OLIMPIA, I PARTE

APOTEOSI DI OLIMPIA, II PARTE

tit. originale Olympia I. Teil «Fest der Völker»
Olympia II. Teil «Fest der Schönheit »
regia, soggetto e sceneggiatura Leni Riefenstahl
fotografia vari
eff. speciali Svend Noldan
musica Herbert Windt, Walter Gronostay
montaggio L. Riefenstahl
origine Germania, 1938
durata    I parte, 125'; II parte, 99'
genere Documentario
qualità **** tematica * erotismo *
video M 8 R Film & Film (2 videocassette in vendita separatamente)

II film, diviso in due parti, sviluppa la storia e gli ideali delle Olimpiadi, da quelle antiche fino a quelle odierne. All'inizio statue classiche lasciano il posto in dissolvenza ad atleti in analoghe, plastiche posizioni. Man mano che il racconto procede, ci si avvicina alle Olimpiadi di Berlino: I'accensione della fiamma olimpica ad Olimpia, la corsa dei tedofori fino alla capitale tedesca, la grandiosa inaugurazione alla presenza di Hitler. Per passare poi allo svolgimento dei giochi stessi (con un occhio particolare alla regina fra gli sport, I'atletica leggera) ai principali protagonisti e, naturalmente, agli atleti tedeschi.  

IL FILM È UN DOCUMENTARIO SUI GIOCHI OLIMPICI DI Berlino del 1936, desiderati ardentemente da Hitler per dichiarare al mondo intero la superiorità della razza ariana, dei valori del nazismo e del pangermanesimo. Anche se poi lo stesso Hitler e soprattutto Goebbels, ministro della propaganda, ebbero da ridire per il troppo spazio offerto a Jesse Owens, indiscusso protagonista delle Olimpiadi, ma vero smacco per il nazismo in quanto atleta di colore. Per girarlo la Riefenstahl ebbe a disposizione mezzi decisamente straordinari, grazie ai quali ebbe un numero enorme di operatori e arrivò a fare riprese da dirigibili o in camere stagne dentro le piscine. Ne risulto materiale per più di trecento ore ed un laboriosissimo montaggio che richiese più di diciotto mesi. Osteggiato tuttora da molti per il suo passato, in realtà il film e così bello e cinematograficamente valido che riesce ad annullare ogni riserva sulla sua origine e sul suo scopo primario. D'altra parte non ci sono forzate adesioni politiche, ma un tributo sincero ad un estetismo raffinato, a volte esasperato. La Riefenstahl era una sincera entusiasta del senso delle Olimpiadi e del significato dello sport, visto soprattutto come mezzo per formare armoniosamente il corpo umano. Lungi dall'essere una cronaca dell'evento, Olimpia tende in particolare ad esaltarne spettacolarmente i momenti più significativi ed e soprattutto un mezzo per esibire e definire degli ideali estetici precisi. Quegli stessi ideali che la regista ha cercato anche in seguito, fotografando gli africani Niuba: negli uomini la forza e la competitività, nelle donne il fascino e la grazia. Perciò, più che soffermarsi sulle tensioni, ama con- centrarsi sul discorso estetico. Ovviamente nel film non c'è niente che riguardi specificatamente l'omosessualità. E ciò nonostante il film trasuda di un forte omoerotismo e non può non entusiasmare un pubblico gay, perché nel cine- ma non si e mai visto un tale tributo alla bellezza del corpo umano, maschile soprattutto, ma anche femminile, visto in una sintesi possente di armonia, bellezza e forza. D'altra parte, il nazismo, che pure con- danno l'omosessualità, di fatto la pratico moltissimo e la esalto nella sua arte ufficiale, come la scultura di Arno Breker, a cui tante inquadrature del film rimandano.


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