LUDWIG

regia Luchino Visconti
soggetto e sceneggiatura L. Visconti, Enrico Medioli, Suso Cecchi d'Amico
fotografia Armando Nannuzzi
scenografia Mario Chiari, Mario Scisci
costumi Piero Tosi
musica Robert Schumann, Richard Wagner, Jacques Offenbach
interpr. e pers. Helmut Berger Ludwig - Romy Schneider Elisabeth - Trevor Howard Richard Wagner - Silvana Mangano Cosima von Bulow - Helmut Griem Durkheim - Umberto Orsini il conte von Holnstein -   John Moulder Brown il principe Otto - Marc Porel Richard Homig
origine Italia/Francia/Repubblica Federale Tedesca, 1973
durata 264'
genere Biografico

video   Fonit Cetra Video

1864, Ludwig von Wittelsbach viene incoronato re di Baviera.  Dalla personalità problematico quanto eccentrica, interessato molto più all'arte che alla politica, il giovane re trova consolazione soprattutto nella forte passione spirituale che lo lega alla cugina Elisabeth e nella musica di Richard Wagner.  Per questo invita in Baviera il musicista con l'amante Cosima von Bulow, finanziandolo cospicuamente e dissipando enormi somme per le rappresentazioni delle sue opere; ma è poi costretto a mandarlo via per il malcontento venutosi a creare un po' dovunque.
Col passare degli anni, Ludwig si interessa sempre meno alla politica (a cominciare dalla guerra austro-prussiana, che vede il giovane fratello Otto tornare squilibrato) per isolarsi nel mondo dell'arte e nei castelli da lui fatti costruire.
Nonostante sia attratto dagli uomini, Ludwig decide di sposare Sophie, la sorella di Elisabeth, per poi rinunciare al matrimonio, tra lo sconcerto di tutti.  Nel frattempo diventa amante del suo valletto Hornig.  Benché pressato da incombenze politiche (sono gli anni in cui si sta formando la confederazione tedesca) Ludwig, precocemente invecchiato, trascorre le sue giornate nei castelli, abbandonandosi ad orge con gli scudieri.  Nel 1866 viene deposto dal consiglio di stato, dopo una perizia psichiatrica che ne dichiara l'infermità mentale.
La notte del 13 giugno viene trovato annegato nelle acque del lago di Starnberg assieme al dottor Gudden.

IL FILM FU DISTRIBUITO INIZIALMENTE, PER ESIGENZE di produzione, in versione ridotta (173 minuti, comunque).  Dopo la scomparsa del regista alcuni amici ne hanno acquistato i diritti e ne hanno creato una versione ben più lunga, secondo un attendibile montaggio.  La durata attuale di oltre quattro ore fa assumere al film una densa corposità ed un ritmo narrativo più scandito, in una serie di blocchi.
La vita dell'ultimo re di Baviera è ricostruita attraverso le testimonianze di persone a lui vicine che ne rievocano i momenti più significativi, facendo emergere chiaramente il suo tragico isolamento e il progressivo maturare del suo ineluttabile destino.
Tutta la storia è localizzata su Ludwig, l'ennesima figura di sconfitto del cinema di Visconti, grazie a cui viene a galla la vacuità (sin dal momento dell'incoronazione, che è un vuoto cerimoniale) di un potere ormai al crepuscolo e di una classe, l'aristocrazia, incapace di stare al passo di una società mutata.
L'infelice re è il portavoce di un'esasperata cultura romantica, che non accetta il pragmatismo di una società borghese fondata sui beni materiali e che si sente impotente nella sua funzione storica; così, nonostante la presenza di Elisabeth e Durkheim (gli unici personaggi che riescono ad avere un dialogo con lui) si isola sempre più sdegnosamente nei suoi favolosi castelli, vagheggiando un sogno impossibile, un mondo fatto solo di poesia e di utopie scollate dalla realtà.
Il decadentismo di Ludwig (l'estetismo portato all'eccesso, la solitudine, la vocazione alla morte, la mania di grandezza) trova un supporto decisivo nell'omosessualità, che esalta ancora più il suo distacco dalla norma.  Obbligato dalla ragion di stato a sposarsi, Ludwig scopre in sé l'attrazione verso gli uomini, prima con titubanza (nell'episodio dello scudiero sorpreso a fare il bagno) poi con sempre maggiore accettazione, in un graduale crescendo: lo spiare il torso nudo di Hornig, la relazione con lui, le scatenate orge con gli stallieri.
Helmut Berger, in un film in cui tutto gioca a ricostruire magnificamente l'atmosfera di quel momento storico, descrive pienamente il degrado fisico e psichico del re e il suo delirio che non può che approdare alla morte.


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