Molto PULP
...pure troppo

3. C'È SOLO IL COUNTRY

-Vabbè, tu mi dici che la proteggi e poi gli fai vedere queli due merdosi
che si fottono il cadavere del suo ragazzo?-
Jess resta zitto, ma Louis lo incalza perché ce l'ha veramente con lui. Ce
l'ha per i soldi, ma ancora di più perché lo ha umiliato e gli ha fatto fare
la figura dello stronzo davanti a della gente.
-Allora?-
-Dal Conte vedrà di peggio, meglio che si abitui un poco.-
-Ma vedi di andare affanculo, mica sei il suo angelo custode, no?-
-No, non lo sono.-
-E allora. Cos'è? Una crisi mistica?-
-No.-
-E allora cos'è?-
Ma Jess non risponde e dopo un po' Louis si stanca di insistere e quasi si
dimentica perché  ce l'ha con l 'amico.
Elizabeth è addormentata ed ha la testa che poggia sulla spalla di Jess,
all'inizio pensava che non avrebbe dovuto addormentarsi in compagnia di quei due, ma poi la stanchezza e la consapevolazza che non li avrebbe potuti fermare neppure da sveglia, avevano avuto la meglio.
-Ma quanto cazzo manca?-
-Poco.-
-Quanto poco.-
-Poco.-
-'fanculo, io accendo la radio così non devo sentire le tue puttanate.-
-Non accendi un cazzo.-
-Hei, ma che c'hai?!-
-La ragazzina dorme.-
-ah, già. Scusa tanto angelo custode dei miei coglioni.-
Louis incrocia le braccia e bestemmia fra sé guardando fuori dal finestrino il paesaggio che corre veloce.
-E poi no! Che cazzo, io la radio la accendo e se hai qual... Cazzo è quella
pistola?-
-Louis, non prendertela male. Io non ti sparo lo sai, ma se ho detto
qualcosa sai che è quello che devi fare, niente palle e non ci sono cazzi.
Io dico e tu fai, lo sai che è così. Adesso aspettiamo che la piccola si
sveglia e poi, solo poi, ascoltiamo un po' di musica. Capito?-
Louis guarda freddo gli occhi di Jess e cerca lo sguardo alla Clint ma ne
tira fuori solo uno alla John Wayne che, cazzo, si vede che è finto.
-Capito!?-
-Possiamo accenderla... La radio, dico.-
I due uomini si voltano verso Elizabeth che li guarda con grossi occhi.
-Era ora, stracazzo!- e detto queste Louis gira subito la manopola della
radio e si mette a cercare qualcosa di suo gusto.
-Dormito bene, piccola?- domanda Jess mettendo la pistola in un vano della portiera del furgone.
-No, però ho dormito.-
-Già-
-...-
-Che c'è, che hai da guardare?-
-Niente è che... Mi avete svegliata perché urlavate e...-
-Mi dispiace non volevamo.-
-No. Non è questo... Io mi sono svegliata e ho visto te che guardavi Louis e lui che guardava te e... nessuno che guardava la strada!-
-oh, be', è vero ragazzina l'ho scordato. Be', c'è andata liscia eh? Adesso
potremmo esserci ribaltati e magari ammazzati no?-
-Già... potremmo.-

-Ma straporcocazzodimerda! Non si prende un cazzo qui.-
-E che non la sai regolare, ecco cos'è.-
-'sto cazzo non lo so fare, provaci te se sei capace.-
Jess si industria un po' sulla manopola dell'autoradio ed alla fine lascia
su una stazione dalla ricezione tutt'altro che ottimale.
-E questo cazzo è.-
-Va bene, hai ragione. Non si sente benissimo ma almeno si sente.-
-No, no. Frena, cazzo. Dico che cazzo è questa merda qui che suona la radio.-
-E che ne so, è musica-
-Ma neanche per il cazzo, 'sta merda è la musica dei negri. Dì mica te la
fai con i negri, eh?-
-Parli con me?-
-eh sì che parlo con te. Mica la puoi chiamare musica questa merda, cazzo!-
-O.k. non scaldarti, cambia stazione, Louis.-
-E cazzo se la cambio, mica la ascolto io la merda dei negri!!-
Alla fine Louis riesce a trovare una stazione radio con una ricezione dignitosa.
-E cazzo sì, questa è musica buona. Sai cos'è questa bimba?-
-È... È country no?- risponde Elizabeth titubante.
Louis la guarda un attimo, come se si  fosse infilata nel culo la mitra del
Papa davanti al Papa stesso.
-Cazzo, no. Questa è buona musica. Questa è solo buona musica. Mica il rap dei negri. Comunque sì, è country. Vedi piccola, da come la vedo io è il senso che conta. Quei negri stanno in America solo per rompere i coglioni e a fottersi le nostre puttane. E poi c'hanno la merdosa fissa del soppruso. Si sentono una cazzo di minoranza sfruttata e si mettono a cantare 'ste stronzate politiche e tutta la loro merda africana. Negri del cazzo. E poi fratello qui fratello là. Brutti negri, mica se lo ricordano che l'altro giorno erano cannibali del cazzo. Invece nel country è un'altra cosa, c'hai le storie dei grandi amori, di questi tizi che sono dei duri, si rompono il culo a far pascolare i cavalli ma che poi a casa c'hanno una moglie che li sfama e li scopa. Cazzo, questa è la vita, mica la merda dei merdosi negri! I negri non sono buoni neanche da scopare!-
-Louis taglia, siamo arrivati.-

