Caro Amministratore Delegato
sono alle dipendenze dell'Enel dal 1972 e ho la presunzione di
aver sempre lavorato con impegno per una Azienda che per
oltre 30 anni ha svolto un ruolo insostituibile ed ineguagliabile
per lo sviluppo industriale e sociale (attento?.. ho detto
sociale) del nostro Paese, consentendo ai dipendenti come me
di esserne orgogliosi.
Oggi, con grande rammarico, debbo rilevare che anche nella
privatizzazione dell'Enel siamo riusciti a dar prova
dell'innata propensione tutta italiana di voler primeggiare
nell'adottare soluzioni inedite ed esasperate che certo non ci
vengono imposte, come si è voluto far credere,
dall?appartenere al club europeo.
Non mi pare infatti che Francia e Germania stiano
?adeguandosi? con tanto meticoloso cinismo alle direttive
europee sulla liberalizzazione del mercato elettrico.
Forse, meglio e più di noi, fanno tesoro dell'esperienza
inglese tutt'altro che esaltante?
La privatizzazione, che quasi per definizione esclude (per
difetto di remuneratività) tutte le prerogative solidaristiche
dello sviluppo sociale (pensiamo ad esempio alla
elettrificazione delle aree depresse come quelle montane), è
sicuramente una mezza sciagura per un servizio come quello
elettrico, essenziale come il pane e Lei sa molto bene che
questa non è solo una ipotesi.
Già nella programmazione del budget per gli investimenti del
2000 infatti le priorità rispondono a criteri di "redditività dei
lavori"??. Il resto, ciò che non rende, semplicemente non si
farà!!
La specialissima invenzione della "diversificazione delle
attività aziendali" che, secondo Lei, ci consentirà di mostrare
le nostre capacità anche in settori estranei alla nostra
missione aziendale, intanto ha determinato solo la fuga di
molte professionalità importanti ed una paurosa riduzione
delle maestranze tecnico-operative che erano davvero capaci
di seguire i bisogni dei clienti.
Ora mettiamo al centro delle nostre attenzioni e dei nostri
obiettivi aziendali il cliente (guai a chiamarlo ancora utente,
potrebbe offendersi) e lo serviamo a colpi di procedure e di
tastiere.
Basta con i pali, gli autocarri, gli autocestelli, gli uomini da
palo e i cavi. Questa è archeologia industriale .
E basta anche con i magazzini che costano e non rendono nulla.
Oggi serve solo una buona e funzionale procedura per
l'approvvigionamento dei materiali (e abbiamo "Paride") e
una società (la SEI) che gestisca tutti i passaggi.
Ma che non ci venga in mente di mescolare i conti: ognuno si
cura dei propri e ogni società produce in assoluta autonomia le
economie che può, senza interferenze. Basta sapersi
programmare con tre mesi di anticipo e il gioco è fatto. Il primo
lunedì della settimana pari del primo plenilunio del mese
dispari i materiali ci saranno ???. tutti????? senza fallo.
E' così, caro Amministratore Delegato, mentre quattro gatti
annaspano in Enel-Distribuzione con la sindrome da
informatizzazione selvaggia e le imprese vanno a spasso da un
magazzino all'altro vivendo, giorno dopo giorno, il dramma
della nostra improvvisazione, il cliente, questo illustre
sconosciuto, fa i conti con la Sua privatizzazione e trova???.. il
Numero Verde che non risponde.
Non c'è tempo per fare una straccio di progetto degno di
questo nome; gli asservimenti vengono dopo e per le
autorizzazioni.????. vedremo.
Mai nessuno che si sia sognato di negoziare qualcosa con i
cosiddetti enti "sovraordinati" (forse tali per grazia di Dio?).
Per anni abbiamo accettato passivamente tutte le normative
imposte dagli altri come se fossimo una azienda di serie B e
oggi, con la nuova organizzazione aziendale, tutta tagli e
risparmi, ci dimentichiamo che anche questa è una questione
con cui fare i conti tutti i giorni.
Ora anche il più piccolo comune pretende le garanzie
fideiussorie per la corretta esecuzione dei lavori.
Una bella prova di fiducia non c?è che dire.
Mi domando caro Amministratore Delegato se Lei o qualcuno
dei Suoi collaboratori abbiate mai avuto la compiacenza di
verificare da vicino ciò che avviene a livello operativo; come
vengono lette ed interpretate le Vostre stupefacenti pensate
sulla nuova politica aziendale; come vengono fuori i numeri che
servono ad illuminare le Sue statistiche e che offuscano i
nostri investimenti in azioni Enel .
E? incredibile signor Amministratore Delegato la disarmante
semplicità con cui Lei ha il coraggio di definire "un successo"
il collocamento in borsa dei nostri sacrifici e dei nostri sogni.
Per quanto riguarda poi il rinnovato impegno che Lei ci
chiede??? bhe, caro Amministratore Delegato, intanto ci
faccia soffrire un po? meno; noi il nostro lavoro lo sappiamo
fare e anche bene, se ancora esiste in Lei un interesse per il
lavoro vero che deve caratterizzare una azienda come l'Enel.
Grazie infine per gli auguri, ne abbiamo proprio bisogno perché
credo che pochi di noi abbiano capito e soprattutto condiviso
fino in fondo i Suoi obiettivi che sembrano finalizzati (questo
si è sufficientemente chiaro) solo a collocare in borsa la
facciata virtuale dei nostri conti, per permettere a qualche
scalmanato finanziere, che gioca in borsa come al
superenalotto, di depredare i piccoli risparmiatori, ma
soprattutto di giocarsi l'immagine, la credibilità ed il ruolo
strategico della nostra cara vecchia Azienda. Danilo Del Piero
Tecnico Specialista della Distribuzione - Zona di Pordenone
Centro -
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Please come back soon and visit me.