RAQS SHARQI: LA MIA PRIMA PERFORMANCE
CLUB ARCA - Lago di Viverone (BI) - Giugno 1999
La luce del tramonto svaniva lentamente sul lago ...
Avevamo provato e provato dalla sera prima e l’intero pomeriggio di quel giorno.
Adesso l’ora era giunta. Eravamo in 10 nello spogliatoio femminile, a indossare i nostri splendidi costumi; lo spazio era ristretto, e un unico specchio per risistemarci il trucco, il kohl nero nei nostri occhi, il rossetto sulle labbra, veli tintinnanti di monetine sui capelli e sciarpe attorno ai fianchi.
Eravamo felici, eccitate, sorridenti, ridevamo e ci aiutavamo l’un l’altra.
Fuori il cielo era nuvoloso e l’aria troppo fresca. Eppure, nei nostri abiti di velo nero e scalze, non sentivamo freddo: tra pochi minuti saremmo state alla ribalta e l’aumento di adrenalina era sufficiente a tenerci calde.
Ora non si trattava piu’ di qualche cameriere del ristorante o di qualche curioso che ci guardava timidamente a debita distanza come durante le prove del tardo pomeriggio: 150 persone elegantemente vestite sedevano ai tavoli intorno alla piattaforma di legno raso terra, una vera platea venuta per vedere un vero spettacolo. E i tecnici delle luci, e quelli della musica, e i fotografi ...
Tutto era pronto. Dietro la scena, in uno spazio in qualche modo nascosto da cespugli, provammo ancora, ognuna da se’, la sequenza di movimenti e di passi, nel terrore di perdere qualche tempo o cambio di passo della coreografia. Udimmo le ultimo raccomandazioni: qualunque cosa succeda non restate impalate, continuate, e sorridete sorridete sempre ...
Poi tutto successe in fretta e fummo chiamate sulla scena, e io mi sentivo sorprendentemente calma, e sorridevo.
La musica, mediorientale e sdolcinata, ebbe inizio; e noi facemmo i nostri passi: l’ingresso soffice, ondeggiante, i cerchi, il passo egizio e l’egizio da ferme sollevando le anche a turno, il passo arabo, il passo dell’anatra, gli 8, i giri a 360 ... e infine - troppo presto - il nostro saluto e inchino alla platea che applaudiva. Poi restammo sullo sfondo mentre la nostra amabile maestra si esibiva nel suo assolo, e alla fine ci chiamo’ per un ultimo saluto e inchino tutte assieme.
Tante settimane di esercizio e ora era fatta. Non posso dimenticare questo Sabato notte, lo sognero’ a lungo. Non posso spiegare l’emozione che avevo dentro.
Ho provato a condividerla un poco con Voi.
Tanja
Possa chi porta fiori questa notte, avere la luce della luna