Trinitą di Andrej Rublev, Mosca, 1411


Premesse storiche

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Č il capolavoro di Andrej Rublėv, l'icona delle icone (come la definģ il Concilio dei Cento Capitoli), dipinta dal santo iconografo in memoria di S. Sergio.
Gli studiosi non sono concordi sulla data in cui Rublėv la dipinse. Il Lazarev propone il 1411, quando sulla tomba di S. Sergio fu costruita una chiesa di legno dedicata alla Trinitą.
Negli anni 1422-1424 la chiesa in legno fu sostituita da una chiesa in pietra dove l'icona fu custodita fino al 1929, allorché fu trasportata nella Galleria Tret'jacov. nella chiesa della Trinitą del monastero di S. Sergio l'icona originale č ora sostituita da una copia.
Alcuni studiosi, tra cui Demina, attribuiscono l'icona al periodo in cui Rublėv dipinse l'iconostasi per la chiesa di pietra; secondo questa interpretazione l'icona sarebbe databile verso il 1420-1430. Sembra comunque verosimile la prima ipotesi, sia per i richiami stilistici, sia per il contenuto teologico dell'icona, che riprende il tema dell'unitą nella molteplicitą cosģ fortemente presente negli affreschi di Vladimir.
Il centro ispiratore dell'icona č comunque la santitą di S. Sergio. Come fa rilevare Pavel Florenskij (massimo intellettuale russo sacerdote, nato nel 1882 e morto in un lager della Siberia nel 1943 circa), nella coscienza della Chiesa (non nella debole coscienza espressa nei manuali di teologia, ma nella coscienza del popolo) la Casa della Vivificante Trinitą" č stata sempre sentita come il cuore della Russia, e il costruttore di questa casa, S. Sergio di Radonez, come il particolare patrono, custode e guida del popolo russo, forse sarebbe pił esatto dire l'angelo custode della Russia".
Parallelamente, nel XIV secolo in Russia nasceva la festa della SS. Trinitą, conosciuta a Costantinopoli: č una creazione liturgica russa, che fonde la festa della Pentecoste con la festa della Trinitą. Lo Spirito che anima gli Apostoli insegna loro infatti a vivere prendendo come modello l'unitą della Trinitą, e infonde in essi un "cuor solo e un'anima sola".

(Tratto dal Vol. di Marisa Bisi, "Contemplare le icone" - Un itinerario di preghiera profonda, Edizioni ADP, Roma, 1999)

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