Marilyn
Horne e Lella Cuberli nelle parti di Tancredi e Amenaide sono di una bravura
da mozzare il fiato, crederesti che sul podio ci sia Giovacchino in persona. P. Buscaroli |
La
sua tecnica di canto è straordinaria e infallibile. E’ un incanto
la purezza, la morbidezza dei timbri, la flessibilità, la dolcezza
delle mezze voci, la ricchezza delle ottave, la classe raffinatissima. F. Chieco |
In
questa conclusione estremamente sobria e lineare, assolutamente anticonvenzionale,
perché si svolge tutta in un tono arcano, sospeso e sommesso per
svanire nel nulla, Marilyn Horne ha raggiunto uno dei culmini della sua
interpretazione, intonandola con una nobiltà e una intelligenza
musicale che sono parse non meno ammirevoli dello straordinario virtuosismo
esibito in tante altre pagine dell’opera. P. Petazzi |
In
questo allestimento della Fenice realizzato in coproduzione con il Festival
di Aix-en-Provence, le voci sono perfette, e il loro stile anche: Marilyn
Horne e Lella Cuberli, le quali non solo affrontano le tremende acrobazie
vocali rossiniane con dolcissima leggerezza, con impeccabile intonazione
e scrupolosa flessibilità, ottenendo legati inimitabili, ma pronunciano
i versi con estrema chiarezza, non una parola sfugge all’ascoltatore. D. Villatico |
La
Horne [...] oggi è la depositaria più autorizzata dei segreti
che governano il canto rossiniano. Perché? Per la sensatissima pulizia
del fraseggio, per la bravura e la discrezione degli abbellimenti, che
la mette in grado di fornire al compositore quella collaborazione creativa
ch’era in uso nel melodramma. M. Mila |
C’era
la compagnia di canto, invece, strepitosa. [...] Alcuni bravi: Ernesto
Palacio è elegante, corretto, e risolve con sommessa fragilità
gli impeti che a tratti vorrebbe la parte. Eleonora Jankovic, Marilyn Schmiege
e Nicola Zaccaria si inseriscono con proprietà, a un livello di
interessante consapevolezza professionale. Due, invece, fuoriclasse: una
per strepitosa natura, come natura comanda, Marilyn Horne, trascinatrice
nell’accento, emozionante nella bravura, impressionante nella perfezione
del colore vocale; e sempre nelle ragioni della musica, e galvanizzante
per i compagni di palcoscenico. Il recupero storico di questa parte coincide
con la sua volontà intelligente, con la sua arte bruciante. Ma l’altra,
Lella Cuberli, ci arriva qui a Venezia nel momento eccitante e tenerissimo
in cui s’accorge d’aver raggiunto il livello più alto, d’essere
in qualche modo entrata in possesso dell’arte e del rapporto col pubblico. L. Arruga da: Musica Viva, VI(1982), n.1, gennaio |
Foto ricordo dei due cast. Da sinistra: Marion Vernett Moore, Eleonora Jankovic, Ernesto Palacio, Marilyn Horne, Orazio Mori, Carmen Gonzales, Lella Cuberli, Marilyn Schmiege, Nicola Zaccaria. |