Chakotay. "Questo probabilmente e' anche la causa della luce bassa."
Premette il suo comunicatore. Era ora di informare il capitano.

   Janeway ascolto' attentamente il rapporto iniziale di Chakotay. "Il
campo di energia e' pericoloso?"
   "Solo se rimaniamo per un periodo esteso... diciamo circa una
settimana." rispose il primo ufficiale fra le interferenze. Janeway
diede uno sguardo a Harry che annui', indicando che stava gia'
lavorando sulla pulizia del segnale. "E, capitano, abbiamo delle
difficolta' nel ricevere il vostro segnale."
   "Abbiamo lo stesso problema." rispose Janeway. "Dev'essere un altro
effetto di quel campo di energia. Harry sta lavorandoci per migliorare
il segnale."
   "Capitano, dai dati dei tricorder dell'away team, sono riuscito ad
avere un indizio sul campo di energia." Harry si fermo', quasi non
credendo a cosa era apparso sul pannello. Quando parlo', sembro'
alquanto imbarazzato. "E'... un campo di Nega-energia."
   "Nega-cosa?" esclamo' Janeway.
   "Harry, te lo sei appena inventato, vero?" chiese Tom con una voce
poco seria.
   "Sembra ridicolo anche a me, ma questo e' cio' che il computer sta
dicendo." disse Harry, difendendosi.
   "La Nega-energia e' un campo bioeletrico che era emanato da
un'entita' chiamata la Negaforce." disse Sette dalla sua postazione
davanti ad Harry. Si mosse dalla postazione e guardo' il capitano, che
era accigliata. C'era qualcosa di familiare in quel nome, ma non
riusciva a trovare il nesso. "La Negaforce era un essere
interdimensionale estremamente potente che e' stato presumibilmente
distrutto da Sailor Moon."
   Harry sembro' ancora piu' perplesso. "Sailor Moon?"
   Janeway schiocco' le dita. "Ora ricordo! Jean-Luc Picard aveva
tenuto una breve riunione su di lei alla conferenza tattica della
Flotta Stellare prima che partissimo. Sailor Moon fa parte di un
gruppo chiamato Sailor Senshi. E sebbene possano apparire delle
ragazzine, hanno poteri straordinari. Cinque anni fa hanno aiutato
l'Enterprise D in uno scontro con una nave Borg." Guardando Sette "Se
ben mi ricordo, Sailor Moon era stata assimilata per un breve periodo
di tempo."
   "Esatto" rispose Sette.

   Chakotay smise di fare scansioni col tricorder e si guardo'
attorno. Non sentiva o vedeva nulla di strano, ma c'era qualcosa che
gli stava facendo rizzare i capelli alla base del collo. Era solo una
sensazione che provava, ma era qualcosa che aveva imparato a
considerare dai primi giorni in cui si era unito ai Maquis. "Capitano,
penso che non siamo soli quaggiu'."
   "Non rilevo niente di pericoloso nelle nostre vicinanze" osservo'
Tuvok, che comunque estrasse il proprio phaser. Era solo logico essere
pronto per ogni evenienza.
   Ciascuno di loro senti' un'ondata di pressione sopra di loso, e si
ritrovarono improvvisamente circondati da forme umanoidi. Ma la
somiglianza con l'essere umano finiva li', visto che sembravano piu'
insettoidi: la loro pelle verde era composta di una sostanza suqmosa,
e il loro grossi occhi sporgevano dalle teste. Prima che Chakotay
potesse fare o dire qualcosa, il capo alzo' il bastone che aveva in
mano e lo abbasso' velocemente verso di loso. La scarica di energia
che risulto' colpi' il Talaxiano, buttandolo a terra. "Neelix!"

   "Ho perso il contatto con l'away team." disse Harry allarmato.
   "Voyager a Chakotay, risponda." disse Janeway, sperando in una
risposta del suo primo ufficiale. Sfortunatamente, l'unica risposta fu
il silenzio. Si volto' alla stazione delle operazioni. "Harry, li
riporti su. *Ora*!"
   Harry cerco' di ubbidire, ma il suo tentativo falli'. "Non riesco a
focalizzare il teletrasporto su di loro." disse. "Il campo di energia
si e' intensificato. Sta disturbando il raggio di confinamento."
