Lettera A) PIANO PER LE CESSIONI DEGLI IMPIANTI ENEL Premessa. Il decreto di riassetto del settore elettrico n. 79/99, al comma 1 dell'art. 8, prevede che, a partire dal 2003, nessun soggetto possa produrre o importare piu' del 50% dell'energia elettrica totale prodotta e importata in Italia. A tale scopo, entro la fine del 2002 Enel dovra' cedere non meno di 15.000 MW della propria capacita' produttiva. La cessione dovra' avvenire rispettando gli obiettivi indicati nella stessa norma, ovvero: consentire adeguate condizioni di mercato; assicurare la necessaria attenzione alla presenza di piani industriali, al mantenimento della produzione nei siti ed alle ricadute occupazionali; tenere conto delle esigenze di sviluppo, innovazione, ricerca ed internazionalizzazione di Enel. Il Ministro dell'industria, nel tradurre tali obiettivi in criteri per la dismissione, ha fatto pervenire ad Enel delle linee guida che prevedono che i nuovi produttori, per concorrere efficacemente, dovranno disporre di un parco impianti caratterizzato da una capacita' produttiva di dimensioni sufficienti a garantire: economicita' ed efficienza della produzione; autonomia nella gestione dell'offerta in termini di riserva e di programmi di manutenzione degli impianti. Quindi gli impianti da cedere dovranno essere aggregati in un limitato numero di blocchi di sufficiente consistenza per potenza installata e numero di impianti. Nelle linee guida e' anche indicato che le dismissioni dovranno riguardare: un mix di impianti di base e di punta tale da consentire di concorrere in ogni fase della domanda; un mix diversificato di fonti di energia primaria; alcuni impianti obsoleti in modo da attivare investimenti per l'incremento dell'efficienza e l'economicita' della gestione, in particolare nelle aree del Mezzogiorno; un'adeguata articolazione geografica, in modo da garantire una pluralita' dell'offerta nelle diverse aree del territorio nazionale, impedendo che possano crearsi monopoli locali. Le linee guida prevedono inoltre che le offerte di acquisto includano piani industriali vincolanti, che specifichino: il periodo minimo per il quale verra' garantito il mantenimento dell'attivita' di produzione nei siti interessati; le modalita' di gestione della continuita' occupazionale; i programmi di investimento. Caratteristiche del piano e criteri seguiti. Sulla base delle indicazioni ricevute, Enel ha elaborato un piano che prevede l'accorpamento degli impianti da cedere in tre societa'. Cio' assicura al contempo: al mercato elettrico della generazione, la presenza di una pluralita' di operatori e quindi un adeguato livello di concorrenza; a ciascuna societa', la massa critica per competere con economicita' ed efficienza. Il parco di generazione individuato per la cessione e' di circa 15.100 MW, cosi articolato: societa' A: 7.000 MW; societa' B: 5.500 MW; societa' C: 2.600 MW. In generale, pur considerando le specificita' derivanti dalle diverse dimensioni, il parco impianti delle tre societa' presenta una composizione sostanzialmente simile a quello che rimarra' in Enel, sia per quanto riguarda le caratteristiche tecnologiche, che per il mix di combustibili utilizzabili e la dislocazione geografica. Il dettaglio di tutti gli impianti e delle risorse umane che verranno conferite ad ogni societa' e' riportato in allegato. Nel seguito sono descritti i principali criteri seguiti nella definizione degli impianti da trasferire a ciascuna delle tre societa', con particolare riferimento al mix tecnologico, all'articolazione geografica ed all'attribuzione del personale. Mix tecnologico. Dopo le trasformazioni a ciclo combinato di tutti gli impianti termici convertibili, il parco in cessione sara' caratterizzato, in termini di potenza installata, dal 70% di impianti di base (1), costituiti da: impianti termici baseload; impianti termici convertiti a ciclo combinato (CCGT); impianti idroelettrici fluenti, e dal 30% di impianti midmerit (2), ovvero: impianti termici destinati alla modulazione giomaliera del carico; impianti idroelettrici di modulazione giornaliera e stagionale (impianti a bacino e a serbatoio); impianti termici di punta (turbogas). Tale bilanciamento tra impianti di base e midmerit risponde all'esigenza di costituire un parco efficiente in grado di coprire efficacemente l'intera curva della domanda. Poiche' la trasformazione a ciclo combinato risulta largamente conveniente dal punto di vista economico per tutti gli impianti convertibili, si ipotizza che essa verra' effettuata dagli acquirenti in tutti i casi tecnicamente possibili (3). In tal modo si otterra' un mercato effettivamente competitivo in grado di minimizzare il costo dell'energia prodotta dal sistema. Secondo le stime effettuate, grazie anche alla