...pure troppo |
3. C'È
SOLO IL COUNTRY
-Ma straporcocazzodimerda!
Non si prende un cazzo qui.-
-E che non
la sai regolare, ecco cos'è.-
-'sto cazzo
non lo so fare, provaci te se sei capace.-
Jess si industria
un po' sulla manopola dell'autoradio ed alla fine lascia
su una stazione
dalla ricezione tutt'altro che ottimale.
-E questo cazzo
è.-
-Va bene, hai
ragione. Non si sente benissimo ma almeno si sente.-
-No, no. Frena,
cazzo. Dico che cazzo è questa merda qui che suona la radio.-
-E che ne so,
è musica-
-Ma neanche
per il cazzo, 'sta merda è la musica dei negri. Dì mica te
la
fai con i negri,
eh?-
-Parli con
me?-
-eh sì
che parlo con te. Mica la puoi chiamare musica questa merda, cazzo!-
-O.k. non scaldarti,
cambia stazione, Louis.-
-E cazzo se
la cambio, mica la ascolto io la merda dei negri!!-
Alla fine Louis
riesce a trovare una stazione radio con una ricezione dignitosa.
-E cazzo sì,
questa è musica buona. Sai cos'è questa bimba?-
-È...
È country no?- risponde Elizabeth titubante.
Louis la guarda
un attimo, come se si fosse infilata nel culo la mitra del
Papa davanti
al Papa stesso.
-Cazzo, no.
Questa è buona musica. Questa è solo buona musica. Mica il
rap dei negri. Comunque sì, è country. Vedi piccola, da come
la vedo io è il senso che conta. Quei negri stanno in America solo
per rompere i coglioni e a fottersi le nostre puttane. E poi c'hanno la
merdosa fissa del soppruso. Si sentono una cazzo di minoranza sfruttata
e si mettono a cantare 'ste stronzate politiche e tutta la loro merda africana.
Negri del cazzo. E poi fratello qui fratello là. Brutti negri, mica
se lo ricordano che l'altro giorno erano cannibali del cazzo. Invece nel
country è un'altra cosa, c'hai le storie dei grandi amori, di questi
tizi che sono dei duri, si rompono il culo a far pascolare i cavalli ma
che poi a casa c'hanno una moglie che li sfama e li scopa. Cazzo, questa
è la vita, mica la merda dei merdosi negri! I negri non sono buoni
neanche da scopare!-
-Louis taglia,
siamo arrivati.-
Il furgone si
fermò con una lunga frenata che alzò un polverone
tutt'intorno.
Avevano percorso un bel po' di chilometri e adesso erano
arrivati, il
posto era una piana verdeggiante circondata da boschi
rigogliosi
e scuri, tipo la contea di Hazard se avete presente il telefilm.
Per raggiungere
l'abitato del Conte occorreva infilarsi per un po' nella
boscaglia,
diciamo una ventina di minuti con calma, e poi se seguivi bene il sentiero
arrivavi davanti a questa cosa che, quelli che la conosceva bene, chiamavano
'Palazzo della Carne'. L'edificio era bello grande di fuori, uno stile
indefinibile, un misto di bianco e legno ma anche con le colonne che vedi
nelle cartoline della Grecia.
I tre sul furgoncino scesero e si guardarono un poco attorno scrutando,
niente si muoveva, nessun rumore. Jess si accese una paglia e poi ne accese
una anche per Louis. Jess si appoggiò al fianco del furgone mentre
Louis si sedette per terra all'ombra del mezzo. Elizabeth domandò
cosa stessero aspettando.
-Oh, qualcuno
si farà vivo. Prima o poi.-
Elizabeth stava
per chiedere cosa intendesse di preciso quando la porta
principale,
un portone cesellato di legno smaltato, si aprì. Da lì ne
uscì
una ragazza
sui dieci anni con un abitino candito e leggero, i capelli
biondi fatti
in decine di trecce e gli occhi azzurri come il cielo.
Jess diede
una scrollata alla polvere che era finita sul vestito di
Elizabeth mentre
Louis si alzò pigramente dal suo luogo di riposo.
-Oh, Jess.
Mi raccomando, non meno di 2.500.-
Jess annuì
poi s'incamminò verso la ragazza scortando Elizabeth.