   "Provi ad intensificare il confinamento anulare..." il suggerimento
di Janeway fu interrotto da un balzo della nave improvviso, tanto che
il movimento era oltre il limite degli smorzatori inerziali.
"Rapporto!"
   Paris lottava col timone, cercando di stabilizzare la nave.
"Qualcosa ci ha preso, capitano. Ci sta portando giu'"
   "Pieno impulso." ordino' subito Janeway.
   "Pieno impulso." Paris diede i comandi al timone, poi scosse la
testa. "Abbiamo rallentato, ma stiamo ancora scendendo."
   "Stiamo entrando nell'atmosfera" disse Sette.
   Come se il destino avesse deciso di aggiungere altri problemi,
l'allarme intrusione scelse quel momento per iniziare a suonare. 'E
adesso?' penso' Janeway, poi disse in qualche modo "Rapporto!"
   "Diversi allarmi intrusione sui ponti da cinque a dodici." rispose
Harry. "Si stanno teletrasportando attraverso gli scudi."
   "Mandate squadre della sicurezza su quei ponti subito." ordino'
Janeway all'ensign Graves, che aveva preso il posto di Tuvok al
tattico. Annui' ed inizio' a dare gli ordini alle squadre. "Harry,
innalzare campi di forza su tutti i ponti."
   "Si, signora." disse Harry, eseguendo gli ordini.
   "Le squadre di sicurezza stanno facendo rapporto. I nostri phaser
sono inefficienti contro gli intrusori." disse Graves. "Li riescono a
rallentare, ma non a fermare."
   "Dannazione" sussurro' Janeway. "Rinforzare i campi di forza e
proteggere le zone vitali della nave. Computer, disabilitare le
funzioni di comando in tutte le aree controllate dagli intrusori.
Autorizzazione Janeway gamma echo quattro sette." 
   "Funzioni di comendo disabilitate." rispose il computer.
   Il ponte si scosse duramente di nuovo, ricordando a Janeway che
c'erano altri problemi. "Stiamo ancora scendendo." disse Ton
inutilmente, visto che un'occhiata di Janeway allo schermo le aveva
gia' dato la situazione. "Altezza cinquanta chilometri."
   "Dobbiamo liberarci da quel raggio." borbotto' Janeway guardando la
sua console e controllando le letture dei sensori. Le venne un'idea, e
uno sguardo speranzoso le si formo' sul viso. "Ponte a sala macchine.
B'Elanna, ho bisogni che regoli i motori a curvatura per generare un
campo curvatura attorno alla nave, secondo una frequenza che faccia da
controvariante al raggio che tiene la nave."
   "Sto eseguendo." rispose il tenente. "Quanta potenza curvatura
pensa che avremo bisogno?"
   "Non ne sono sicura" rispose Janeway. "Forse tutta. E forse di
piu'." Si volto' verso Harry di nuovo. "Harry, stabilisca un canale
fra i sensori e i motori a curvatura. Il campo a curvatura deve essere
della frequenza esatta perche' funzioni, e gli alieni potrebbero
modificare il raggio quando vedranno che stiamo facendo."
   "Si', capitano." rispose.

   "Va bene. Vediamo di fare in fretta." disse B'Elanna ai suoi
sottoposti. "Carey, prepara i motori a generare il campo attorno alla
nave."
   "Si, tenente." disse muovendosi verso la console di controllo della
guida a curvatura.
   B'Elanna si era gia' rivolta a qualcun altro. "Vorick, fai in modo
che il collegamento che Harry sta preparando sia connesso
direttamente ai controlli della propulsione a curvatura." Il Vulcan
annui'. Nel frattempo, B'Elanna controllo' la situazione del nucleo a
curvatura. Se il capitano aveva ragione, avevano bisogno di portarlo
al limite, e forse oltre.

   Tom alzo' lo sguardo dal timone, con una certa preoccupazione.
"Meglio fare in fretta. La nostra altezza e' nove punto sette
chilometri e sta diminuendo."
   "Qui siamo pronti." disse la voce di B'Elanna dall'interfono.
