IMPROVVISAMENTE L'ESTATE SCORSA

tit. originale Suddenly, Last Summer
regia Joseph L. Mankiewicz
soggetto dal dramma omonimo di Tennessee Williams (1958)
sceneggiatura T. Williams, Gore Vidal
fotografia Jack Hildyard
musica Buxton Orr, Malcolm Arnold
interpr. e pers. Elisabeth Taylor Catherine Holly - Montgomery Clift dott.  Martin Cukrowícz - Katharine Hepburn Violet Venable -  Albert Dekker dott.  Hockstader
origine Usa, 1959
durata 114'
genere Drammatico

qualità * tematica **           erotismo *
video Domovideo, Columbia Tristar Home Video

Il primario Hockstader invia il suo brillante assistente Martin Cukrowicz presso l'eccentrica e ricca vedova Violet Venable affinché la convinca a dare un lascito per la sua nuova clinica psicologica.
Martin si accorge subito di avere a che fare con una persona molto strana, diventata quasi pazza per la perdita del figlio Sebastian, morto misteriosamente l'estate prima durante una vacanza ad Haiti con la cugina e fidanzata Catherine.
La vedova dà l'impressione di voler nascondere le vere circostanze della morte del figlio. Inoltre, incarica il dottore di visitare Catherine - l'unica testimone dell'accaduto, internata dai familiari in un manicomio - per verificare se sia pazza ed eventualmente lobotomizzarla affinché dimentichi il tragico accaduto.
Catherine in realtà più che essere pazza è rimasta traumatizzata e prova un profondo senso di colpa. Convocata tutta la famiglia nella villa di Violet, Martin somministra a Catherine un particolare calmante, una specie di siero della verità; Catherine rivela così che ha assistito alla morte del fidanzato, omosessuale, fatto a pezzi e divorato da una folla di ragazzi in una sorta di delirio rituale collettivo.

PUR PRESCINDENDO DA UNA PRECIPUA TEMATICA omosessuale, il film è esemplare per comprendere come essa fosse un tabù nella Hollywood degli anni Cinquanta, proibita espressamente dal rigido codice Hays che non ammetteva deroghe.
È tratto da un dramma di Tennessee Williams, incentrato sul rapporto ossessivo e morboso di Violet Venable nei confronti del figlio Sebastian, indotto da lei ad uno stretto rapporto con la cugina Catherine, benché abbia tendenze omosessuali.  Nonostante ciò, Sebastian non smette la sua inesausta ricerca di ragazzi per placare le sue voglie sessuali.
La sceneggiatura del film, elaborata da uno scrittore gay come Gore Vidal ed avallata incredibilmente dallo stesso Williams, lusingato dall'essere inserito nei credits, vede espunto ogni diretto riferimento all'omosessualità.
Sebastian (inizialmente previsto nel film, ma poi tagliato in fase di montaggio) è qui una presenza invisibile e senza volto, una mera rievocazione angosciosa: è l'incarnazione del Male, da punire con la morte e a cui, tutt'al più, si può solo accennare.  Lo stesso avviene con la sua colpa e/o malattia, anch'essa oscura.
In compenso, nel film domina un'atmosfera patologica ed opprimente, quasi lugubre, con frequenti riferimenti a simbologie mortuarie.
Il costo di una tale censura è alto: la trama si presenta contorta e sostanzialmente insoluta, venendo a mancare le reali motivazioni dei comportamenti di Sebastian.  Non viene messo in chiaro lo stesso, probabile appuntamento fra la vittima e i suoi assassini: in realtà Sebastian usa la cugina come esca, così come faceva con la madre quando era giovane, per procurarsi i ragazzi; ad Haiti, però, qualcosa non va nel verso giusto e, quasi come vendetta collettiva e rituale della società, viene ucciso come un mostro, fatto a pezzi e divorato.
Ad onta di tutto ciò il film, pur negativo nei confronti dell'omosessualità, ha spunti interessanti, soprattutto per l'accusa contro un certo matriarcato; a modo suo ha aiutato il cinema a progredire verso una maggiore chiarezza.
Le recitazioni sono buone, soprattutto quelle della Taylor e di Montgomery Clift (un attore gay!), ma esageratamente urlate, com'è tipico di tanta drammaturgia americana.

Dello stesso regista:
Eva contro Eva , 1950, Fox Video
Uomini e cobra, 1970


 

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