Grazzanise

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Notizie intorno a S. Massimiliana Bona e al suo miracolo

(da un antico manoscritto)



Capitolo 1°

Fiorì questa Vergine et eremita nomata Massimiliana Bona, nell'anno di Cristo 1480, in tempo che il Re Ferdinando 1° di Aragona dominava questo nostro regno, e sortì questo nome nel nostro battesimo per la speciale devotione che havevano i suoi genitori al glorioso S. Massimiliano Martire Vescovo di Cilla, città della Stiria, che fu molto celebre nei tempi antichi in queste nostre capuane contrade, imperocché vi hebbe una chiesa per appunto nelle parti di Grazzanesi.

Nacque adunque la santa giovinetta Massimiliana Bona in Grazzanesi, capuana diocesi, che dai suoi genitori fu molto bene istruita nelli principii della nostra cristiana fede, et nel timore di Dio et sante virtù. Questa, serbanto sempre intatto il fior della sua verginità, si sposò volontariamente con il Re dei Regi G.C. nostro Redentore et acciò havesse potuto più degnamente servirlo, elesse menar vita eremitica in un bosco vicino al suo paese et sequestrata dallo humano commercio, vestiva di ruvido panno scalza nei piedi e con lunga corona nelle mani. Era modesta negli occhi, veneranda nel volto, parca nel favellare, tutta humile et abjecta nel sentimento di se stessa, stimandosi la più peccatrice del mondo: fuggiva i circolamenti proprii del donnesco sesso, amava il silenzio, non mormorava del prossimo, ma quello lodava e con elemosina lo beneficava, non fu oziosa, ma sempre occupata, in servizi corporali o spirituali, ricitava lo Rosario alla B. Vergine et al suo unigenito figlio Gesù, et diceva altre devotioni a santi suoi divoti, altre volte orava con la mente, et altre volte diceva orationi giaculatorie, macerava il suo tenero corpo hora con gli digiuni hora con la disciplina et cilitii: dormiva in sulla nuda terra, cibandosi di poco pane: era frequente nella chiesa, si confessava e comunicava spesso, stimandosi indegna di ricevere sì celeste cibo; che perciò piangeva dirottamente ogni minimo delitto commesso contro la divina legge.

Credo dicesse ho mio Gesù...(?); mi pento e doglio d'haverti offeso, per il tempo passato, e propongo di non offenderti mai più per l'havvenire confidata però nella vostra gratia. Dopo ricevuto il SS. Sacramento, ginocchiata in un cantuccio della chiesa rendea le dovute gratie al suo sposo Gesù, electus ex millibus.

Felicissima te anima benedetta prevenuta et accompagnata dalla gratia divina, che ti elesse sin dal bel principio della sua eternità per sua sposa. Ecioche in premio delle tue penitenze ne godi hora de faccia a faccia il suo diletto sposo Gesù del che molto mi rallegro, e vi prego vogliate sempre intercedere per questa nostra patria et delli divoti vostri.

Capitolo 2°

Mentre questa S. Vergine Massimiliana ne viveva in questo modo, Iddio con opportuna occasione palesò di quante virtù era adorna et quanto gli era grato il suo modo di vivere.

Era solito il Re Ferdinando andare a caccia in quello bosco dove la santa menava solitaria vita, et ivi non poteva prendere un grosso cignale selvaggio, benché infinite diligenze vi havesse adoperate impercioché era si terribile che sbranava tutti i cani del che il Re stava molto mesto et così gli suoi cortigiani ancora.

Fra questo tempo uscì dal bosco la giovine Massimiliana et interrogandoli di che cosa stavano mesti, gli cortigiani esposero a lei il lor travaglio. All'hora rispose le Vergine che cosa donerete a me che vel prendo? quelli ad una tal risposta fatti tutti allegri dissero: O donzella domanda pur ciò che brami che per mezzo nostro ti sarà dal nostro Re conceduto; ma ciò che tu a noi prometti pare impossibile, pure speriamo che Dio a tua intercessione consolerà il nostro Re. Entra la donzella nel bosco e ginocchiatasi entro la sua piccola cella, o capanna fa per alquanto di tempo oratione; doppo s'alzò ando per il bosco, trovò il furibondo cignale lo chiamò, lo prese e ligò con la sua cinta: e quello divenuto mansueto qual'umile agnello l'andava appresso.===

Uscì dal bosco trovò gli cavalieri et nelle loro mani consignò la tanto bramata preda. Del che tutti stupiti dissero fra di loro questa non può essere se non una donzela santa resero le dovute gratie alla giovinetta, presero il cignale, e quello lo portarono al Re, il quale ad una tale inaspettata vista divenne tutto allegro e disse agli cortigiani che si concedesse alla vergine in dono ciò che domandava. Quella chiese tanto terreno quanto circondar poteva con il filo che teneva involto in un .... preso che teneva nelle mani, il che subito gratiatamente le fu conceduto dal Re e camminando per quella campagna, circondò cento moggia di terra; et il Re le donò di più quel moggio di terra detto il Boschetto dove stava nascosto il preso cignale, e futura memoria del primo miracolo operato dalla S. Vergine Massimiliana.

Sino oggidì 1658 si mostrano le cento moggia di terra con il moggio chiamato il boschetto e sono già beneficio semplice di S. Massimiliana. Et in questo modo Iddio benedetto palesò al mondo in quella occasione, di quanti meriti e virtù fosse la vergine Massimiliana Bona, che fu per la divina gratia Bona e di nome e di fatti.

Capitolo 3°

Fu questa famiglia molto frequente negli andati tempi in detta villa e nell'anno 1620 si estinse per la morte di una donna chiamata collo stesso nome di Massimiliana Bona la quale diceva che S. Massimiliana l'era parente e che lei discendeva dal suo ceppo.

In memoria di questa santa a molte donne del paese fu imposto il suo nome nel santo Battesimo conforme costa dal libro dei battezzati e sin oggi 1658 risuona in detta villa per le... dei fedeli il bello e santo nome di S. Massimiliana Bona.

Dentro la chiesa parrochiale di Grazzanise e l'altare di questa santa con la sua immagine che si pitta con il fuso pieno di filo in una mano, e nell'altra la cinta con la quale tiene ligato il cignale buttato ai suoi piedi, e vicino sono alcuni dei cani uccisi e sbranati: il tutto per fare capaci i semplici del succeduto fatto


Il Beneficio di S. Massimiliana per la Dio gratia fu conferito al nostro eminentissimo cardinale et arcivescovo Camillo Mehi dalla Santità di nostro signore Alessandro VII nell'anno 1657. Il quale subito dié ordine che s'abbellisse l'altare della santa e vi si celebrassero le messe fra la settimana e vi si facesse la festa.



Questa storia è cavata dai vari manoscritti antichi e dalla continuata tradizione del popolo sino ai nostri tempi giunta ed io ho favellato con persone di molta età, cioè di anni 70-80 e 90 che affermano aver ciò udito da loro genitori di molta età.


Gli superiori ordinarono nella visita che si erigesse una cappella con la sua figura dentro la parrocchial chiesa di Grazzanise con il quadro della sua immagine conforme l'antico esemplare il che fu eseguito.

Re Ferrante regnò dall'anno 1461 sino all'anno 1494.

 

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