   "Collegamento dei sensori alla guida curvatura attivato." aggiunse
Harry.
   "Non perdiamo tempo." disse Janeway. "Engage!"
   Giu' in sala macchine, B'Elanna premette i controlli per dare
energia alle gondole a curvatura, generando il campo attorno alla
nave. Fuori, le gondole si alzarono nella configurazione di volo e
emisero una luce blu. Sul ponte, Janeway poteva sentire il ronzio dai
motori mentre l'energia si incrementava. Lo schermo stava dicendo a
tutti che la discesa della nave verso la superficie stava diminuendo
visibilmente. "Porta i motori al massimo, B'Elanna."
   "Si', capitano."
   "Sto leggendo delle fluttuazioni subspaziali dall'anomalia." disse
Harry, con la voce leggermente allarmata. "Ci siamo quasi sopra..."
   La nave si scosse di nuovo, ma questa volta il movimento fu
accompagnato da un lampo di luce. "Siamo liberi!" noto' Paris con
sollievo, ma era preoccupato da un altro dato dello stato della nave.
"Altezza un chilometro. Ma abbiamo perso i motori ad impulso."
   "Anche i motori a curvatura non sono disponibli." aggiunse Harry,
poi inizio' a leggere la litania dei danni. "La potenza principale e'
fuori linea, e anche l'ausiliaria... Capitano!"
   La voce allarmata di Harry distolse l'attenzione di Tom dal timone
per un momento, e poteva vedere che era pienamente giustificata. Il
capitano Janeway era a terra, apparentemente senza conoscenza. Questo,
combinato con l'assenza sia di Chakotay che di Tuvok, lo poneva
nell'insolita posizione di essere al comando. "Sette, vedi che puoi
fare per il capitano." La Borg annui', e stava gia' prendendo il kit
medico di emergenza del ponte. "Harry, devo portar giu' la nave.
Prepararsi per un atterraggio di emergenza. I razzi funzionano, ma
sono troppo ballerini per i miei gusti." Diede un rapido sguardo ai
sensori di navigazione. "Spero solo che il suolo sia solido."
   "Forse il ghiaccio solido potrebbe andar bene" disse Sette.
Confuso, Tom guardo' lo schermo principale per la prima volta da
quando si erano liberati. "Sembra che siamo stati trasportati su un
altro pianeta, sulla sua calotta polare ghiacciata."
   "Dovra' andar bene." disse Tom, tornando al timone. "Perche' non
possiamo tornare in orbita solo con la potenza di emergenza."
   "Ho configurato gli smorzatori inerziali per l'atterraggio." disse
Harry. La sua voce sembrava ferma, ma Tom sentiva che l'amico stava
guardando Sette alle prese col capitano. Non che rimproverasse
l'amico. Se il ponte fosse stato disegnato in maniera diversa, forse
avrebbe fatto lo stesso. "E ho trasferito tutta la riserva di
emergenza ai razzi."
   "Grazie, Harry." E adesso vediamo se davvero sei un buon pilota, si
disse. "Altezza settecento metri... seicento..." La nave prese quel
momento per impennarsi improvvisamente. Tom si prese al timone con una
mano, cercando di stabilizzare la nave con l'altra. "Scusate."
   "Sono i nostri amici laggiu'" disse Harry. "Stanno dannegiando le
linee di comunicazione ODN. Sto reindirizzando evitando il danno."
   Dopo pochi istanti, Tom senti' il timone che rispondeva meglio. "Va
meglio. Buon lavoro, Harry. Altezza duecento metri. Estendere le
strutture di atterraggio." Quattro pannelli si aprirono nella parte
inferiore dello scafo secondario e le strutture di atterraggio si
estesero e si bloccarono in posizione. Tom fece gli ultimi
aggiustamenti al timone e porto' la nave a terra dolcemente.
   Con la nave ora a terra sul ghiaccio, Tom era libero di lasciare il
timone. Si inginocchio' di fianco al capitano. "Come sta?" chiese a
Sette.
   "Stabile per ora. Comunque non riesco a trovare una causa
fisiologica per il suo stato di incoscenza."
