Quell'anno la destinazione furono le colline soleggiate dell'Alto
Adige, o meglio Sud Tirolo (non è semplicemente un cambio di nome,
cambia tutta la prospettiva da cui si guarda una terra). Salutato
il fidanzato costretto al lavoro e mi imbarco con due amiche sulla
nera Lantis di un amico comune, che ci avrebbe portato ai 500 mt
di Montan (Montagna), nella Bassa Atesina, in provincia di Bolzano.
Nonostante l'esperienza scoraggiante dell'anno
precedente, prenoto le camere in un agriturismo sopra Montan, la Rienznerhof.
Passato il paese, cominciammo
a salire per una strada non asfaltata, piena di buche e con le rocce
che spuntavano nelle curve a mettere in pericolo la coppa dell’olio. Oggi,
dopo due anni, credo proprio che la strada sia asfaltata e del tutto sistemata,
ma nel 1998 coloro che si avventuravano per quella
carrareccia dovevano
passare quindici minuti a imprecare ai sassi e alla polvere, prima di scoprire
che la Rienznerhof era bellissima, che il panorama dei monti vicini era
stupendo e che la simpatia della famiglia Franzelin faceva dimenticare
l’infamia di quella strada, a cui noi cittadini di pianura non siamo mai
riusciti ad abituarci.
Le camere,pulite, ordinate e con comodi bagni, si aprivano su
di un balcone in legno con vista sulla valle; bastava abbassare un poco
lo sguardo per indugiare sul meleto, poi più vicino c'era la stalla,
lo stagno delle oche e i gattini che si rotolavano sull’aia. Fattoria autentica
e senza vergogna, io e i miei amici ci consolavamo dello scorrere dei giorni
con le abbondanti colazioni che la sig.a Franzelin preparava; la sera il
cane ci annusava ben bene prima di lasciarci passare sulle scale del piano
superiore, a dimostrazione che i nostri sonni si sarebbero svolti nella
massima tranquillità. A ricordo di quel soggiorno ho lasciato, sul
libro degli ospiti, questo raccontino: forse lo potrà capire solo
chi si rechi, di persona, nella Bassa Atesina, a camminare tra i meleti,
a prendere il sole sul Lago di Caldaro, a riposarsi tra i boschi del Monte
Corno.
Quando l'Uomo mangiò la mela, disobbedendo a Dio, Questi
lo cacciò dal Paradiso Terrestre, condannandolo ad un'esistenza
di fatica e dolore. Tuttavia Dio, che è infinitamente buono, pensò
che l'Uomo avrebbe trovato un mondo davvero inospitale; si commosse e pensò
di regalare al genere umano un pezzetto di Paradiso Terrestre, facendovi
crescere proprio quel frutto che aveva creato tanti guai ad Adamo
ed Eva, perché i loro discendenti potessero ricordarsi della dolcezza
di quel luogo.
E fu così che Dio creò la Bassa Atesina. |
@1998 Tourismusverband Der Suden Sudtirols,
Bozen
|
La 4a escursione della Guida Locale alle camminate nel parco del
Monte Corno indicava, senza ombra di dubbio, che un facile tracciato ci
avrebbe consentito quel pomeriggio di sottrarci al caldo che pur imperversava
su tutta la valle, e di vedere con i nostri occhi lo spettacolo superbo
di boschi e cime che circondava la Strada del Vino. Armati di entusiasmo
e di sazietà (avevamo appena terminato di mangiare degli splendidi
Knoedel a Trodena) ci incamminammo per il sentiero, deliziosamente erboso
in prima battuta, poi sempre più sconnesso nell'addentarsi in una
pineta che d’un tratto si rivelò sull'aperta fiancata della montagna,
con passaggi in roccia e sasso che le nostre scarpe da tennis faticavano
ad affrontare. Sudati, senza acqua (la guida aveva scritto che il posto
di ristoro era vicino) e sempre più silenziosi, ci ritrovammo all’improvviso
in apprensione. La
"facile passeggiata" durava da più di due ore in cui
non avevamo incontrato nessuno; i segnali si facevano sempre più
radi, e la pista sempre più ripida; alla fine non sapevamo più
che fare, se ridiscendere (ma il sentiero era davvero troppo scosceso)
o continuare ad avanzare. Persino Paolo, ex bocia degli alpini, si lasciava
sfuggire ogni tanto qualche perplessità: a saperlo, si sarebbero
utilizzate le scarpe da trekking; a saperlo, avremmo portato una
riserva d'acqua....Ad un certo punto il sentiero si piegò in una
parete rocciosa con delle corde d'aiuto per passare quel tratto: dunque
non avevamo perso la strada, anzi, eccoti un punto panoramico! Da lì
il passo al bosco e al punto di punzonatura, da cui scattammo la foto che
vedete, fu breve; e altrettanto facile, dopo quel sentiero impervio, fu
la strada per la la Malga Cislon, il famoso punto di ristoro dove una gran
quantità di tedeschi beveva birra e mangiava pane con speck in quantità
industriali. Dissetati e rinfrancati ci lanciammo nella perfetta
imitazione dei commensali bavarici. Il ritorno a Trodena, dove era
parcheggiata la macchina, fu molto semplice. Prima della sosta alla
Malga avevamo perso tutti cinque chili a testa, sia per lo sforzo che per
la tensione, stemperata nella discesa lungo la strada non asfaltata su
cui passavano le jeep di Trodena. Quella camminata (ma il termine è
impreciso, per una mezz'ora più che camminare andammo quasi a carponi)
rimarrà memorabile. Che cosa era successo? Con tutta probabilità
avevamo smarrito il sentiero principale e preso un sentiero secondario,
sviati anche dal colore del percorso; di sicuro quella sera ci sentivamo
invincibili, superbi della nostra impresa e pronti a gratificarci
con una cena che, innaffiata da un buon Blauburgunder Riserva del 1994,
scremò i lati più spiacevoli del pomeriggio, e li consolidò
in un ricordo che durerà per molti, molti anni.
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