Concerto
Pesaro, Piazza del Popolo, 30 luglio 1986  
Marilyn Horne 
Nuova Orchestra Italiana - Charles Mackerras 

G.Rossini 
La scala di seta: sinfonia 
Maometto II: Non temer, d'un basso affetto 
Guillaume Tell: Pas de six 
Zelmira: Da te spero, o ciel clemente 
L'inganno felice: sinfonia 
Semiramide: Eccomi alfine in Babilonia 
Sinfonia "Al Conventello" 
La gazza ladra: "Beviam, tocchiam a gara" 
Tancredi: sinfonia 
Tancredi: Di tanti palpiti 
Tancredi: Ah! che scordar non so 
L'italiana in Algeri: sinfonia 
L'italiana in Algeri: Cruda sorte! 
 


Serata felicissima per l'artista americana caratterizzata da un vero 'crescendo' della qualità musicale ed interpretativa. Col poco noto, in quanto aggiunto in seguito, dopo la prima, recitativo e cavatina di Pippo dalla Gazza Ladra il gusto gioioso del grande Rossini trovava una finissima definizione. L'inarrivabile qualità interpretativa dell'artista per finezza di penetrazione poetica e drammatica e raffinatezza belcantistica si è colta nelle due superbe cavatine del Tancredi realizzate in clima di quasi magico straniamento sonoro. Un ritorno al vocalismo gioioso di trascinante e gioiosa vitalità si è poi avuto con la spassosa cavatina dall'Italiana in Algeri resa dalla Horne con tutti i mezzi e le allusioni possibili e non solo a quelli di 'di vaga femmina felicità' ma al vero tripudio musicale. Successo trionfale.
A. Cavicchi
Quando arriva lei, Marilyn Horne, vestita di firmamento, quando attacca a cantare con la sua splendida voce, per un mometo stiamo con lei, col festival e col megaconcerto. Poi ci accorgiamo che i coccodè sono tutti uguali, che le fioriture e le cadenze sono sempre le stesse, che gli eroi in gonnella dicono sempre le stesse cose e nella stessa tonalità e allora ci assale un senso di sazietà prepotente; e non resta che concentrare l'attenzione sulla voce di Marilyn Horne, che ha l'unico difetto di non avere difetti: non un'incrinatura, un'incertezza di emissione. Quel registro uguale che non conosce rottura di passaggi, quella dizione chiarissima, sono certamente belle cose, forse uniche. Tuttavia anche quel potenziale vocale straordinario potrebbe essere utilizzato con maggiore discrezione.

M. Zurlettida: Musica Viva, X(1986), n.10, ottobre

 
 
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