1917, LA CONQUISTA DEL POTERE
1917
23-27 febbraio [8-12 marzo, secondo il calendario gregoriano in vigore in occidente]. Rivoluzione antizarista. Scoppiano a Pietrogrado grandi dimostrazioni popolari che rivendicano pane e pace e che finiscono per coinvolgere le truppe inviate per la repressione; in breve il movimento si estende alle principali città: la rivoluzione porta immediatamente alla caduta dello zar. Come già durante la rivoluzione del 1905, si formano i soviet di deputati degli operai, dei soldati e dei contadini, che diventano immediatamente i punti di riferimento riconosciuti delle masse in movimento. Il soviet assume la forma di un consiglio di delegati controllati dalla base e revocabili in ogni momento; costituisce lo strumento di autoorganizzazione operaia e, nello stesso tempo, un organo di contropotere, ovvero si pone come struttura embrionale di un nuovo potere statale. Il primo soviet era comparso durante la rivoluzione del 1905 nella città industriale di Ivanovo-Voznessek, ma è a San Pietroburgo (allora capitale della Russia) che acquista le caratteristiche che durante la rivoluzione del 1917 assumerà in tutta la Russia. È il soviet, nato da un'iniziativa degli stampatori e presto allargatosi agli altri settori di lavoratori, che dirige lo sciopero generale, che assume la responsabilità di assicurare l'ordine e di organizzare i trasporti. Su sua iniziativa vengono organizzati i sindacati. Pubblica un quotidiano, le "Izvestia" (notizie), organizza le squadre di autodifesa dei lavoratori, si batte contro le bande armate della reazione antisemita dei Centoneri.
2 [15] marzo. Formazione del primo governo provvisorio, presieduto dal conte Lvov; il socialista Kerenskij è nominato vicepresidente. La rivoluzione di febbraio è stata fatta essenzialmente dagli operai, ma dà luogo a governi borghesi, che assumono la forma di governi di coalizione fra i partiti della borghesia (costituzional-democratici, o "cadetti") e i partiti socialisti riformisti (socialdemocratici "menscevichi"; trudoviki, il partito di Kerenskij; socialisti rivoluzionari, eredi dei populisti, che hanno la propria base principalmente fra i contadini). Nelle stesse file bolsceviche, in assenza di Lenin che si trova in esilio, prevale ai vertici del partito la posizione della redazione della "Pravda" (Stalin, Kamenev), secondo cui occorre sostenere il governo provvisorio "fintanto che continua sulla strada di soddisfare le rivendicazioni operaie" e appoggiare gli sforzi bellici per "difendere le recenti conquiste democratiche" contro l'imperialismo germanico. Una posizione radicale di opposizione al governo provisorio prende piede invece fra le masse operaie (cfr. la piattaforma degli operai bolscevichi delle industrie Vyborg di Pietrogrado).
3 [16] aprile. Ritorno di Lenin e pubblicazione delle Tesi d'aprile. Le Tesi di aprile rovesciano l'impostazione del gruppo dirigente bolscevico. La "Pravda", diretta da Stalin, si era rifiutata di pubblicare tre delle quattro "lettere da lontano" scritte da Lenin in esilio, secondo cui non bisogna sostenere il governo provvisorio, ma occorre preparare la rivoluzione proletaria, trasformare la guerra imperialista in guerra civile e rifiutarsi di cadere in un atteggiamento "socialpatriottico". Con le Tesi di aprile Lenin sostiene che bisogna passare alla rivoluzione socialista. I bolscevichi dovono condurre l'agitazione tra le masse per convincerle della necessità della rivoluzione proletaria per fermare la guerra, assicurare il pane e dare la terra ai contadini. Le tesi di Lenin prevalgono nel partito dopo un serrato dibattito.
20-21 aprile [3-4 maggio]. Imponenti dimostrazioni nella capitale contro la prosecuzione della guerra voluta dal governo provvisorio.
