"Io
sono, io regno, io vivo..."
"IO",
monosillabo sterile
di
un solitario potere:
un
imperatore.
"Scusi,
le dispiace, posso..."
"LEI",
falsa cortesia,
maschera
di sottomissione:
uno
qualunque.
Ma
come il bene e il male
si
uniscono nel gesto violento
di
un genitore,
il
sorriso e il pianto
nel
caldo momento
di
un tenero addio,
così
l'imperatore e il qualunque,
divisi
dalla vita, saranno insieme
nella
morte:
nudi,
soli,
armati
soltanto
di
ciò che hanno trascorso.
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