LA CADUTA DEGLI DEI

regia Luchino Visconti
soggetto e sceneggiatura Nicola Badalucco, Enrico Medioli, L. Visconti
fotografia Pasqualino De Santis, Armando Nannuzzi
scenografia Pasquale Romano
musica Maurice Jarre
interpr. e pers. Helmut Berger Martin von Essenbeck - Dirk Bogarde Friederich Bruckman - lngrid Thulin Sophie von  Essenbeck  - Helmut Griem Aschenbach - Umberto Orsini Herbert Thalmann - René Koldehoff  -       Kostantin von Essenbeck - Renaud Verley Günther von Essenbeck -
origine Italia/ Svizzera/ Repubblica Federale Tedesca, 1969
durata 150'
genere Drammatico

video Deltavideo, Video Club Luce

Germania, febbraio 1933.  Il Reichstag è bruciato.  Nelle acciaierie Essenbeck, le più grandi della Germania, il vecchio Joachim nomina alla vicepresidenza Kostantin, ufficiale delle SA, per ingraziarsi il nazismo che avanza sempre più.
Sophie, vedova del figlio, in combutta con l'amante Friederich e con Aschenbach, ufficiale delle SS, lo uccide, facendo ricadere la colpa sul nipote progressista Herbert, che è costretto a fuggire all'estero.  Martin von Essenbeck diventa il nuovo capo dell'industria ma, succube della madre, nomina Friederich presidente.  Kostantin, indispettito, ricatta allora Martin, che è attratto dalle bambine, a proposito di una bambina ebrea da lui corteggiata e poi trovata impiccata.  Kostantin è però ucciso nella "notte dei lunghi coltelli", il 30 giugno 1934, in cui le SS sterminano le SA.
Friederich e Sophie sono ora a capo di tutto, preoccupando con la loro ambizione Aschenbach che, per asservire finalmente l'industria agli interessi nazisti, appoggia e sobilla Martin.  Questi, pieno d'odio e di desiderio di rivalsa nei confronti della madre, la stupra e le dà come regalo di nozze con Friederich due fiale di cianuro.
I due si uccidono, dopo un veloce, lugubre matrimonio.  Le acciaierie Essenbeck ora possono sfornare le prime armi per il nazismo.

È UN POTENTE AFFRESCO DELLA GERMANIA ALL'avvento del nazismo, in cui la tragedia di una famiglia, divorata dalla sete di potere e di sangue, simboleggia ed esemplifica la dissoluzione della società.  La "caduta" è quindi lo sfacelo di una società che non distingue più il bene dal male.  Il film perciò identifica nella trasgressione morale (sia essa pedofilia, omosessualità o incesto) il più vistoso decadimento dei valori, tipico di un momento di un disordine più vasto.  Non a caso il lucido Aschenbach è l'unico personaggio che, lontano da ogni tentazione sessuale, raggiunge senza mezzi termini il suo fine.
Pertanto, nonostante un netto giudizio morale carichi di valenze negative le trasgressioni, sono poi proprio queste i momenti forti del film, contrassegnato da una morbosa atmosfera.
Martin (uno splendido Helmut Berger) è il simbolo di questa complessa ambiguità, in cui si rispecchia l'incertezza del periodo e in cui innocenza e perversione si fondono inestricabilmente.  La sua sensualità vive su più livelli: aperto ad ogni forma di sesso, è attratto fisicamente dalla madre e nel frattempo ama rifugiarsi nell'innocenza delle bambine, senza per questo celare il proprio polimorfismo, come nella celeberrima scena in cui veste i panni di Marlene Dietrich come appare ne L'angelo azzurro.
Ma il momento più famoso, di un debordante omoerotismo, è quello che riguarda la "notte dei lunghi coltelli".  Spinti dall'euforia e dalla birra, gli atletici giovani si bagnano nudi nel lago Tegemsee e poi si scatenano nella festa, travestendosi da donne e facendo sesso.  Quando, all'alba, le SS arrivano per sterminarli, li troveranno esausti dopo l'orgia.  Tra essi Kostantin, i cui gusti sono chiariti sin dall'inizio, quando è lascivamente lavato nella vasca da bagno da un aitante giovanotto biondo.
Come è proprio del cinema di Visconti, la ricostruzione è accuratissima e notevole è la recitazione degli attori, tutti di eccellente bravura. Tra gli altri spicca il bellissimo Renaud Verley (il Telemaco dell'Odissea televisiva), il figlio di Kostantin che, forse unico fra tutti i personaggi, è legato ai valori dell'arte e dello spirito anziché alla produzione dell'acciaio.

Dello stesso regista:
Ossessione, 1943, Generai Video, M & R Film & Film, Skema
Alla ricerca di Tadzio (doc. tel.), 1970
Morte a Venezia, 1971, Wamer Home Video, Club dei Video
Ludwig, 1972, Fonit Cetra Video
Gruppo di famiglia in un interno, 1974, Deltavideo


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