prevalenza di impianti di base o convertibili fra quelli ceduti, la quota di produzione Enel al 2003 dovrebbe ridursi a meno del 40%, superando quindi in misura rilevante gli obiettivi definiti dal decreto legislativo n. 79/1999 (produzione consentita ad un singolo operatore inferiore al 50% del mercato). In generale, al diminuire della dimensione della societa' e' necessario che si aumenti la quota di impianti di base, in modo da garantire ritorni economici elevati, lasciando agli operatori maggiori l'onere della copertura del carico massimo e della riserva. E' stato quindi ritenuto opportuno assegnare: alle due societa' di maggiori dimensioni un mix di impianti di base (o convertibili a ciclo combinato) e di impianti midmerit; alla societa' piu' piccola una percentuale minima di capacita' di midmerit in quanto, dato il numero di impianti ridotto e le conversioni previste (2.400 MW su 3 siti, sul totale di 2.600 MW), e' necessario che gli impianti di volta in volta in esercizio funzionino per un numero molto elevato di ore all'anno, assicurando cosi alla societa' flussi di cassa piu' stabili e prevedibili. In dettaglio, dopo le trasformazioni, per le tre societa' si arrivera' a un mix sul parco totale di: societa' A: 61% base, 39% midmerit; societa' B: 69% base, 31% midmerit; societa' C: 99% base, 1% midmerit. L'obiettivo di costituire una pluralita' di operatori con la cessione complessiva di 15.000 MW di potenza, d'altra parte, ha determinato la necessita' di mantenere in Enel la maggior parte dei grandi impianti midmerit, a basso rendimento, non trasformabili a ciclo combinato. Tali impianti, la cui potenza totale installata supera la meta' di quella del residuo parco termico di Enel, contribuiranno a garantire il servizio di riserva statica e dinamica necessario alla sicurezza e funzionalita' del sistema nazionale. ------------ (1) Per impianti di base si intendono le centrali di generazione che, coprendo la parte bassa della curva di carico, operano per un numero di ore molto elevato all'anno (7-8.000 ore). Nel piano sono stati convenzionalmente definiti come impianti di base gli impianti termici ad elevato rendimento (con un costo variabile non superiore ad un impianto a ciclo combinato di nuova realizzzzione) e gli impianti idroelettrici ad acqua fluente. (2) Per impianti midmerit si intendono le centrali di generazione destinate a modulare il carico che operano per un numero limitato di ore all'anno, vale a dire gli impianti termici a rendimento inferiore (aventi costi variabili maggiori degli impianti a ciclo combinato di nuova realizazione) e gli impianti idroelettrici di bacino/serbatoio /pompaggio. (3) L'elenco degli impianti convertibili e' riportato in allegato insieme ad un'ipotesi di programma di trasformazione, con relativi investimenti, ed allo stato delle procedure autorizzative necessarie per la trasformazione. Alle tre societa' e' stato assicurato un adeguato livello di diversificazione delle fonti di energia primaria, tale da consentire un'elevata flessibilita' nell'approvvigionamento e nell'utilizzo di combustibili. In particolare, al completamento delle trasformazioni, si avra' il seguente mix di fonti: MIX FONTI DI ENERGIA (% potenza totale installata) _____________________________________________________________________ Olio/Carbone Olio/Gas Gas Acqua _____________________________________________________________________ Societa' A 8% 30% 52% 10% Societa' B 10% 11% 61% 18% Societa' C 19% 0% 79% 2% La scelta di cedere una quota prevalente di impianti termici risponde all'esigenza di: favorire una reale concorrenza fra tutti gli operatori sul mercato libero, fornito prevalentemente da impianti termici (dato l'elevato numero di ore di loro funzionamento); consentire alle nuove societa' di partecipare alla definizione dei prezzi dell'energia nel nuovo mercato obbligatorio ("pool"). Fra gli impianti termici, in particolare, sono stati scelti in prevalenza quelli capaci, dopo la trasformazione a CCGT, di offrire un'elevata quota di produzione di energia a costi competitivi e con le migliori tecnologie esistenti. La scelta degli impianti idroelettrici da cedere ha privilegiato impianti modulabili (bacino o serbatoio), per assicurare alle societa' la possibilita' di competere anche sulla fornitura dei servizi di regolazione e modulazione dell'offerta. Inoltre tutti gli impianti idroelettrici selezionati sono raggruppati in nuclei autonomi per quanto riguarda l'esercizio e la conduzione, evitando cosi' che i nuclei scelti debbano essere teleguidati da altri impianti non appartenenti alla medesima societa'. Oltre agli impianti compresi nel presente piano di dismissioni, indipendentemente dagli obblighi di legge, Enel intende cedere, nell'ambito di societa' a