   Tom sapeva che le sue conoscenze mediche erano limitate, ma lo
trovava lo stesso difficile da credere. Ma finche' non si fosse
svegliata, era lui al comando. E sapeva che il capitano Janeway aveva
a cuore la salvezza del suo equipaggio prima della propria. "Harry,
situazione intrusi?"
   "Ancora li', ma almeno il loro numero ha smesso di crescere. Non
possono mandare nessuno attraverso l'anomalia. I motori a curvatura
l'hanno attivata, mandandoci qui. Ecco perche' si e' interrotto il
raggio." Guardo' verso Tom. "Comunque ho scoperto cosa e'. Non e' un
wormhole, ma un flusso quantico."
   Tom scosse la testa. "Traduci, Harry."
   Fu Sette a rispondere. "E' un fenomeno spaziale che puo' servire
come porta fra due universi. E questo evidentemente lo e'."
   "Grande." borbotto' Tom. "E noi che pensavamo che essere nel
Quadrante Delta fosse disastroso."
   "Potremmo tornare attraverso il flusso in una maniera piu'
controllate." disse Sette. "Ma suggerirei di occuparci degli intrusi
prima."
   Tom annui'. "Giusto. Harry, riempire tutti i compartimenti con
l'eccezione del ponte e della sala macchine con anestezina. Se abbiamo
fortuna, dovrebbe metterli fuori combattimento."
   "Se non funzionera', tutto l'equipaggio sara' incapacitato." disse
Sette.
   "Hai un'idea migliore?" chiese Tom.
   "Non al momento" ammise con riluttanza.
   "Sto rilasciando l'anestezina." disse Harry. Ci furono diversi
attimi di silenzio sul ponte attendendo i risultati. "Non penso stia
funzionando, Tom. Gli alieni si stanno ancora muovendo, e..." si
fermo' e sudo' frustrato. "Non so come l'abbiano fatto, ma hanno
appena messo fuori uso i sensori interni."
   "Che stavano facendo?"
   Harry diede uno sguardo alle registrazioni dei sensori. "Sembra che
ci siano due gruppi che stanno cercando di entrare in sla macchine e
sul ponte." Involontariamente tutti guardarono le varie entrate del
ponte. Non c'erano segni al momento, ma tutti stavano pensando che gli
alieni stessero facendosi strada attraverso i campi di forza che
sbarravano loro la strada. "Ce ne sono altri sparsi per la nave. Una
specie di pattugliamento, penso."
   "Abbiamo bisogno di armi che li possano contrastare." disse Tom.
"Ovviamente i nostri phaser non sono sufficienti, anche al massimo."
Guardo' Sette. "Hai un'idea su questo?"
   La Borg sembrava pensierosa. "Possibile. Posso riuscire a
modificare alcune unita' per renderle piu' efficienti. Ma avro'
bisogno di andare nella stiva di carico due.
   Tom annui'. "Non saro' io a fermarti. Harry, vai con lei."
   Sette non sembro' felice dell'idea. "Posso eseguire il compito da
sola."
   "Lo so che ne sei in grado." rispose Tom. "Ma hai lo stesso bisogno
di qualcuno che ti copra le spalle. E inoltre, due persone possono
portare piu' phaser qua."
   Sette non era ancora felice, ma non fece altre obiezioni, e segui'
Harry nei tubi di Jeffries.

   "Abbiamo raggiunto il ponte tre prima che gli alieni ci
intercettassero. Ho detto all'ensign Kim di precedermi alla stiva di
carico due mentre mi occupavo del problema. Dopo che ebbi finito, lo
seguii. Vedendo che l'ensign Kim non era ancora arrivato, ho deciso di
venire in infermeria sperando di trovare l'aiuto del dottore." disse
Sette, concludendo il racconto.
   "E come hai fatto a vedertela con gli alieni sul ponte due?" chiese
Jupiter.
   Sette la fisso' con uno sguardo tagliente prima di risponderle. "Io
sono una Borg."
   Jupiter rimando' lo sguardo a Sette quando questa rivolse la sua
attenzione alla console. "Ah, gia'! Lo sei di sicuro!" borbotto'.
   "Scusatemi." disse il dottore prima di andare da Sette. Abbassando
la voce solo per lei, le disse "Sette, capisco che siano poco
amichevoli con te, ma non e' una scusa per essere rude allo stesso
modo."
