Proprio perché credo che nessuna evoluzione possa avvenire prescindendo dai valori dello spirito, dai valori morali, dalle capacità tecniche autentiche, dai sensi della poesia, ritengo giusto segnalare la mia opera, l'opera di un pittore che sembra, nel nostro tempo arruffato, seguire una strada a ritroso, una esperienza sorpassata. Eppure a chi ha occhio sottile per vedere, di fronte ai miei quadri non può sfuggire la certezza che l'artista non è un uomo che vive fuori del suo tempo, che lavora in una anacronistica situazione con i valori della sua stagione artistica. Per cui non si può dire che la mia pittura sia una rielaborazione di temi sorpassati, di momenti della cultura ormai spenti. C'è invece, e qui sta il mio valore autonomo, una fedeltà a certi momenti dello spirito che in me sono ancora vitali, non solo, ma forse sono testimonianza di un risveglio o di una nascita nuova della maniera di dipingere: una maniera che non va idealmente contro altre maniere, ma che ha una medesima autorità e uno stesso diritto di manifestarsi.
Quindi in definitiva, il giudizio di validità della mia pittura non va basato sulle istanze a monte dei risultati pittorici conseguiti, ma piuttosto ricercato nei risultati  artistici dell'opera che pur nutrendosi di elementi diversi, di nutrimenti differenti, consegue ugualmente il fine di una testimonianza artistica e spirituale del mio tempo.
L'affermazione di certi valori del sentimento e di certi dati dello spirito, di certi abbandoni dell'anima e di certe ricercatezze formali sono elementi predominanti nella mia pittura, elementi che sono compositivi e risolutivi di certi miei quadri i quali hanno un linguaggio inequivocabilmente diverso da quello che si rivela in opere di altri artisti d'oggi, ma che raggiungono con uguale intensità il fine di dichiarare un momento dell'anima e dell'arte del nostro tempo.

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