Prendete sette gatti, due cani, quattordici ettari di ulivi e boschi, una strada impervia e, di primo acchito, improponibile, un'ex insegnante americana, l'aria gioiosa delle colline aretine, un convinto e non fanatico credo vegetariano e vi ritroverete al Chicco di Grano, azienda agrituristica con ristorante vegetariano "solo su prenotazione". Sì, perché Giampaolo Scuderini, dopo aver gestito per quindici anni un ristorante a Francoforte, ha fatto armi e bagagli per trasferirsi su di una collina nei pressi di Arezzo, portando con sé la simpatica moglie del Michingam, travolta dalla passione con la complicità, non stentiamo a crederlo, dei piatti naturisti che Paolo si ostinava a preparare nel ristorante di Francoforte, in un paese dove regna il Wurst e la salsa mit Sahne.
Dopo quattordici anni Paolo Scuderini e sua moglie sono ancora pronti ad accogliere ignari turisti e convinti assertori del vegetarianesimo, senza favoritismi e con la familiare bonomia che rende il Chicco di Grano un posto "quasi" particolare. Abbiamo detto "quasi", perché in effetti la virtù di questa azienda agrituristica sta nella quotidianità, senza alcun desiderio di stupirvi con effetti speciali.
Si impara ad apprezzare la colazione generosa, rallegrata da ricotta e yogurt biologico, il pane integrale fatto rigorosamente in casa, la tradizionale ribollita toscana, le pizze e le torte salate (tutte con sale integrale, s'intende!). Di quei cibi potete star tranquilli perché si mangia tutti insieme, ospiti, amici e familiari, e l'unica sorpresa può derivare dall'inarrestabile chiacchericcio dei due figli. Quanto poi valga una bella dormita lontano da ogni rumore che non sia quello dei grilli (la strada più vicina è a circa due chilometri), in camere abitabili e spaziose, servite da bagni impressionantemente comodi e ampi, lascio immaginare a chi legge, esortandolo a provare nel week end un breve soggiorno nel casale di fine ottocento.
Da sconsigliare invece a tutti coloro che reputano il vegetarianesimo una moda à la page e pretendono di trovare in un posto di campagna pressoché incontaminato l'aria condizionata, una piscina con trampolino e un elegante maître egiziano che illustri forbitamente ogni portata, quando invece la cosa migliore (e più intelligente) è quella di assaggiarla.
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