Definizione:
Il termine mobbing e' stato utilizzato dall'etologo Konrad Lorenz allo scopo di descrivere l'atteggiamento del branco che vuole allontanare un membro dello stesso. Introdotto nell'ambito lavoristico, il termine indica i comportamenti ostili, vessatori e di persecuzione psicologica realizzati da colleghi (cd. orizzontale); e dal datore di lavoro e dai superiori gerarchici (cd. verticale) nei confronti di un dipendente individuato come vittima, intenzionalmente rivolti ad isolare ed emarginare il soggetto passivo nell'ambiente di lavoro. Secondo le tabelle degli psicologi il mobbing si configura dopo almeno sei mesi di vessazioni ripetute. Sotto il profilo medico-legale, il fenomeno si concretizza in una lesione della salute del lavoratore, consistente in uno stato di disagio psicologico e nell'insorgenza di malattie psico-somatiche sino ai disturbi da stress ("Mobbing e rapporto di lavoro" P. Tullini, R. I. D. L., 2000, 1). All'esito di una tipizzazione sociale, il progetto di legge del sen. Tapparo ed altri individua come rilevanti, tra le altre condotte, "gli atti vessatori, persecutori, l'offesa alla dignita', ... la delegittimazione di immagine, anche di fronte a soggetti esterni dell'impresa, ente o amministrazione (clienti, fornitori, consulenti)..." ovvero le condotte teleologicamente finalizzate a "... danneggiare il lavoratore nella propria carriera, status, potere formale ed informale, grado di influenza sugli altri, rimozione da incarichi, esclusione o immotivata marginalizzazione della normale comunicazione aziendale". VAI ALLA RELAZIONE SUL MOBBING
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