CHE MI DICI DI WILLY?

 

tit. originale Long time Companion
regia  Norman René
soggetto e sceneggiatura Craig Lucas
fotografia  Tony Jannelli
musica  Greg DeBelles
interpr. e pers.  Bruce Davison David Campbell Scott Willy Stephen Caffrey Allan, detto Spino Dermot Mulroney John Mark Lamos Sean Patrick Cassidy Howard John Dossett Paul Mary-Louise Parker Lisa Michael Schoeffing Michael
origine  Usa, 1989
durata  96'
genere  Drammatico

 qualità •• tematica ••• erotismo •
 video Columbia Tristar Home Vídeo

3 luglio 1981.  Un week-end nella casa estiva di Fire Island (vicino a New York) di David: con lui sono il suo compagno Sean, che scrive sceneggiature per la televisione, e gli amici Willy e John.
Willy, che è allenatore in una palestra, conosce Allan (detto Spino), con cui inizia una relazione.
Un'amica di Allan, Lisa, permette di seguire le vicende dei suoi vicini di casa, Paul e Howard, quest'ultimo un attore che ottiene un'importante parte in un serial televisivo.
Tutti questi personaggi vivono con libertà ed entusiasmo la loro vita e la loro sessualità; ma la notizia apparsa sul giornale di una nuova malattia che attacca gli omosessuali, soprattutto quelli molto promiscui, li impaurisce, nonostante palesino un certo scetticismo.
Il film racconta le loro vicende lungo otto anni, nel corso dei quali l'Aids distrugge la loro serenità, modificando il loro modus vivendi e le loro prospettive.  La società stessa è costretta ad armarsi di nuove strutture per fronteggiare il nuovo male.
Già un anno dopo, nell'aprile 1982, John muore di Aids.  Nel 1986 muore Sean, curato da David, che muore l'anno seguente.  Scomparso anche Paul, Howard (licenziato dal serial tv perché sospettato di essere malato) lavora in uno spettacolo dedicato ai malati.

Sulla spiaggia, la stessa dove nella prima scena Willy gioiosamente faceva il bagno nudo, ora Willy discute con Allan e Lisa su come sia cambiata la loro vita e con loro sogna un mondo senza Aids, popolato di nuovo dai tanti amici persi.

IL TITOLO ORIGINALE, A DIFFERENZA DI QUELLO INSULSO italiano, è molto significativo: Long time Companion, "compagno di lunga data", è un eufemismo usato nei necrologi per nominare un partner convivente.
È il primo film che abbia trattato direttamente l'Aíds e perciò merita un'attenzione particolare, nonostante i suoi vistosi limiti.  La struttura è a tesi: mostrare come un gruppo di otto persone, tra cui una donna, viva l'avvento della malattia, che ne muta i comportamenti e li falcidia, fino a fame sopravvivere solo quattro.
Attraverso alcuni flash viene mostrato un giorno per ogni anno dal 1981 al 1989.  L'inizio è una sorta di Eden, in quella Fire Island che è un paradiso riservato ai gay, tutti in eccellente forma fisica.  Qui gli amici, turbati solo minimamente dalle notizie sulla nuova malattia, ci scherzano su, continuando i loro divertimenti quotidiani: nuotate, passeggiate sulla spiaggia, discoteche.  Il tutto all'insegna di una piena libertà sessuale, anche se di sesso non se ne vede proprio.
La morte del bel John apre invece il confronto con una realtà ben diversa e ogni giorno più pesante: la malattia si rivela devastante sia sul fisico (non vengono risparmiati né flebo né funerali) che sullo spirito, viste le paure e la difficoltà dei rapporti che si vengono ad instaurare.
Ma nonostante la pretesa di realismo il film è, col suo levigato e garbato pudore, falso e consolatorio.  Non riesce ad ampliare un orizzonte claustrofobico, poiché il suo universo si limita agli otto personaggi (tutti dell'upper class e bianchi) escludendo altre classi sociali o altri aspetti della malattia.  Per arrivare alfine, attraverso soluzioni ad effetto, ad una logica strappalacrime (degna di una soap-opera, di cui peraltro condivide le psicologia stereotipate) che trova la sua esaltazione nell'ultima scena, ai limiti del kitsch: l'abbraccio universale che vede gli amici morti e i sopravvissuti riuniti in un mondo finalmente senza Aids, tornato alla primigenia età dell'oro della spensieratezza e della libertà sessuale.
Tra gli attori spiccano per bravura l'ottimo Bruce Davison e Campbell Scott.


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