partecipazione congiunta con enti locali, propri impianti idroelettrici situati nelle regioni Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige. Questi impianti non sono inclusi nel piano di dismissioni data l'intenzione di Enel di mantenere una partecipazione significativa, almeno nei primi anni, nelle relative societa' in via di costituzione. Con la cessione di tali impianti, la cui potenza complessiva e di circa 3.000 MW, e di quelli inclusi nel piano, la produzione idroelettrica di Enel a regime sara' pari a 23 TWh, con una riduzione del 33% rispetto ai 34,4 TWh attuali. Articolazione geografica. I criteri seguiti nell'articolazione geografica degli impianti assegnati alle tre societa' sono stati: assicurare una pluralita' di produttori in ciascuna area geografica, per evitare possibili situazioni di monopolio locale; evitare di disperdere sul territorio, in misura inutilmente marcata, i siti delle nuove societa', facilitando quindi la loro conduzione futura e minimizzando la necessita' di mobilita' territoriale del personale conferito alle singole societa'. In sintesi, a regime, la situazione nelle varie regioni si presenterebbe come nella seguente tabella. DISLOCAZIONE TERRITORIALE IMPIANTI DI PRODUZIONE PERIMETRO ATTUALE ENEL DOPO LE DISMISSIONI E TRASFORMAZIONI (MW a regime) _____________________________________________________________________ Societa' A Societa' B Societa' C Enel Piemonte e Liguria 800 -- 1.443 5.674 Lombardia 3.234 2.400 -- 2.649 Triveneto 293 1.102 -- 6.695 Emilia-Romagna 660 -- -- 2.592 Toscana, Marche e Umbria -- 530 -- 3.024 Lazio, Abruzzo e Molise -- -- 1.200 7.295 Campania, Puglia e Calabria 1.296 484 400 6.760 Sicilia 1.194 168 -- 2.768 Sardegna -- 880 -- 1.249 La tabella evidenzia come, anche in seguito alle cessioni, la generazione Enel manterra' una presenza uniforme su tutto il territorio nazionale, facendosi tra l'altro carico in misura prevalente della produzione nelle aree meno competitive. Personale. Le nuove societa' dovranno disporre fin dall'avvio della loro attivita' di tutte le risorse tecniche e di supporto necessarie a garantire piena indipendenza ed efficacia operativa, valorizzando al contempo anche nel nuovo contesto la competenza e l'esperienza di esercizio accumulata in Enel. In particolare, si prevede di trasferire alle societa' da cedere: tutto il personale diretto delle centrali interessate (complessivamente ca. 4.300 risorse); una quota parte del personale di staff necessario alla totale autonomia delle strutture, sin dalla fase di avvio (ca. 800 risorse attualmente in forza alle direzioni territoriali). Alle risorse trasferite saranno applicate le medesime caratteristiche contrattuali previste per i dipendenti Enel. Impegni assunti dagli acquirenti. Alle tre societa' saranno conferiti gli impianti di generazione da cedere, il personale relativo, nonche' le adeguate risorse finanziarie in forma di capitale proprio e debito, finalizzate ad ottimizzarne la struttura patrimoniale e a minimizzarne il costo del capitale. Inoltre, per ogni societa' sara' predisposto un piano industriale contenente indicazioni in merito a: piani di trasformazione a ciclo combinato degli impianti convertibili; garanzie di fornitura dei combustibili necessari alla conduzione; struttura patrimoniale ottimale; caratteristiche di tutti i contratti stipulati e degli accordi necessari alla valorizzazione dei flussi di cassa (es. eventuali contratti con l'acquirente unico). In proposito, come disposto dal decreto legislativo n. 79/1999 e coerentemente con quanto indicato nelle linee guida del Ministro dell'industria, gli acquirenti dovranno specificare nelle offerte di acquisto i propri impegni in merito a: trasformazioni a ciclo combinato di tutti gli impianti indicati come convertibili, con indicazioni su tempistiche e piani di investimento previsti; garanzie sui livelli occupazionali per il personale coinvolto; periodo minimo di mantenimento dell'attivita' di produzione di energia elettrica nei siti. Inoltre, gli acquirenti saranno chiamati al rispetto di tutti gli impegni contrattuali direttamente o indirettamente pertinenti alle societa' al momento della cessione. Conclusioni. Enel ritiene che il presente piano risponda pienamente alle disposizioni contenute nel decreto legislativo n. 79/1999 ed alle linee guida ricevute dal Ministro dell'industria, che le cessioni previste garantiranno una reale concorrenza sul mercato della generazione e che le societa' cedute saranno organizzate e potranno sostenersi e svilupparsi in maniera tale da soddisfare adeguatamente, insieme all'Enel ed agli altri operatori italiani, le necessita' di fornitura di energia elettrica del Paese presenti e future.
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