tit. originale | Another Country |
regia | Marek Kanievska |
soggetto e sceneggiatura | Julian Mitchell, basato sul suo dramma omonimo |
fotografia | Peter Biziou |
musica | Michael Storey |
interpr. e pers. | Rupert Everett Guy Bennett - Colin Firth Tommy
Judd - Cary Elwes James Harcourt Michael Jenn Barclay - Robert Addie Delahay - Tristan Oliver Fowler |
origine | Gran Bretagna, 1984 |
durata | 90' |
genere | Drammatico |
video General Video, Sampaolo Audiovisivi
Mosca, anni Ottanta. Guy Bennett, ex spia inglese al
servizio del KGB, ricorda in un'intervista concessa ad una
giornalista americana gli anni della sua giovinezza in un
esclusivo college nell'Inghilterra degli anni Trenta.
La storia si sposta là, dove vige una rigida gerarchia e dove il
sogno massimo di ogni studente è diventare un "dio"
(la carica più alta nella gerarchia degli allievi), acquisendo
così la superiorità sugli altri.
Nel college sono diffusissimi i rapporti sessuali fra gli
allievi, consumati di nascosto ed ufficialmente condannati, tanto
da spingere un ragazzo ad impiccarsi perché scoperto da un
professore con un altro studente. Lo stesso Guy si innamora
teneramente, corrisposto, di uno studente più giovane,
James. Il suo migliore amico è Tommy Judd, infervorato di
marxismo. Guy vive la vita dei college con anticonformismo,
senza preoccuparsi (a differenza degli altri) delle severe
convenzioni, ma i suoi atteggiamenti trasgressivi gli inimicano
le simpatie di tutti.
Una prima volta placa il desiderio di rivalsa dei compagni e
riesce a farla franca minacciando di rivelare pubblicamente i
suoi passati partner, ma non può fare niente quando un suo
biglietto per James è intercettato: dovrà subire una dura
punizione corporale, rinunciando alla prospettiva di diventare un
"dio".
Proprio da questa delusione nascerà l'odio di Guy per la cultura
inglese ed il suo tradimento politico, mentre Tommy si immolerà
ai suoi ideali nella guerra civile spagnola.
IL FILM SI RIFÀ AD UNA PIECE TEATRALE DI SUCCESSO
interpretata anch'essa da Everett, ispirata alla vita di Guy
Bennett, spia che fece epoca negli anni della Guerra Fredda.
Si sviluppa su due principali dinamiche. La prima è il
tradimento di Guy verso l'Inghilterra, che nasce come reazione
verso un ordinamento di tradizioni rigide ed ipocrite e che trova
la sua esaltazione proprio nel microcosmo del collega, culla dei
rampolli che diventeranno la futura classe dirigente
inglese. Tutto ciò lo porterà ad optare per un'utopia, un
altro paese (another country) dove, almeno teoricamente, esista
la tanto sognata libertà ed un livellamento che si oppone a
quella società gerarchizzata, quasi castale.
La seconda è l'omosessualità di Guy che nasce (cosa su cui il
film insiste) dai suoi guasti familiari ed in particolare
dall'assenza della figura paterna. Due punti di vista,
evidentemente, con cui non si deve necessariamente essere
d'accordo (al contrario) e che confluiscono in un discorso non
sempre organico e fluido.
In una vita collegiale dove i rapporti tra i ragazzi sono usuali,
l'omosessualità è per Guy il mezzo politico per costruire la
propria visione del mondo e contemporaneamente è ciò che poco
alla volta scava un fossato tra sé e gli altri, compreso quel
Tommy che, pur imbevuto di liriche utopie, di fatto si dimostra
come gli altri. Nel collega, punito e privato della
speranza di diventare un "dio" e di rompere finalmente
quelle leggi insopportabili, Guy coltiverà il suo odio.
È proprio nella descrizione del college (luogo tipico di molti
film gay: si pensi a Zero in condotta o If .. ) e di un insieme
bizzarro di dandismo e repressione, di cricket e ribellione che
il film (comunque troppo patinato e privo di reale mordente)
trova i suoi momenti più belli, in un'atmosfera carica di
suggestioni, anche per la seducente fotografia.
Ai luoghi spesso opprimenti del collega si contrappone la visione
degli spazi aperti e dei laghetti. Qui si consuma la
struggente dolcezza dell'amore tra Guy e James (il delizioso Cary
Elwes), negli unici momenti sensuali di un film che non si apre
mai ad un erotismo più esplicito.
Molto bravi Firth ed Everett, che qui iniziò la sua felice
carriera filmica.