   "Come ha notato, dottore, sono loro che sono ostili."
   "Questo perche' sei una Borg." le rispose, con la voce che si
alzava. "E' naturale che abbiano dei sentimenti ostili verso di te. Ma
trattarle in questo modo non migliorera' la situazione!" Guardo' la
console. "Che stai facendo?"
   "Sto cercanso di accedere ai sensori interni. Dobbiamo scoprire la
disposizione delle forze aliene prima di procedere." Smise i suoi
sforzi, frustrata. "Sfortunatamente, i sensori interni sono ancora
fuori uso."
   "Sembra che si siano concentrati in tre aree." Tutti si rivolsero
verso Mercury. "Una e' appena fuori da una grossa stanza sul ponte
undici..."
   "Fuori dalla sala macchine." disse Sette.
   "... un altro e' ammassato a quella che sembre l'entrata della
plancia. Il terzo e' in una grossa sala sul ponte due."
   Il dottore le si era avvicinato. "Ponte due, sezione tredici."
noto'. "La sala mensa. Forse lo stanno usando come posto di comando
finche' non riusciranno ad entrare sul ponte. Dubito che siano li' per
la cucina."
   "Ci sono altre forme di vita presenti. Penso siano membri
dell'equipaggio."
   "Un momento, Mercury." obietto' Sailor Moon. "Pensavo che tu non
fossi in gradi di fare delle scansioni accurate per quella cosa che
interferiva."
   "Vero. Ma ho cercato di filtrare l'interferenza. Le letture non
sono ancora precise come vorrei, ma possono bastare." Si fermo' quando
un altra segnalazione apparve sul visore. "Un momento. Ci sono delle
instabilita' che si stanno formando nel flusso quantico."
   Curiosa, Sette ando' dietro di lei per leggere i risultati, mentre
il dottore si sposto'. "Riconosco queste letture. Stanno preparandosi
per un trasporto interdimensionale." In risposta agli sguardi
interrogativi, aggiunse "I Borg hanno usato un processo simile."
   "I Borg possono muoversi fra gli universi?" chiese Mars. "Non ce
n'e' abbastanza da assimilare qui?"
   "Volevamo migliorarci." rispose Sette.
   "Percio' vogliono portar qui rinforzi" disse Tuxedo Kamen.
   "Non penso." rispose Sette. "Sembra che siano pronti ad inviare
qualcosa."
   "Vuoi dire che stanno per teletrasportare la nave?" chiese Sailor
Moon.
   Sette scosse la testa. "Improbabile. Non penso che abbiamo la
potenza necessaria per teletrasportare la Voyager. E con i motori
della nave danneggiati, non la possono sollevare da terra e portarla a
contatto col flusso."
   "Allora cosa stanno mandando..." La risposta colpi' Mercury come un
fulmine. "L'equipaggio! Vogliono trasportarli. Almeno quelli in sala
mensa."
   "Meglio muoversi, allora." disse il dottore. Si mise l'emettitore
portatile sul braccio, scaricando il programme nel piccolo
dispositivo. "Dobbiamo preparare un piano, andare all'armeria e
muoverci velocemente quando Sette avra' finito il suo lavoro."
   "La scelta migliore sarebbe colpire simultaneamente le tre zone."
disse Sette. "Cio' dovrebbe dare agli alieni poco tempo per reagire."
   "Mi sembra giusto." disse Venus. "Ci divideremo in tre gruppi. Io
andro' in sala macchime..."
   "Io vengo con te" disse Jupiter, aggiungendo mentalmente 'Solo per
essere sicura che non toccherai il nucleo a curvatura.'
   "Io dovro' andare sul ponte." disse Mercury. "Se il capitano e'
ancora svenuta, potro' capire che le e' successo."
   "Io ti vengo dietro" le disse Mars.
   "Sembra che io e Sailor Moon andremo in sala mensa" disse Tuxedo
Kamen.
   Sailor Moon lo guardo' sorridendo. "Hey, siamo una squadra naturale!"
