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Si designano con questo nome alcune figure femminili extraumane, la cui presenza e' tema ricorrente delle narrazioni fiabesche.
Il nome "Fata" e' comunque generico.
Le Fate possono essere buone e cattive.
Quelle buone vigilano sugli uomini fin dalla loro nascita, premiano gli atti generosi e dispensano prerogative magiche.
Le Fate cattive sono l'equivalente di quelle buone ma in negativo e possono intervenire, insidiose, in qualunque istante dell'esistenza.
Secondo una delle piu' diffuse tradizioni fiabesche del medioevo europeo, tre sono i regni delle Fate:
Avalon, isola dell'Oceano, nelle profondita' della terra (grottes o chambres des fees),
e nei recessi delle selve (il bosco Brecheliant in Bretagna o L'Haye des fees in lorena).
Vivono anche nei regni dell'aria, viaggiando sopra le nuvole.

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Sono governate da una regina (Titania) che ogni anno convoca un'assemblea in cui tutte le Fate devono rendere conto
del proprio operato e dove essa punisce quelle che hanno abusato del loro potere e premia quelle che invece ne hanno fatto uso benefico.
Secondo alcuni, sarebbero costrette, in determinati periodi dell'anno, a rivestire l'aspetto di un animale correndo tutti i rischi connessi a tale trasformazione, non esclusa la morte.
Le fate formano un popolo organizzato dalle abitudini simili a quelle dell'uomo e amano soprattutto la danza.

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Di notte escono infatti dalle loro dimore e danzano in tondo sui prati, lasciando
un cerchio argenteo sull'erba, che viene appunto chiamato "Anello delle Fate".

Le Fate entrarono successivamente nella credenza popolare, ma la chiesa non tollero' questo tipo di devozione.
Esse si rifugiarono cosi' nella letteratura in special modo nei romanzi di Re Artu' e piu' estesamente e con maggiore forza poetica in quelli di Carlo Magno e dei paladini di Francia.
Abbiamo cosi' la Fata Esterella e Morgana, Viviana e Melusina.
Successivamente il genere si diffuse rapidamente.
Nacquero cosi' le fiabe di W. Kauff in Germania, i "Contes Azurs" in Francia fino alle fiabe immortali di Andersen in Danimarca.


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