Al giorno d'oggi, la psicologia transpersonale è ancora una disciplina giovane. Essa è derivata da varie correnti psicologiche, critiche della psicoanalisi e del comportamentismo. Sin dall'inizio, questa psicologia si propose come una "terza forza", prefiggendosi di scoprire nuove possibilità e potenzialità dell'uomo. Tendeva a essere "umanistica", in un certo senso. In seguito, l'interesse dei ricercatori si spostò decisamente verso il Sé: l'Io fu posto in secondo piano, e si lasciò spazio a tendenze non più semplicemente "personali". In effetti, l'uomo non è soltanto il prodotto della sua storia, del suo ambiente geografico, e così via, ma anche, e soprattutto, dell'anello che lo unisce alla lunga catena dei suoi progenitori. L'uomo delle caverne continua a vivere dentro di noi. Ma costui non è soltanto la creatura aggressiva e libidinosa di cui ci ha parlato Freud. Egli cela in se stesso l'enorme possibilità di risvegliarsi o illuminarsi. Insomma, l'uomo deve sviluppare la propria "scintilla" di eternità attraverso le sue azioni.
C. G. Jung è il padre di questa corrente psicologica. Secondo lui, l'uomo procede per tutta la vita verso una meta, che è la sua individuazione. Schematicamente parlando, questo sentiero lo porterà a scoprire tutti gli archetipi che alberga, e i germi autentici del suo sviluppo interiore. La psicologia transpersonale si richiama a Jung, sottolineando più ancora di lui, se possibile, il nesso con le filosofie orientali. Il Buddhismo, il Sufismo e il Taoismo rappresentano le maggiori spinte in questa direzione. Anche l'Induismo può fornire agli psicologi importanti spunti: in particolare, si dovrà prestare attenzione allo Yoga e al Vedanta. Esiste un'altra logica, che emerge da queste grandi tradizioni religiose. Tuttavia, andrà enfatizzato il loro elemento spirituale, più di quello religioso. Da questo punto di vista, anche il Cristianesimo può guidare l'uomo alla liberazione; ci si riferisce, soprattutto, al Cristianesimo esoterico: gli apocrifi del Nuovo Testamento e alcuni personaggi isolati, come Maestro Eckhart e Georges Gurdjieff, possono fornire preziosi insegnamenti a coloro che non concepiscono il Cristianesimo unicamente nei suoi aspetti istituzionali.
Con queste premesse, si apre alla ricerca un campo totalmente nuovo: esistono particolari esperienze, grazie alle quali l'uomo può raggiungere un altro stato mentale, molto più significativo di quello della veglia. Esse sono state già definite "esperienze picco" (peak experiences) da Abraham Maslow, un importante esponente della psicologia umanistica, e sono in grado di fornire all'essere umano una nuova visione del mondo e della realtà. Per classificare lo stato d'animo che si lega a queste esperienze, le maggiori tradizioni spirituali hanno elaborato i propri termini specifici: nello Zen si parla di satori; nel Taoismo, di hsü ("condizione del vuoto"); nel Sufismo, di fana' ("estinzione dell'Io"); nel Buddhismo, di nirvana; nel Cristianesimo esoterico, del "regno dei Cieli", e così via. In fondo, si tratta sempre della condizione del bambino, in quanto con essa ritorniamo, per così dire, alla nostra infanzia, arricchiti nel contempo da esperienze che costituiscono il patrimonio comune dei santi e dei grandi personaggi dell'umanità. In un certo senso, tutti noi diventiamo "i bambini/figli di Dio".
La psicologia transpersonale è consapevole dell'anelito dell'uomo alla perfezione; esso rappresenta una meta inattingibile, e comunque, al tempo stesso, qualcosa che l'uomo deve ugualmente e costantemente prefiggersi. Si tratta di un obiettivo che riguarda la civiltà, più che la semplice cultura.