tit. originale | Je t'aime moi non plus (tr. lett. Ti amo, io nemmeno |
regia | Serge Gainsbourg |
soggetto e sceneggiatura | S. Gainsbourg, Boris Vian |
fotografia | Willy Kurant |
musica | S. Gainsbourg |
interpr. e pers. | Joe Dallesandro Krassky - Jane Birkin Johnny - Hugues Quester Patrice - René Koldehoff Boris - Gerard Depardieu il paesano |
origine | Francia, 1975 |
durata | 80' |
genere | Drammatico |
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Krassky e Patrice sono due camionisti che trasportano rifiuti
nelle discariche. I due sono legati da un forte rapporto
affettivo e sessuale. Si fermano in uno sperduto locale
dove Boris, flaccido e manesco padrone che organizza squallidi
spogliarelli per i camionisti di passaggio, ha alle sue
dipendenze Johnny, una ragazza chiamata così perché sembra un
ragazzo.
Krassky, pur non essendo interessato alle donne, come del resto
Patrice, rimane colpito dalla bellezza androgina di Johnny e
inizia a frequentarla. Ma quando fa l'amore con lei non
riesce ad eccitarsi, finché Johnny non lo invita a possederla
come un ragazzo.
Patrice fa una violenta scenata di gelosia, chiedendo all'amante
di non frequentare più la ragazza; ma Krassky e Johnny sono al
contrario sempre più affiatati sia sul piano fisico, continuando
ad avere solo rapporti anali, sia su quello sentimentale.
In particolare Johnny rimane conquistata dalla gentilezza, per
lei inedita, e intravede la possibilità di cambiare finalmente
la sua grigia vita.
La situazione si fa ogni giorno più tesa ed il nervosismo di
Patrice aumenta sempre più, finché costui tenta di uccidere
Johnny, sorpresa mentre fa il bagno da sola. Krassky la
salva, ma la reazione violenta di Johnny nel chiedergli di punire
l'amico spinge i due ad andarsene, lasciandola sola e sconsolata.
IL FILM (DAL TITOLO VOLUTAMENTE NONSENSE) USCÌ qualche anno
dopo l'omonima canzone, incisa nel 1969 dalla coppia
Gainsbourg-Birkin, che ebbe un enorme successo, anche per via di
un sequestro e dello scandalo che ne seguì. Ma in realtà
non esiste un legame diretto con la canzone, che si sente più di
una volta, ma solo in versione strumentale.
Uscito in Italia di sfuggita e comunque anch'esso sequestrato, il
film presenta molte affinità con le opere della coppia Andy
Warhol/Morrissey. Anche qui c'è uno stile iperrealista,
scarso ed immediato, ma non senza un certo rigore formale.
La sceneggiatura efficace esalta il disagio dei personaggi, la
loro schematica rozzezza e la spigolosità dei loro tormentati
rapporti, esasperati dal deprimente scenario di discariche, di
lande sperdute, di sordidi motel. Un'ambientazione rurale
che si oppone a quella tipicamente urbana del cinema underground
d'oltreoceano e che però, pur vaga, rimanda sicuramente ad
un'atmosfera americana.
Ma ciò che più rinvia a Warhol è la scelta di Joe Dallesandro,
lo scultoreo protagonista della trilogia di Morrissey, che
conserva qui la sua disarmante flemma, con la quale smonta la
carica distruttiva di Johnny e Patrice.
Il rapporto di Krassky con i due è diverso: quello con Patrice
ha radici profonde, poiché si fonda anche sulla solitudine e
sull'emarginazione, mentre la disperata storia d'amore che lo
lega a Johnny è importante soprattutto per la ragazza, che vi
vede una possibilità di fuggire dal suo mondo claustrofobico e
violento, nel quale è isolata, maltrattata dal padrone e presa
in giro dai camionisti di passaggio. Per questo la ragazza
accetta il solo rapporto fisico che può interessare Krassky,
affascinato dalla sua androginia.
D'altra parte il film trova proprio nel sesso la sua principale
carica emozionale: un sesso visualizzato con forza nel
personaggio di Johnny, ma evidente anche nel rapporto tra i due
uomini, come nei tanti scambi fisici e nella splendida scena in
cui si rotolano sull'ammasso di biancheria.
I tre attori sono bravissimi, ma molto si deve alla bellezza di
Dallesandro, sovente nudo. A loro si aggiunge in un ruolo
cameo Depardieu, uno che ci sta con tutti gli uomini, anche se ci
ha rinunziato perché, come si vanta egli stesso, ce l'ha tanto
grosso che ne ha rovinati molti.