4 [17] maggio. Ritorno in Russia di Trotsky. Le posizioni di Trotsky sulle prospettive della rivoluzione coincidono con quelle di Lenin. Trotsky lavora immediatamente col Partito bolscevico nel quale a luglio confluisce formalmente con la sua organizzazione (i "comitati interdistrettuali", in russo Mezrajoncy). Le principali divergenze che Trotsky aveva avuto con il partito bolscevico negli anni tra il 1905 e il 1916 vertevano sul carattere della rivoluzione in Russia e sulla natura del partito rivoluzionario. Mentre per Lenin la rivoluzione antizarista avrebbe dovuto dar luogo alla "dittatura democratica degli operai e dei contadini" (una formula che lasciava indefinito il carattere di classe del governo), per Trotsky la rivoluzione antizarista non poteva che essere guidata dalla classe operaia, che avrebbe trascinato con sé le masse contadine; in definitiva, il regime che ne sarebbe scaturito sarebbe stato un regime proletario. Con le Tesi d'aprile Lenin aderisce in sostanza all'impostazione di Trotsky, mentre Trotsky riconosce la necessità di un partito centralizzato come strumento per l'insurrezione proletaria, concezione contro la quale aveva polemizzato negli anni precedenti.
6 [18] maggio. Secondo governo di coalizione. Formazione del secondo governo provvisorio di coalizione nel quale entrano ufficialmente i partiti socialisti con sei ministri; Kerenskij diventa ministro della guerra.
3 [16] giugno. Si apre il primo congresso dei soviet.
18 giugno [1 luglio]. Grandi dimostrazioni di massa a Pietrogrado, promosse dal soviet, in cui si delinea l'egemonia delle parole d'ordine bolsceviche.
19 giugno [2 luglio]. Il governo scatena al fronte un'offensiva militare destinata a sfociare in un tragico disastro.
2 [15] luglio. Crisi di governo provocata dalle dimissioni dei ministri cadetti.
3-4 [16-17] luglio. "Giornate di luglio": a Pietrogrado l'impazienza delle masse porta a imponenti manifestazioni armate; i dimostranti chiedono ai dirigenti socialriformisti di rompere la coalizione con i partiti borghesi e di assumere il potere appoggiandosi sui soviet, ottenendone un rifiuto; dopo l'arrivo di reparti fedeli il governo provvisorio passa a reprimere violentemente le manifestazioni operaie.
8 [21] luglio. Terzo governo di coalizione: lo presiede Kerensky. Offensiva antibolscevica del governo Kerensky, imperniata sul tema dell'"oro tedesco": i bolscevichi sono accusati di essere al soldo della Germania e di aver organizzato le manifestazioni di luglio con l'obiettivo di impadronirsi del potere. Viene devastata dagli Junker la sede del partito e della "Pravda". Molti dirigenti di primo piano (tra cui Trotsky) vengono incarcerati; Lenin sfugge alla cattura, ma è costretto a nascondersi.
25 agosto [7 settembre]. Tentativo di colpo di stato di Kornilov. Il "generalissimo" nominato da Kerensky, marcia su Pietrogrado per assumere tutto il potere, mentre il governo provvisorio si sfalda. Il colpo di stato fallisce grazie all'iniziativa degli operai che bloccando la produzione e i trasporti e dei soldati che si rifiutano di ubbidire agli ordini degli ufficiali. I bolscevichi emergono dalla condizione di semiclandestinità ponendosi alla testa della resistenza. I marinai di Kronstadt giunti a difesa della capitale aprono le porte delle prigioni e liberano i militanti rivoluzionari. La disfatta del tentativo di Kornilov, col quale il governo Kerensky aveva intrattenuto rapporti torbidi, cambia il clima politico. Il governo Kerensky perde ogni residua credibilità, mentre si sviluppa l'influenza dei bolscevichi che conquistano rapidamente la maggioranza nei soviet di Pietrogrado e delle principali città.
31 agosto [13 settembre]. Il soviet di Pietrogrado vota una risoluzione bolscevica che reclama il passaggio del potere ai soviet.
23 settembre [6 ottobre]. Lev Trotsky è eletto presidente del soviet di Pietrogrado.
15 settembre [8 ottobre]. Nuovo governo di coalizione presieduto da Kerenskij.
