G. Rossini, Ermione
Pesaro, Teatro Rossini, agosto-settembre 1987
Ermione: Montserrat Caballè
Andromaca: Marilyn Horne
Astianatte: Enrico Gimelli
Pirro: Chris Merrit
Oreste: Rockwell Blake
Cleone: Daniela Lojarro
Pilade: Giuseppe Morino
Fenicio: Giorgio Surjan
Cefisa: Paola Romanò
Attalo: Enrico Facini


Orchestra Giovanile Italiana
Coro di Radio Budapest
Gustav Kuhn
Regia: Roberto De Simone
Scene e costumi: Enrico Job


Per questa ripresa, che può ben dirsi una prima assoluta del nostro tempo, è stato riunito un cast eccezionale, ed è stato fatto un lungo lavoro di preparazione. [...] Il regista De Simone ha ben compreso la duplicità di Ermione e con qualche forzatura l'ha abbondantemente modernizzata situandola nella reggia di Napoli fra la gente del primo Ottocento, con qualche dettaglio settecentesco. Non sempre tale finzione regge, ma almeno nella prima parte è teatralmente accettabile. [...] Il canto è subito diventato gara: svettava Chris Merrit (Pirro) nelle sovrumane ascensioni tenorili e così faceva il suo rivale Rockwell Blake nelle vesti di Oreste. Marilyn Horne affrontava a freddo il "Mia delizia!" e vie vie superava le insidie di una parte piuttosto ingrata; Montserrat Caballé incantava il pubblico ma era costretta a usare un grande mestiere per sopravvivere al truce finale; Giuseppe Morino era un magnifico Pilade e Surja un poderoso Fenicio. [...] Gustav Kuhn, come suo costume, guidava orchestra e scena con inflessibile fervore di tempi e qualche forzatura sinfonica. Ai cantanti veniva perciò richiesto uno sforzo, specialmente nel secondo atto, di vera marca teutonica.
M. Pasi
Gloriose anzi leggendarie le protagoniste femminili. Ancora fortissima Marilyn Horne, anche se il suo contralto ormai è meno lucente di un tempo. [...] Caballé stanca, ormai, c'eè poco da fare. Fischiarla però sembra un po' troppo: le parti più liriche sono ancora fascinose. E comunque sempre più nobile lei malridotta di un Chris Merrit in gran forma, tra i pochi tenori oggi di cantare Pirro per l'estensione prodigiosa e il volume, ma con tante cose da sistemare sul fronte dello stile.
D. Spini
Marilyn Horne è stata un'altissima Andromaca per bellezza di voce, passionalità e proprietà di stile, anche se è doveroso sottolineare la discutibile e non felice qualità musicale delle variazioni nella ripresa della sua aria.
C.M. Casanova
Occhi e orecchi erano aperti solo per i divi del canto. [...] Tra bieca indisciplina e spontanei eccessi, la bomba fonica scoppiettò per tre ore, tra le meno gradevoli che ricordi in un teatro. Ci furono eccezioni, e valga la pena ricordare il contegno sempre elegante di Giorgio Surjan [...] e la disciplinata abnegazione di Montserrat Caballé; la cui voce, tuttavia, non riesce più ad infilare le tremende terzine, ridotte a un vago tremulo; e il cui aspetto troppo poco suggerisce una fanciulla quale Ermione era.
P. Buscaroli

Musica Viva, novembre 1987



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