   Il dottore sembro' soddisfatto. "Mi sembra una giusta divisione
delle forze. Sette, tu porterai Venus e Jupiter alla sala macchine, io
andro' con Mars e Mercury, e..." la sua voce si spense quando
realizzo'. "Sembra che abbiamo finito le guide."
   "No, non le avete finite." disse una voce debole dal lettino
chirurgico. Tutti si voltarono per guardare in quella direzione. Harry
era seduto sul lettino, debole ma pronto. "Andro' io col terzo
gruppo."
   "Che cosa cerca di fare, ensign?" disse il dottore, correndo verso
il bioletto.
   "Come ho detto, vengo con voi." rispose l'ensign.
   "Assolutamente no! Ho appena finito di metterla insieme, signor
Kim. Ha bisogno di riposare."
   "Sto bene." rispose, scendendo dal bioletto. Ma le sue azioni
contrastavano le sue parole, visto che quasi cadde, aggrappandosi al
letto, quando cerco' di mettersi in piedi. "Whoa!"
   "Sta bene, vero?" il dottore noto' che la faccia di Harry era
diventata piu' pallida e che stava sudando a profusione. L'ologramma
lo scansiono' velocemente, ma si senti' sollevato non rilevando altri
problemi. "Penso che questo dimostri che lei non sta bene affatto. Ha
bisogno di riposo, ensign."
   "Forse ha ragione" ammise. "Ma avete lo stesso bisogno di me. Avete
gia deciso di dividervi in tre squadre. Lei e Sette ne potete guidare
due, ma chi guidera' la terza squadra?"
   L'ologramma sbuffo'. "Beh, troveremo qualcun altro."
   "E chi? Che le piaccia o no, Doc, tocca a me."
   Il dottore si acciglio', visto che Harry aveva guadagnato un punto.
"Molto bene, ensign. Lei accompagnera' Sailor Mars e Sailor Mercury in
plancia. Cosi', se le dovesse succedere qualcosa, Mercury e il tenente
Paris potranno fare qualcosa per lei." Guardo' Sailor Moon e Tuxedo
Kamen. "Penso che saro' la vostra guida verso la sala mensa."
   "Bene!" disse Sailor Moon. "Mi sta anche venendo fame!"
   "Che novita'!"
   "Mars!"
   Il dottore intervenne prima che il conflitto potesse continuare.
"Se il signor Neelix ha lasciato qualcosa di cucinato, potreste anche
pensare di lasciar stare."
   "Cucina cosi' male?" chiese Sailor Moon.
   "Non ha ancora fatto vittime fra l'equipaggio, ma c'e' sempre una
prima volta."
   Jupiter sorrise. "Sembra che abbia frequentato la stessa scuola di
cucina di Minako."
   "Molto divertente." brontolo' la bionda.
   "Dobbiamo andare." disse Sette, dirigendosi verso l'entrata del
tubo di Jeffries.
   "Pensi che sia possibile migliorare i phaser contro di loro?" le
chiese Mercury.
   "Dovrebbe essere possibile usando la tecnologia Borg." Si fermo' a
pensare. "Comunque le informazioni del tuo computer riguardanti la
Negaforce ci potranno servire." senza aggiungere altro, entro' nel
tubo.
   Mars segui' la Borg nel tubo, seguita da Mercury, Moon e Tuxedo
Kamen.
   Si senti' il sibilo di un hypospray, quando il dottore fece
un'iniezione ad Harry. "Questo dovrebbe farla star in piedi, ensign.
Ma non ne abusi."
   "Grazie, Doc." Harry scese dal bioletto e lentamente si incammino'.
Fermandosi un attimo per raccogliere le forze, entro'.
   "Prego" disse il dottore alle Senshi rimaste. "Io faro' la
retroguardia."
   "Per me va bene." disse Jupiter, inchinandosi ed entrando.
   Venus fece un sorriso al dottore prima di entrare. "Ancora una
volta sulla spiaggia."
   Il dottore rimase stupito per un momento prima di entrare,
dicendole "Non si dice cosi'!" La porta del tubo si chiuse con un
rumore metallico, lasciando l'infermeria vuota dietro di loro.

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TO BE CONTINUED


Dove nessuna Senshi e' mai giunta prima... - 2

Dove nessuna Senshi e' mai giunta prima... - 4
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