regia, soggetto e sceneggiatura | Gianni Da Campo |
fotografia | Emilio Bestetti |
musica | Franco Piersanti |
interpr. e pers. | Lorenzo Lena Lorenzo - Marco Mestriner Duilio - Alba Mottura Cecilia - Paolo Gariato il padre - Marina Vlady la matrigna - Elena Barbalich Adalgisa |
origine | Italia, 1986 |
durata | 100' |
genere | Drammatico |
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Il ventiduenne Lorenzo vive da solo a Venezia.
Professore di prima nomina, ha una supplenza in una scuola media
di un paesino del Veneto. Qui conosce Cecilia, con cui ha
un rapporto solo fisico, poiché lei non vuole implicazioni
sentimentali. In compenso trova negli allievi l'affetto che
cerca.
Tra loro è Duilio quello che più spinge per stabilire con lui
un rapporto di amicizia ed insiste perché vada a trovarlo a casa
sua. In breve Lorenzo diviene un habitué della sua
famiglia, conquistando la fiducia dei padre, mentre la matrigna
prova sin dall'inizio qualche timore per il rapporto, nel
frattempo diventato veramente profondo, creatosi tra i due.
Sarà proprio lei ad insistere presso il marito affinché il
maestro diradi le sue visite.
È la malattia del nonno a riavvicinare Lorenzo a casa di
Duilio. La presenza di Adalgisa, la sorella che
abitualmente vive a Milano e con cui Lorenzo avrà un rapporto
per certi versi intimo, provoca in Duilio una non celata
gelosia. Lorenzo si allontana ancora una volta e ritorna da
Cecilia, che gli annuncia il suo matrimonio.
Quando muore il nonno la famiglia di Duilio prega Lorenzo di
andarli a trovare. Lorenzo trascorre la notte lì,
imbarazzato per il forte trasporto che prova nei confronti del
ragazzo.
Quando riparte, tra i pianti di Duilio, sa non che non tornerà
mai più.
IL FILM, SINCERO MA NON PRIVO DI QUALCHE INGENUITÀ, è
un delicatissimo ritratto di una civiltà che sta scomparendo e
di un'affinità elettiva che si instaura fra due esseri umani. li
titolo rimanda alla genuinità della terra e della sua schietta
civiltà ed insieme a quell'età in cui, proprio come il grano
che non è ancora diventato pane, la fanciullezza non ha ancora
lasciato il posto alla maturità.
L'atmosfera particolare, elegiaca e sommessa, che avvolge il film
(girato con mezzi limitati ma con molta cura) rimanda a un tempo
indistinto. Ed in effetti il soggetto di Da Campo risale ad
un ventina di anni prima.
Quando il protagonista Lorenzo arriva nel paesino del Veneto, ai
confini col Friuli, gli si apre un mondo ancora incontaminato e
dai saldi valori, capace di dargli quell'affetto di cui lui, come
tutti, ha bisogno.
Ad offrirglielo è in particolare il dodicenne Duilio, a
dimostrazione del fatto che non vi è un'età per amare.
Scavalcando ogni remora culturale e di educazione il ragazzo ama
Lorenzo, a cui si offre con la totalità e naturalezza tipica di
quell'età.
Di fronte a quella pura forza di sentimenti Lorenzo, già maturo,
reagisce con difficoltà e non riesce a rifiutare, pur volendolo,
i modelli di comportamento della società. Così respinge
il ragazzo, lasciandolo nello sconforto e castrando il suo
stesso, puro desiderio.
Nel film questo viluppo di paure ed attrazioni non dà luogo a un
dramma (anche se a volte, come nel finale, la vicenda è toccante
ed emoziona) ma piuttosto ad una sofferta serenità, con un
pudore che non lascia mai spazio alla morbosità o alla
volgarità.
È una visione soffusa che fa sì che non si vada mai oltre un
bacio appena accennato (anche se bisogna ricordare che il film,
incredibilmente, è finito nelle grinfie della censura).
Un'oggettività che, se sembra il segno dell'equilibrio
stilistico dell'opera, può essere letto anche come un paravento
per non emettere giudizi su un tema così scabroso. Ma il
giudizio c'è, basta leggerlo fra le righe.
Gli attori sono tutti bravi, in particolare il bel Lorenzo Lena,
che si può ammirare nudo mentre fa l'amore con Cecilia, e il
giovane Marco Mestriner.