Le edizioni del corpus shakespeariano

 

 

Di tutte le opere scritte da William Shakespeare, nessuna è giunta a noi nel manoscritto autografo dell’autore. Possediamo invece diverse edizioni a stampa, spesso realizzate svariato tempo dopo la stesura, oppure più ravvicinate ma non autorizzate dall’autore o dalla compagnia. Nell’epoca elisabettiana raramente i drammaturghi si occupavano di pubblicare le loro opere, in quanto il testo drammatico era considerato come esclusivamente destinato alla rappresentazione sulla scena, ed era pertanto un testo che si rinnovava, di volta in volta, a seconda delle situazioni o delle esigenze. Il manoscritto iniziale dell’autore veniva trascritto dal bookeeper, cioè il responsabile dei copioni della compagnia, o da uno scrivano pagato appositamente. Le copie rimanevano di proprietà della compagnia, e pochissime circolavano: a parte quella   che   solitamente   veniva  inviata  al  nobile   dal   quale   la  

compagnia stessa dipendeva, il copione veniva recapitato solamente all’ufficio del Master of the Revels, incaricato di controllarne i contenuti. Il testo consegnato agli editori non era mai la copia utilizzata per la rappresentazione, che ovviamente conteneva varianti e riscritture non sempre perfettamente leggibili. Gli editori londinesi erano però interessati a pubblicare testi di opere drammatiche, in quanto potevano trarne un sicuro profitto, e reperivano i manoscritti attraverso attori compiacenti, che però spesso mettevano a disposizione copie nelle quali inserivano il testo delle loro parti (che ricordavano quasi perfettamente) e ciò che ricordavano delle battute degli altri attori. Queste copie, dette bad quartos, erano edizioni pirata, che spesso differivano da quelle ufficiali, ma che possono offrire importanti chiavi di lettura, specialmente per quanto riguarda le indicazioni di scena e altre informazioni circa la rappresentazione stessa.

L’intero corpus dell’opera shakespeariana fu raccolto nell’in-folio del 1623: si tratta di un’edizione pubblicata a sette anni dalla morte  del  drammaturgo  da  due  colleghi  dei  King’s   men,   John

Heminges e Henry Condell. In esso vennero raccolte gran parte delle opere drammatiche già pubblicate in edizioni di varia natura, insieme ad altre inedite. Al folio del 1623 seguì un second folio nel 1632, che costituì la base per la terza edizione del 1663. L’anno successivo quest’ultima edizione venne ripubblicata, con un frontespizio diverso e con l’aggiunta di sette nuovi drammi.

 

BACK

1