tit. originale | Maurice |
regia | James Ivory |
soggetto | dal romanzo omonimo di Edward Morgan Forster (1914) |
sceneggiatura | J. Ivory, Kit Hesketh-Harvey |
fotografia | Pierre Lhomme |
musica | Richard Robbins |
interpr. e pers. | James Wilby Maurice Hall - Hugh Grant Clive Durham - Rupert Graves Alec Scudder - Denholm Elliott Dr. Barry - Simon Callow Mr Ducie - Mark Tandy Risley |
origine | Gran Bretagna, 1987 |
durata | 130' |
genere | Drammatico |
video Eden, Playtime (ambedue esaurite)
Inghilterra, primi anni dei secolo. Durante una gita, il
giovane Maurice ascolta perplesso le considerazioni del suo
insegnante sulla sacralità del rapporto uomo-donna.
Qualche anno dopo, Maurice è allievo in un college a Cambridge:
rimasto in un primo momento attratto dall'anticonformista Risley,
inizia poi a frequentare Clive.
La loro amicizia diventa sempre più profonda, finché Clive gli
dichiara il suo amore; solo allora Maurice prende piena coscienza
della propria omosessualità, che per certi versi lo
spaventa. I sospetti creatisi attorno a loro fanno sì che
Maurice con un pretesto sia espulso dal college. Anche in
seguito, però, i due riusciranno a vedersi con regolarità, in
un rapporto intenso anche se platonico.
Nel frattempo Clive rimane colpito dall'arresto di Risley, colto
in flagrante con un ragazzo. Terrorizzato dall'idea di
inibirsi ogni prospettiva di carriera, dopo un viaggio in Grecia
annunzia a Maurice, diventato agente di borsa, che il loro
rapporto è finito. Maurice, disperato per la sua
diversità e per l'infelicità, cerca di "guarire"
andando da un medico e da un ipnotizzatone.
Nella casa di campagna di Clive, che si è felicemente sposato,
è sedotto da Alec, l'aiutante del guardacaccia, con cui fa
l'amore.
Vinte le ritrosie ed i naturali sospetti reciproci, dovuti
soprattutto alla differenza di classe, Alec rinuncia all'ultimo
momento ad emigrare in Argentina e decide con Maurice di vivere
con pienezza di sentimenti il loro rapporto.
ASSAI APPREZZATO ALLA MOSTRA DI VENEZIA DEL 1987, dove
furono premiati i due ottimi protagonisti, il film ha poi goduto
di un enorme favore di pubblico, che ha benevolmente apprezzato
la splendida storia d'amore, i momenti toccanti e più che mai il
lieto fine.
In effetti bisogna ammettere che il film, sicuramente bello, ha
significato molto sia per la storia del cinema gay che per
un'accettazione comune dell'omosessualità, capace com'è di
catturare consensi grazie all'accuratissima ricostruzione
dell'epoca e alla fedeltà al romanzo. Tuttavia da un punto
di vista più specificatamente filmico Maurice rivela limiti
evidenti, ricorrenti nella produzione di James Ivory, americano
ma anglo-indiano per cultura.
Ivory ha effettivamente ricreato magnificamente l'ambiente di
un'Inghilterra perbenista (si pensi alle considerazioni del
dottore sull'omosessualità), un universo che sanciva il suo
apogeo pur covando in sé i germi della decadenza. E la
fedeltà al romanzo è encomiabile, a parte la creazione
dell'episodio dell'arresto di Risley per giustificare il
cambiamento in Clive, dovuto a ragioni ben più sottili e
sfumate.
Ma in questo universo raffinato ed estetizzante si ritrova in fin
dei conti lo stesso pudore dell'epoca: i sentimenti delicati,
filtrati sempre attraverso canali intellettuali, non danno mai
luogo a passioni palpitanti e le emozioni, quasi sempre,
rimangono profonde e sono nascoste, soffocate dal bisogno di
narrare tutto, a scapito della reale interiorità dei personaggi.
È come se tutto fosse smorto, piatto: sia i rovelli e i dubbi di
Clive, sia il terrore della diversità di Maurice. È una
superficialità che alla fin fine sminuisce la stessa portata del
libro di Forster, che invece sottolinea con ben altra forza
l'antitesi tra cultura e natura, tra razionalità e istinto, e
condanna le convenzioni sociali che strozzano le pulsioni
individuali.
A parte forse le scene di sesso con il bellissimo Alec, in cui si
ritrova quella fisicità corposa e tattile e quella trasgressione
che manca visibilmente nel resto del film, ci si deve così
contentare di languidi abbracci e di sguardi complici.
Dello stesso regista:
I bostoniani, 1984, Playtime, Generai Video, Sampaolo
Audiovisivi
Schiavi di New York, 1989, Columbia Tristar Home Video