regia | Giuliano Montaldo |
soggetto | dal romanzo omonimo di Giorgio Bassani (1958) |
sceneggiatura | G. Montaldo, Nicola Badalucco, Antonella Grassi |
fotografia | Armando Nannuzzi |
musica | Ennio Morricone |
interpr. e pers. | Philippe Noiret Dott. Fadigati - Rupert Everett Davide Lattes - Valeria Golino Nora Treves - Nicola Farron Eraldo Delitiers - Roberto Herlitzka Prof. Perugia - Stefania Sandrelli signora Lavezzoli |
origine | Italia, 1987 |
durata | 1 1 0' |
genere | Drammatico |
video Avo Film
1938. Le persecuzioni fasciste cominciano ad incutere
timore nella popolazione ebraica di Ferrara, che è costretta a
subire le prime vessazioni, come capita al professar Perugia, a
cui viene tolta la cattedra universitaria a Bologna.
Anche in casa Lattes, nonostante il padre predichi fiducia, la
vita si fa più difficile: è soprattutto Davide, alunno ed amico
del prof. Perugia e fidanzato con una ragazza ebrea, Nora,
ad avvertire l'ostilità dei tempi. Nei suoi viaggi a
Bologna, Davide con i suoi amici incontra regolarmente sul treno
il dottor Fadigati, un omosessuale che nasconde la sua
condizione, che diventa amico di tutta la combriccola grazie alle
sue premure.
Diventa in particolare amico di Eraldo, un pugile con cui
instaura, grazie anche a costosi regali, un rapporto molto
intimo. I due trascorrono le vacanze assieme in un lussuoso
hotel al mare, dove però la presenza della Ferrara bene fa
nascere forti pettegolezzi.
L'atmosfera si esaspera, finché una sera i due si scontrano:
Eraldo colpisce il dottore e in seguito mette a soqquadro la loro
camera, riprendendosi le sue cose.
È uno scandalo che Fadigati sconta amaramente. Solo Davide
gli resta amico, anche perché si sente perseguitato come lui e
solo, visto che Nora, entrata nelle grazie di un gerarca, ha
deciso di battezzarsi.
Ma l'amicizia di Davide (peraltro osteggiata dalla sua famiglia)
non basta, e Fadigati si suicida gettandosi nel fiume.
TRATTO DALL'ELEGANTE ROMANZO DI GIORGIO BASSANI, il
film ne rispetta sicuramente la trama, incentrata sul rapporto
delicato ed umano che nasce tra il dottor Fadigati e Davide.
I due imparano a stimarsi perché vittime di prevaricazioni, sia
pur differenti, e perché accomunati da un'analoga
solitudine. Davide vive con lungimirante preoccupazione e
con coraggio (quel coraggio che non ha invece Nora, che tradisce
lui e la sua religione per garantirsi un futuro migliore) i
fermenti antisemiti che costringono la famiglia ed i suoi amici,
come il prof. Perugia, a subire ogni giorno di più
umilianti costrizioni.
Il dottor Fadigati (ai cui eleganti occhiali d'oro si riferisce
il titolo) paga invece lo scotto di una passione travolgente per
l'avvenente e spregiudicato Eraldo. Per il giovane boxeur
Fadigati (colto, raffinato e gentile con tutti) esce allo
scoperto, decidendo di abbandonare quel riserbo e quella
discrezione in cui aveva affogato la sua omosessualità, e brucia
tutta la sua fama di rispettabile ed affermato professionista.
Ma pur rispettando le premesse del romanzo il film ne tradisce la
profondità, con una ricostruzione in cui musica e fotografia
danno un tono di già visto e patinato, e soprattutto attraverso
una sceneggiatura fatta di dialoghi scontati (e spesso
decisamente moderni per l'epoca) che non mettono sufficientemente
a fuoco i personaggi e in cui si perdono le impalpabili sfumature
del testo, fatto di pause, di significativi silenzi, di sottili
sottintesi.
La stessa omosessualità (la cui centralità rende comunque il
film degno di nota) ha nell'economia del film un ruolo senz'altro
limitato, solo ed esclusivamente in funzione dell'emarginazione
di Fadigati. Difatti il rapporto con Eraldo è visto solo
esternamente, in improbabili gite in barca davanti agli occhi di
tutti o in picnic in cui non si va oltre il reciproco sfiorarsi.
Il sesso è del tutto escluso e si limita alla visione
dell'atletico corpo nudo di Eraldo, mentre si dà risalto alle
scene d'amore tra Davide e Nora.
Eccellente la prova di Philippe Noiret.