Qual è lo scopo della filosofia comparativa? Essa rappresenta una visione del mondo nel senso stretto della parola. Infatti, tenta di fondere i risultati metafisici almeno delle tre maggiori tradizioni filosofiche mondiali, cioè quella indiana, greca e cinese. La filosofia comparativa affronta i problemi presenti in differenti civiltà, in cerca di uno spunto o d'una chiave che permetta di inquadrarli in una nuova prospettiva. L'uomo insiste sempre sulle stesse questioni. Qual è il significato della vita? Qual è il sistema politico ottimale? Si può attingere la liberazione o l'illuminazione, e condurre una vita migliore? Come possiamo rapportarci armonicamente agli altri? I più grandi filosofi ci hanno indicato le loro soluzioni, o meglio, hanno posto le questioni, lasciando spazio ai loro lettori, affinché trovassero da soli le risposte o le chiavi di lettura. Farò un solo esempio, che valga per tutti, relativo alle applicazioni della filosofia comparativa.
Confucio, Platone e Shamkara hanno trattato tutti e tre il problema del significato della vita. Il primo ha creduto di trovarlo nell'etica e nella politica; secondo lui, la solidarietà umana è essenziale. Gli uomini devono sentirsi estremamente vicini gli uni agli altri. Ciascuno deve occupare il proprio posto in società: è questa la giustizia, concepita in termini confuciani. Platone credeva invece che la politica e l'etica non esaurissero la vita dell'uomo, e che questi dovesse essere spinto a ricercare la conoscenza. Esiste un'altra realtà, che possiamo immaginare. D'altra parte, però, possiamo anche raggiungerla, sviluppando le nostre facoltà cognitive. Shamkara ci ha insegnato che la realtà è molteplice: anche per lui, come per Platone, è necessario guardare oltre le apparenze. In tal modo, l'uomo può coltivare un altro tipo di coscienza, imparando anche a comportarsi rettamente verso il prossimo. La ricerca della conoscenza sembra essere un tratto che unisce Platone e Shamkara, mentre l'interesse di Confucio sembra relegato alla vita concreta e sociale. Però Shamkara, a differenza di Platone, ritiene che la ragione debba essere cancellata, una volta raggiunta un'altra forma di comprensione. In definitiva, questa comparazione rappresenta solo uno spunto, offerto alla riflessione filosofica perché produca nuove idee e convinzioni. Si può arrivare a una nuova forma di sintesi metafisica.
Nella visione della filosofia comparativa il mondo è unitario, e l'uomo vi si aggira sempre in cerca di qualcosa. Nel terzo millennio la filosofia dovrà superare i propri limiti. In particolare, questo compito sarà assegnato ai filosofi occidentali: essi dovranno ammettere altre possibilità del pensiero. L'eredità di Hegel va raccolta. Nel secolo scorso, il filosofo tedesco ha lasciato spazio alla filosofia orientale (non entriamo nel merito dell'interpretazione...); adesso, ai giorni nostri, è necessario esaminare le sue opinioni, e superarle. Il superamento, nel senso nietzschiano del termine, rappresenta il destino degli studi filosofici dell'avvenire.