Priuli:
Ambrogio Riva
Contareno: Chris Merrit Capellio: Giorgio Surjan Falliero: Marilyn Horne Bianca: Katia Ricciarelli Costanza: Patrizia Orciani Pisani: Ernesto Gavazzi Un Uffiziale: Diego D'Auria Un Usciere: Diego D'Auria Coro
Filarmonico di Praga
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La
Ricciarelli ha ritrovato la freschezza e la bellezza timbrica delle sue
stagioni migliori [...] La Horne, che forse nel canto espressivo non è
molto intensa, nelle colorature è un prodigio senza rivali al mondo. D. Courir |
La
Horne [...] non si è solo prodigata in incredibili prodigi di fiabesca
agilità, con la sua articolazione perfetta che permette di sentire
e distinguere ogni suono anche nel disegno più zeppo di note. Questa
grande musicista non ha trascurato una sola sfumatura nei recitativi, accompagnando
il canto con espressioni del volto e movimenti che rendevano l'azione chiara
come se si leggesse il libretto. A. Gasponi |
Bianca
e Falliero è il paradiso terrestre del virtuosismo extra [...] insaziabile,
vorticoso, proibitivo virtuosismo. Il mondo convenuto all'Auditorium Pedrotti
di Pesaro ha provato una delle più ghiotte gioe d'ascolto umanamente
possibili di fronte a quanto han fatto ascoltare il contralto americano
Marilyn Horne e il nostro soprano Katia Ricciarelli. E. Cavallotti |
E'
bastato il magico quarto d'ora centrale del secondo atto perchè
la grande Marilyn, perfettamente carburata, sfoderasse tutte le qualità
ad altissimo tasso di virtuosismo espressivo che l'hanno resa giustamente
nota in tutto il mondo facendo del recitativo aria e cabaletta di Falliero
il 'clou' della serata. G. Gualerzi |
Marilyn
Horne, nello splendore maturo della sua voce, ha mostrato nei venti minuti
del "Tu non sai" [...] che cosa vuol dire fare musica col canto. R. Beuth |
[...]
Per Bianca e Falliero le perplessità non sfioravano la realizzazione.
Con il minimo dispendio di forze, adeguandosi a quello d'autore Pier Luigi
Pizzi ha trasformato l'angusto spazio dell'Auditorium Pedrotti in un tableau-vivant
ispirato minuziosamente al celeberrimo Veronese di Cena in casa di Levi
(ricostruito con impressionante nettezza nel finale atto primo). Lo spettacolo
era un percorso di particolari che la foggia dei costumi e la strabiliante
suggestione delle parrucche portavano diversamente in primo piano: gesti
delle mani, manti mollemente fotografati, pose che i fan del Pizzi "barocco"
riconoscono e ritrovano con qualche nuova sfumatura ogni volta, un gioco
ininterrotto di ammicchi espressivi e pittorici perfettamente sintonizzato
al funambolismo spesso surreale della musica. Musica in mani sceltissime. Donato Renzetti, capace tra l'altro di far suonare decentemente la mediocre London Sinfonietta Opera Orchestra, ha confermato in questa occasione d'essere interprete rossiniano prezioso. Non spaventato dall'assenza drammaturgica, quasi tranquillizzato anzi, Renzetti offre al Rossini serio una gamma timbrica e di colori suasiva, attenta agli intrecci [...] E in quanto a voci c'era da strabiliare: il debutto pesarese della Horne, cantante storica in questo repertorio e che ha saputo rimanere all'altezza della fama, ha messo un po' in ombra la prestazione straordinaria di Katia Ricciarelli, alla quale verrebbe da chiedere e implorare di dedicarsi soltanto al belcantismo. Ma come dimenticare la bravura di Chris Merrit (ogni volta più certo del suo professionismo e convinto della parte), l'impegno limpido di Giorgio Surjan (chiamato all'ultimo momento) e il livello complessivo della locandina? A. Foletto da: Musica Viva, X(1986), n.10, ottobre |