Che fine hanno fatto gli attori dei film di Virzì ("Ovosodo" e "Baci e abbracci")?
Un servizio comparso sul "Tirreno" del 18 febbraio 2001
Tutti gli uomini (e le donne) di Virzì
Quattro anni dopo «Ovosodo»
dove sono finiti gli attori «fatti in casa»?
Dai protagonisti ai comprimari del film girato a Livorno
Il regista: per me nacque una famigliola...
di Cristina Olivieri
LIVORNO. Il ricordo tiene accesa la memoria di una città e di un rione, «Ovosodo», che il regista Paolo Virzì nel '97 ha portato in pellicola sul grande schermo e fino al Festival di Venezia. Là il film riscosse gli onori del gran premio della giuria rendendo eterna la vita di un ragazzo come tanti altri della Livorno popolare. Piero Mansani, il personaggio interpretato da Edoardo
Gabbriellini, livornesissimo, nasce nel '74, figlio di Nedo, un ex portuale (Pietro Fornaciari) che entra e esce continuamente dalla galera.
Quindici anni di vita vissuta tra amicizie, amori, scuola, strade di quartiere, facce e muretti della Venezia, con la consapevolezza che alla fine la vita riserva sì dolori, ma anche tanta dolcezza.
«Ora non resta che il ricordo, come un "Ovosodo" non va nè su nè giù!» è una battuta emblematica che ricorderanno in tanti ma a tre anni dall'applaudita commedia all'italiana, come è cambiata la vita dei protagonisti di «Ovosodo» e del film successivo di Virzì, quel «Baci e abbracci» girato a Cecina e nelle campagne retrostanti?
Al telefono da Roma il regista ci racconta del suo prossimo film dal titolo «My name is Tanino». «Le riprese inizieranno il prossimo 9 aprile in America, e già ne sono entusiasta un po' come per le passate imprese, ma ogni volta l'entusiasmo si rinnova con la voglia di lasciare
un'impronta indelebile. Il film racconta le avventure e disavventure di un ragazzo siciliano che scappa dalla sua terra immaginando il nuovo continente con aspettative molto diverse da
quella che sarà la realtà».
Dopo tre anni, cosa ricorda Paolo Virzì della sua Livorno e dei film che ha diretto? «Durante quelle esperienze ho allargato la mia famiglia di tanti piccoli amici, dai quali non voglio separarmi. Sul set è nata una famigliola poco convenzionale, anche un po' alternativa che mi ha legato ancora di più alle mie origini. Ogni domenica da Roma o in qualsiasi luogo mi trovi, vado a leggere la pagina 214 di televideo per sapere cosa ha fatto la squadra amaranto e qualche volta cerco anche di vedere la partita commentando con gli amici i risultati».
«Poi - continua il regista - c'è una cosa che mi fa scuotere il ventricolo sinistro e mi dà grande emozione: quando il presidente Carlo Azeglio Ciampi dice in diretta tv che l'Italia è la sua patria, ma che la sua vera patria è Livorno che lui ama profondamente. I livornesi portano con sè un bagaglio di tradizioni che non cambierei con nessun'altra cosa al mondo. Mi piacciono l'aroma del ponce e le scogliere del Romito, la gente e la mia famiglia, in particolare mia madre che mi accoglie sempre con affetto quando torno a casa».
Studi a Firenze e il sogno di diventare regista
Gabbriellini: dopo gli spot
una bella sceneggiatura
LIVORNO. Che strada hanno imboccato i personaggi livornesi più in vista dei film di Paolo Virzì? Se Pietro Fornaciari ormai compare molto spesso in sceneggiati televisivi e film nazionali, ci sono diversi altri livornesi da non dimenticare, come il compagno di classe di Piero, interpretato da Paolo Ruffini, rimasto nel mondo dello spettacolo. E Maria Grazia Taddei col nipotino Jonathan De Giulli?
Nel film vestivano i panni della levatrice e del fratellino di «Ovosodo»: lei ha continuato a fare la bidella, il bimbo, come tutti gli altri va a scuola e gioca a pallone.
Passa un anno e con «Baci e abbracci» ricordiamo Massimo Gambacciani, protagonista del film sugli allevatori di struzzi, che prosegue la sua attività di avvocato. Degli Snaporaz l'indimenticabile Toto (Salvatore Barbato) e il bassista Valerio Fantozzi e tanti altri della nostra Livorno, la più genuina, quella che Paolo Virzì ha vissuto fin da bambino e immortalato in un insolito grande «ritratto di famiglia».
