La successione dei suoni e'suddivisa in ottave. Un'ottava puo'
essere definita come la distanza che separa due suoni che
l'orecchio umano percepisce come uguali, ma ad altezze diverse
(il suono piu' acuto ha una frequenza doppia rispetto al piu'
grave). Deve il suo nome al fatto che i "gradini"
principali che un suono deve fare per raggiungere il suo simile
che lo segue - o che lo precede - sono, appunto, otto.
A ognuno dei tasti bianchi corrisponde il nome di una nota. La
successione delle note e' la seguente: Do, Re, Mi, Fa, Sol, La,
Si; dopodiche' comincia l'ottava successiva con un nuovo Do e
cosi' via. I paesi di lingua tedesca e anglosassone usano una
notazione che utilizza le lettere dell'alfabeto, dalla A (il
nostro La) alla G (il nostro Sol).
Nota Storica:La notazione italiana (do,
re, mi, ecc.) nasce intorno all'anno mille con Guido d'Arezzo,
che, come aiuto mnemonico per le varie altezze della scala,
suggerisce ai suoi cantori di usare la prima strofa dell'inno a
San Giovanni di Paolo Diacono, utilizzando la prima strofa di
ciascun verso:
UT queant laxis - REsonare fibris - MIra
gestorum - FAmuli tuorum - SOLve polluti - LAbii
reatum - sancte johannes
il Si sara' aggiunto piu' tardi, verso la fine del '400 dallo
spagnolo Bartolomeo Ramos de Pareja. nel'600, infine, l'Ut (che
in Francia e' ancora oggi usato), diventera' per noi Do, ad opera
di Giovan Battista Doni.
Il pentagramma e' composto da cinque righe orizzontali parallele. Su di esse, e negli spazi che le separano, vengono scritte le note. Sul margine sinistro del pentagramma sono indicate la chiave, il tempo e la tonalita'. E' suddiviso in battute, o misure, spazi compresi tra due linee verticali.
Le Chiavi sono segni che indicano come leggere
le note sul pentagramma. La piu' usata e' la chiave di Sol
o di Violino, che fissa la posizione del Sol sulla seconda
riga. Da li' si puo' determinare la posizione delle altre note.
Per le note esterne al pentagramma si usano dei tagli addizionali, che funzionano da righi. |
Altra chiave frequentemente utilizzata e' la chiave di Basso, che determina la posizione del Fa sulla quarta riga.
Il tempo indica il numero di movimenti (o
accenti) contenuti all'interno di ogni battuta. E', quindi,
l'indicatore metrico-ritmico di un brano musicale. Viene espresso
da una frazione posta all'inizio del pentagramma, frazione che
indica il contenuto, in termini di valore delle note, di ogni
battuta. Il tempo e' binario quando all'interno della
battuta vi sono due delle unita' assunte come valori base del
tempo (es. un tempo di 2/4) e ternario se queste unita'
sono tre (es. 3/4). Inoltre si distingue tra tempo semplice
e composto. Si ha tempo semplice se l'unita' di base e'
assunta di per se', come negli esempi appena citati; composto se,
invece, l'unita' di base e' assunta quale multipla di una
suddivisione ternaria (es. il tempo di 6/8 e' composto di due
movimenti di 3/8 ciascuno; il tempo di 9/8 da tre movimenti ecc.)
4/4 | Quattro Quarti - (Indicato anche con C, tempo comune) E' formato da quattro movimenti: uno in battere (accento forte), uno in levare (accento debole), uno in battere e uno in levare, oppure due in battere e due in levare |
2/4 | Due Quarti - E' formato da due movimenti: uno in battere e l'altro in levare. |
3/4 | Tre Quarti - E' formato da tre movimenti: uno in battere e due in levare. |
3/8 | Tre Ottavi - E' formato da tre movimenti. |
6/8 | Sei Ottavi - E' formato da due movimenti, di tre ottavi ciascuno. |
9/8 | Nove Ottavi - E' formato da tre movimenti, di tre ottavi ciascuno. |
12/8 | Dodici Ottavi - E' formato da quattro movimenti, di tre ottavi ciascuno. |
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