Promenade
Il vecchio castello
Promenade
Tuileries
Bydlo
Promenade
Balletto dei pulcini
Due ebrei ...
Cum mortuis ...
Baba-Yaga
La grande porta di Kiev
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Sarà poi vero,come
capita di sentire,che vive all'interno della musica quella
particolare pulsione che cerca di riappropriarsi della
propria capacità di suggerire colori e quindi di
"dipingere"? La risposta é senz'altro positiva se si
considera la parabola pittura-musica-pittura ( e infine
pitturamusica
) che questa
pubblicazione vuole testimoniare. E il merito va
all'incontro,convinto e fecondo, di due artisti sì
impegnati in discipline diverse, ma uniti nell'assunto di
conferire ai colori la magia di far sentire la musica e alla musica di far
vedere
i colori. Nino Di
Simone e Antonio Castagna, nell'ambito di questa
affascinante trasmutazione di emozioni, confermano tutto il
valore della presenza, nel linguaggio pittorico e musicale,
di quell'elemento comune che chiamiamo ritmo e che, nei
quindici momenti dei "Quadri di una esposizione", trova modo di appalesarsi
genialmente evocando una varietà di suggestioni che
impegnano la memoria e il godimento estetico del fruitore
che é nel contempo visitatore e fruitore.
Dobbiamo dire che
il cammino di questa composizione ha seguito un percorso
quanto mai originale: mutuata dalla impressione suscitata
nello spirito di Modest Mussorgski dalla morte di Victor
Hartman, suo giovane amico architetto, il musicista, che
possiede solo le note per esprimere i suoi sentimenti,
coglie l'occasione della mostra di pitture e disegni (1874)
dell'amico morto per comporre "Quadri di una esposizione" allo scopo di ricordarlo e di
onorarlo.Era trascorso quasi mezzo secolo dall'avvenimento
quando Ravel,nel 1922, trafuse nella composizione di
Mussorgski, concepita solo per pianoforte, le sue ricche e
magistrali intuizioni strumentali per farne un
pezzo
che ormai
é presente, e a buon diritto, nei programmi delle
migliori orchestre del mondo. E non riteniamo di abbassare
il tono della voce se rileviamo che doveva trascorrere
ancora mezzo secolo perché un artista, Nino Di
Simone, così "reattivo" allo stimolo dei colori e
alla "provocazione" della musica, si incontrasse con un
musicista, Antonio Castagna, così sensibile,attento e
scrupoloso, ma innanzitutto così rispettoso dello
spartito pianistico originario, e nascesse questa stupenda
performance come occasione di incontri di uomini laddove si
sono proficuamente incontrate pittura e musica. Ed ecco,
così, riprodursi il magico momento in cui i colori
delle tele e i colori delle note, ci portano, in una
cavalcata di 35 minuti, a contatto con ambienti e simboli
che già impegnarono il giovane sfortunato Hartman e
si travasarono nello spartito di Mussorgski. Saranno
così le immagini magistralmente dipinte da Nino Di
Simone e le note liberate dalle mani di Antonio Castagna a
riproporci, nell'ordine, il sostenuto allegro della prima
promenade; il sobbalzante e contorto gnomo con cui Hartman volle tramandarci la prima
immagine; il delicato moderato della seconda promenade ; il capriccioso allegretto delle
tuileries; il moderato pesante del
bidlo
(carro dei contadini polacchi); il tranquillo scorrere della
quarta promenade ; l'effervescente scherzino del
balletto dei pulcini
nei loro gusci; l'allusivo andante dei due ebrei
Samuel
Goldenmberg e
Schmujle; la quinta serena promenade ; lo svavillante allegretto del mercato di
Limoges; il
lamentoso largo del sepulchrum romanum ; il brioso allegretto della strega,
metà orologio e metà animale
pennuto,Baba-Yaga ; il maestoso allegro della grande
porta di Kiev
a cui
Mussorgski, ispirandosi al solenne progetto dell'amico
Hartman, conferisce spazi e tonalità grandiosi.
E' già avvenuto - e continuerà ad accadere -
che più si guardano questi nuovi "Quadri di una
esposizione", e
più si ascolta la composizione pianistica, più
si entra nei pensieri e nello spirito
dell'architetto-pittore e del musicista; e si ha
l'ineffabile sensazione che Nino Di Simone e Antonio
Castagna hanno costruito insieme un piccolo tempio per cose
grandi la cui visitazione fa crescere in noi, presi da
quanto possono l'ingegno e la trasfigurazione artistica, la
coscienza di essere in presenza di una esperienza unica nel
suo genere e alta nelle sue significazioni.
ROMOLO
LIBERALE
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