Edoardo Gabbriellini lo abbiamo rivisto negli spot pubblicitari, ultimo quello del «Nescafè». Dopo le glorie di «Ovosodo» ha proseguito i suoi studi a Firenze e ha messo provvisoriamente da parte l'idea di fare l'attore. Un progetto ambizioso lo attende e un sogno da realizzare lo vede impegnato su un unico fronte. È sul treno, in viaggio verso la capitale, ma parla con piacere del suo futuro. «Ho scritto la sceneggiatura di un film e ci credo davvero. Spero di riuscire a proporlo a un produttore, ma per il momento non voglio dire niente di più, se non che il luogo che mi ha ispirato per la storia e mi ha dato la sicurezza nello scrivere la sceneggiatura è vicino a Livorno. È una location bellissima e lì spero di poter portare il cast».
E degli spot pubblicitari cosa pensa chi li vive da protagonista? «Preferisco definire queste esperienze con tre aggettivi che sono in ordine cronologico per come li ho vissuti io: prima degradanti, dopo rassicuranti, infine edificanti, perché mi hanno portato alla scoperta di una dimensione nuova. Probabilmente rifarò anche l'attore, se riceverò offerte interessanti, ma la mia passione voglio concretizzarla con questo film, da regista».
Per Barresi e Cecchi trasloco a Roma
E i ragazzi del gruppo Snaporaz stanno per lanciare «Salto con te», il loro nuovo disco
LIVORNO. Per girare le scene dei film di Virzì, anche per un attimo, per una comparsa, si presentarono in tanti. La città era in fermento. Che i livornesi volessero sentirsi protagonisti era prevedibile, forse scontato, ma il casting che vide impegnati per lunghi pomeriggi il livornese Irish Braschi, meglio noto come «Spaghetto & C.», e il «nostro regista» fu un vero lavoro, quasi da «talent scout» e di attori veri o persone dalle grandi potenzialità sul set ne uscirono in quantità.
Tra i volti noti del teatro c'è Emanuele Barresi, attore professionista presente ne «La bella vita», il primo film di Virzì, anche per l'amicizia di vecchia data che lo lega allo sceneggiatore Francesco Bruni e al regista. «È capace di materializzare i suoi sogni e di trasmetterli a tutti gli attori del cast - dice Barresi dell'amico - sa far recitare chiunque nel suo turbine di emozioni, che lui stesso prova, caotico e irrefrenabile com'è».
Il «trio» Barresi-Bruni-Virzì è nato a Livorno quando ancora giovanissimi i tre facevano gli attori dilettanti sui palcoscenici labronici. E i livornesi che li conoscono, come fanno a non sentirsi orgogliosi e un po' campanilisti?
«Vivo a Roma da due anni - racconta al telefono Emanuele Barresi - dopo "Baci e
abbracci" ha fatto l'aiuto regista de "La bella e la bestia" di Maria Grazia Cipriani. L'anno scorso con il teatro Parioli ho recitato con Gaia De Laurentis e Cinzia Mascali in "Sole 24 ore" per la regia di Paola Cruciani. Tra le esperienze televisive ricordo "Distretto di polizia" per Mediaset, un serie nel quale ho girato un'altra puntata che uscirà prossimamente. Qualcuno mi avrà riconosciuto anche nel serial "Turbo", dove facevo analisi scientifiche. Intanto ho inviato un soggetto al premio Solinas e cerco un produttore che possa realizzare il film che ho in mente».
Da Livorno gli «Snaporaz» parlano del loro nuovo disco dal titolo «Salto con te». Salvatore Barbato, Toto per gli amici, batterista, che con la band entrò nel film «Baci e Abbracci», ricorda la sua esperienza da attore: «Ho avuto la fortuna di far parte dei film di Paolo, senza la convinzione di sfondare come attore. Mi piace parlare il livornese e nella vita continuerò a fare musica. Il 27 febbraio saremo al "Roxy Bar", un'occasione da non perdere!».
Anche Isabella Cecchi vive a Roma. Segretaria in «Baci e abbracci» ha girato anche «Metronotte» con Abatantuono e continua a fare provini in cerca di ruoli importanti. «Esordire nei film di Virzì è stato importante per me. Tutti a Roma lo considerano un regista di grande prestigio. Spero che possa capitarmi di nuovo un lavoro così importante. Intanto mi guardo intorno».
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