-Senti, lascia
fare tutto alla bambina e andrà tutto per il meglio, o.k.?-
La ragazzina
aveva lo sguardo smarrito, che intendeva Jess?
-Hai capito
o no?- incalzò lui.
Elizabeth si
limitò ad abbassare la testa, aveva comunque scelta?
Arrivarono
davanti alla bambina, questa era rimasta sul portico della casa
mentre i due
distavano da lì ancora tre scalini. La bambina fece cenno ad
Elizabeth di
avvicinarsi poi le prese i lembi della gonna e gliela sfilò
delicatamente.
La ragazza lanciò uno sguardo all'indirizzo di Jess che però
guardava altrove, ora la ragazza era lì in piedi mezza nuda con
i peli pubici che si muovevano al vento. La bambina spogliò Elizabeth
anche della sua camicietta e poi le ingiunse di sedersi sull'ultimo gradino.
La ragazza fece come le era stato detto, si sedette stringendo le gambette
chiare. Intanto la bambina si era portata sul gradino inferiore e cercava
delicatamente di aprire le gambe di Elizabeth, poi passò delicatamente
le dita fra le sue gambe e poi dentro di lei.
Dopo pochi istanti
la bambina si era rialzata e si era avvicinata a Jess.
-5.000 dollari.
Non puoi contrattare, lo sai?- la voce della bambina era
dolce ma freddissima,
quasi artificiale.
-Sì,
lo so. Vanno bene, benissimo.-
La bambina
rovistò in una tasca del vestito e ne estrasse un mazzo di
dollari e ne
sottrasse due decine di pezzi, poi porse la parte restante a Jess.
-Così
sono 5.000. Non è abbastanza carina da meritarne 7.000. Mi spiace.-
-Fa niente,
mi contento- così dicendo infilò i soldi in tasca.
-Posso dire
due parole alla piccola?-
-Fa pure ma
sbrigati.-
Jess si avvicinò
ad Elizabeth e le si sedette accanto. La ragazza era
completamente
nuda e Jess la trovò bellissima, poi la mano dell'uomo si posò
sulla guancia morbida della giovane.
- Ragazzina,
non avresti dovuto nascere...-
Così
dicendo Jess si alzò poggiando un braccio sul gradino e si allontanò
verso il furgone,
lo vide dire qualcosa a Louis. La bambina bionda intimò ad Elizabeth
di seguirla, lei lo fece ma andandosene gettò uno sguardo verso
i due e, quando sentì il motore accendersi, si rese conto che le
dispiaceva perderli. Erano persone orribili ma almeno le conosceva ed altrettanto
non poteva dire di quel posto. Non li rivide mai più.
Jess chiese
a Louis di starsene zitto almeno per cinque minuti dopo essere
partiti. Louis
probabilmente cronometrò i secondi ed una volta scaduti:
-Allora quanto
ti hanno dato?!-
- Cazzo, ma
non riesci a pensare ad altro che ai soldi e al sesso?-
-No.-
-Già,
lo so. Non pensi che abbiamo fatto qualcosa di orribile? Non pensi che
lo facciamo sempre?-
-Amico io sono
un bastardo e lo so benissimo. E tu sei peggio di me! E
adesso dimmi
quanto ti hanno dato.-
-Jess sbuffò
qualcosa poi infilò la mano nei pantaloni ravanò per un attimo
e poi estrasse
un pacco di grana.
-Tieni, contali
un po' tu.-
Louis non si
fece pregare e conteggiò velocemente.
-Cazzo amico!
3.200 dollari. Simao ricchi!- e Louis si mise a sghignazzare ferocemente.
-Già
siamo ricchi- sussurrò divertito Jess. Louis l'aveva chiamato bastardo
e lo sapeva
che era la cosa più vera sulla Terra. Al momento Jess era preso
male per la
piccola Elizabeth, le era stata simpatica chissà perché,
ma la
aveva venduta
perché era la sua natura. Una natura di merda. In quelle ore
successive
pensò anche di spedire i milleottocento dollari fregati a Louis
ai genitori
di Elizabeth. Poi si accorse che non li conosceva, poi che se
avesse voluto
li avrebbe trovati facilmente e, qualche giorno poi, che non
gliene fregava
un cazzo. Non ripensò più ad Elizabeth finché campò
(invero poco).