Mercoledì, 1 marzo 2000, ore 18.15, aula P 310 – SSIS

Il modello fornito nella lezione precedente viene fatto funzionare in ordine al problema della televisione (dei media in genere) in relazione con il mondo dei minori. Una utile propedeutica all’inquadramento del problema può essere costituita dal saggio Ospiti, invasori e altri animali icon-word.gif (905 byte) disponibile on line nella sezione "Materiali per la didattica" di questo sito.

Gli asserti tra cui si rileva contraddizione, a questo proposito, sono così esemplificabili:

  1. la TV fa male ai bambini;
  2. la TV fa bene ai bambini.

Le teorie esplicative cui questi asserti si possono ricondurre sono le seguenti:

1a) uccide l’infanzia, produce adultizzazione precoce (Postman);

1b) stimola la riproduzione di comportamenti violenti (Gerbner, Wartella);

1c) perverte l’immaginario, frustra la creatività (Baudrillard);

1d) incide sulla psicologia del bambino in termini patologici (Winn);

2a) stimola l’infanzia, è una macchina educativa (Papert);

2b) scarica le tensioni, esercita una funzione di storyteller (Bettelheim);

3b) sviluppa attitudini e competenze (Greenfield);

4b) facilita la socializzazione, soprattutto di genere (Morcellini).

Isoliamo, come esempio, una di queste teorie, la 1a). E’ facile osservare come a monte di essa funzionino tre cripto-assiomi:

  1. il bambino è spontaneo, ingenuo, positivo;
  2. l’adulto è costruito, smaliziato, negativo;
  3. il rapporto che lega la TV al minore è di causa/effetto.

Si può far vedere come nessuo di questi presupposti regge:

  1. il bambino-angelo è una costruzione sociale;
  2. analogo discorso si può fare per l’adulto-mostro;
  3. il rapporto TV-minore, infine, è sistemico.

In modo analogo si può procedere anche negli altri casi invitando, poi, il gruppo-classe a formulare una nuova ipotesi.

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