Il furgone si fermò con una lunga frenata che alzò un polverone
tutt'intorno. Avevano percorso un bel po' di chilometri e adesso erano
arrivati, il posto era una piana verdeggiante circondata da boschi
rigogliosi e scuri, tipo la contea di Hazard se avete presente il telefilm.
Per raggiungere l'abitato del Conte occorreva infilarsi per un po' nella
boscaglia, diciamo una ventina di minuti con calma, e poi se seguivi bene il sentiero arrivavi davanti a questa cosa che, quelli che la conosceva bene, chiamavano 'Palazzo della Carne'. L'edificio era bello grande di fuori, uno stile indefinibile, un misto di bianco e legno ma anche con le colonne che vedi nelle cartoline della Grecia.
        I tre sul furgoncino scesero e si guardarono un poco attorno scrutando, niente si muoveva, nessun rumore. Jess si accese una paglia e poi ne accese una anche per Louis. Jess si appoggiò al fianco del furgone mentre Louis si sedette per terra all'ombra del mezzo. Elizabeth domandò cosa stessero aspettando.
-Oh, qualcuno si farà vivo. Prima o poi.-
Elizabeth stava per chiedere cosa intendesse di preciso quando la porta
principale, un portone cesellato di legno smaltato, si aprì. Da lì ne uscì
una ragazza sui dieci anni con un abitino candito e leggero, i capelli
biondi fatti in decine di trecce e gli occhi azzurri come il cielo.
Jess diede una scrollata alla polvere che era finita sul vestito di
Elizabeth mentre Louis si alzò pigramente dal suo luogo di riposo.
-Oh, Jess. Mi raccomando, non meno di 2.500.-
Jess annuì poi s'incamminò verso la ragazza scortando Elizabeth.
-Senti, lascia fare tutto alla bambina e andrà tutto per il meglio, o.k.?-
La ragazzina aveva lo sguardo smarrito, che intendeva Jess?
-Hai capito o no?- incalzò lui.
Elizabeth si limitò ad abbassare la testa, aveva comunque scelta?
Arrivarono davanti alla bambina, questa era rimasta sul portico della casa
mentre i due distavano da lì ancora tre scalini. La bambina fece cenno ad
Elizabeth di avvicinarsi poi le prese i lembi della gonna e gliela sfilò
delicatamente. La ragazza lanciò uno sguardo all'indirizzo di Jess che però guardava altrove, ora la ragazza era lì in piedi mezza nuda con i peli pubici che si muovevano al vento. La bambina spogliò Elizabeth anche della sua camicietta e poi le ingiunse di sedersi sull'ultimo gradino. La ragazza fece come le era stato detto, si sedette stringendo le gambette chiare. Intanto la bambina si era portata sul gradino inferiore e cercava delicatamente di aprire le gambe di Elizabeth, poi passò delicatamente le dita fra le sue gambe e poi dentro di lei.

Dopo pochi istanti la bambina si era rialzata e si era avvicinata a Jess.
-5.000 dollari. Non puoi contrattare, lo sai?- la voce della bambina era
dolce ma freddissima, quasi artificiale.
-Sì, lo so. Vanno bene, benissimo.-
La bambina rovistò in una tasca del vestito e ne estrasse un mazzo di
dollari e ne sottrasse due decine di pezzi, poi porse la parte restante a Jess.
-Così sono 5.000. Non è abbastanza carina da meritarne 7.000. Mi spiace.-
-Fa niente, mi contento- così dicendo infilò i soldi in tasca.
-Posso dire due parole alla piccola?-
-Fa pure ma sbrigati.-
Jess si avvicinò ad Elizabeth e le si sedette accanto. La ragazza era
completamente nuda e Jess la trovò bellissima, poi la mano dell'uomo si posò sulla guancia morbida della giovane.
- Ragazzina, non avresti dovuto nascere...-
Così dicendo Jess si alzò poggiando un braccio sul gradino e si allontanò
verso il furgone, lo vide dire qualcosa a Louis. La bambina bionda intimò ad Elizabeth di seguirla, lei lo fece ma andandosene gettò uno sguardo verso i due e, quando sentì il motore accendersi, si rese conto che le dispiaceva perderli. Erano persone orribili ma almeno le conosceva ed altrettanto non poteva dire di quel posto. Non li rivide mai più.
 

Jess chiese a Louis di starsene zitto almeno per cinque minuti dopo essere
partiti. Louis probabilmente cronometrò i secondi ed una volta scaduti:
-Allora quanto ti hanno dato?!-
- Cazzo, ma non riesci a pensare ad altro che ai soldi e al sesso?-
-No.-
-Già, lo so. Non pensi che abbiamo fatto qualcosa di orribile? Non pensi che lo facciamo sempre?-
-Amico io sono un bastardo e lo so benissimo. E tu sei peggio di me! E
adesso dimmi quanto ti hanno dato.-
-Jess sbuffò qualcosa poi infilò la mano nei pantaloni ravanò per un attimo
e poi estrasse un pacco di grana.
-Tieni, contali un po' tu.-
Louis non si fece pregare e conteggiò velocemente.
-Cazzo amico! 3.200 dollari. Simao ricchi!- e Louis si mise a sghignazzare ferocemente.
-Già siamo ricchi- sussurrò divertito Jess. Louis l'aveva chiamato bastardo
e lo sapeva che era la cosa più vera sulla Terra. Al momento Jess era preso
male per la piccola Elizabeth, le era stata simpatica chissà perché, ma la
aveva venduta perché era la sua natura. Una natura di merda. In quelle ore
successive pensò anche di spedire i milleottocento dollari fregati a Louis
ai genitori di Elizabeth. Poi si accorse che non li conosceva, poi che se
avesse voluto li avrebbe trovati facilmente e, qualche giorno poi, che non
gliene fregava un cazzo. Non ripensò più ad Elizabeth finché campò (invero poco).
 

       The End


GO 

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