Marilyn
Horne
Nuova Orchestra Italiana - Charles Mackerras G.Rossini
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Serata felicissima per
l'artista americana caratterizzata da un vero 'crescendo' della qualità
musicale ed interpretativa. Col poco noto, in quanto aggiunto in seguito,
dopo la prima, recitativo e cavatina di Pippo dalla Gazza Ladra il gusto
gioioso del grande Rossini trovava una finissima definizione. L'inarrivabile
qualità interpretativa dell'artista per finezza di penetrazione
poetica e drammatica e raffinatezza belcantistica si è colta nelle
due superbe cavatine del Tancredi realizzate in clima di quasi magico straniamento
sonoro. Un ritorno al vocalismo gioioso di trascinante e gioiosa vitalità
si è poi avuto con la spassosa cavatina dall'Italiana in Algeri
resa dalla Horne con tutti i mezzi e le allusioni possibili e non solo
a quelli di 'di vaga femmina felicità' ma al vero tripudio musicale.
Successo trionfale. A. Cavicchi |
Quando arriva lei, Marilyn
Horne, vestita di firmamento, quando attacca a cantare con la sua splendida
voce, per un mometo stiamo con lei, col festival e col megaconcerto. Poi
ci accorgiamo che i coccodè sono tutti uguali, che le fioriture
e le cadenze sono sempre le stesse, che gli eroi in gonnella dicono sempre
le stesse cose e nella stessa tonalità e allora ci assale un senso
di sazietà prepotente; e non resta che concentrare l'attenzione
sulla voce di Marilyn Horne, che ha l'unico difetto di non avere difetti:
non un'incrinatura, un'incertezza di emissione. Quel registro uguale che
non conosce rottura di passaggi, quella dizione chiarissima, sono certamente
belle cose, forse uniche. Tuttavia anche quel potenziale vocale straordinario
potrebbe essere utilizzato con maggiore discrezione. M. Zurlettida: Musica Viva, X(1986), n.10, ottobre |