10 [23] ottobre. Il comitato centrale del Partito bolscevico vota a maggioranza per l'insurrezione; Zinoviev e Kamenev si oppongono e rendono pubblica la loro posizione.
12 [25] ottobre. Il soviet di Pietrogrado decide la creazione del Comitato militare rivoluzionario che dà avvio immediatamente ai preparativi per l'insurrezione.
24 ottobre [6 novembre]. Il governo provvisorio manda gli allievi ufficiali a chiudere i quotidiani bolscevichi "Rabocij put'" e "Soldat". Il Comitato militare rivoluzionario replica immediatamente.
25 ottobre [7 novembre]. Insurrezione e presa del potere da parte dei soviet. Sotto la direzione del comitato militare rivoluzionario del soviet di Pietrogrado, presieduto da Trotsky, ha inizio l'insurrezione. Distaccamenti della Guardia rossa (costituita da operai armati) e reparti militari fedeli al soviet occupano i punti strategici della capitale, fra cui il Palazzo d'Inverno, sede del governo provvisorio, incontrando una debolissima resistenza. Alcuni ministri sono arrestati e subito liberati, dietro promessa di non agire contro il potere dei soviet; Kerensky riesce a fuggire presso alcuni reparti militari ritenuti fedeli al governo. Nei giorni successivi l'insurrezione si estende rapidamente a Mosca e al resto della Russia.
26-27 ottobre [8-9 novembre]. Si apre a Pietrogrado il secondo congresso dei soviet, nel quale i bolscevichi hanno della maggioranza assoluta e possono inoltre contare sull'appoggio dei socialrivoluzionari di sinistra, espressione delle masse contadine radicalizzate. Il congresso assume tutto il potere e nomina il nuovo governo rivoluzionario. Lenin è nominato presidente del consiglio dei commissari del popolo. Vengono promulgati i primi decreti: sui diritti del popolo lavoratore, sulla terra ai contadini, sulla pace. In mezzo al caos generale, comincia ad organizzarsi il nuovo potere che, contro ogni previsione, afferma progressivamente la sua autorità. La rivoluzione si sviluppa inizialmente senza incontrare forti resistenze.
12 [25] novembre. Elezioni dell'assemblea costituente, che dà una maggioranza antibolscevica: ottengono infatti la maggioranza relativa i socialrivoluzionari di destra, favorevoli a fare un nuovo governo di coalizione con i partiti liberali e monarchici costituzionali, ovvero a restituire il potere alla borghesia. Si delinea il rischio di un dualismo di potere con il congresso dei soviet, a larga maggioranza bolscevica che sostiene il governo operaio e contadino.
13 [26] novembre. Decreto che introduce il controllo operaio su tutta l'industria.
18 novembre [1 dicembre]. I socialrivoluzionari di sinistra entrano nel governo.
2 [15] dicembre. Viene concluso l'armistizio con la Germania e l'Austria-Ungheria.
7 [20] dicembre. Costituzione della Ceka, Commissione straordinaria panrussa per la lotta alla controrivoluzione, al sabotaggio e alla speculazione. Le forze controrivoluzionarie si vanno nel frattempo organizzando per impulso di vari capi militari zaristi.
9 [22] dicembre. Inizio dei negoziati di pace a Brest-Litovsk.
14 [27] dicembre. Decreto di nazionalizzazione delle banche.
1918-1924, DA LENIN A STALIN
1918
3-4 [18-19] gennaio. I bolscevichi mettono l'assemblea costituente di fronte all'ultimatum: riconoscere il governo dei soviet o sciogliersi; di fronte al rifiuto di quest'ultima, si procede allo scioglimento manu militari dell'assemblea, senza incontrare resistenza. Il potere è così interamente nelle mani dei soviet.
1 febbraio. Viene adottato il calendario gregoriano.
3 marzo. Viene firmata la pace con la Germania a Brest-Litovsk. Lenin e Trotsky vedevano la rivoluzione russa come il primo atto della rivoluzione europea. Ma in attesa dell'estensione della rivoluzione i bolscevichi si ritrovano isolati, a capo di un paese sfinito dalla guerra. In tali condizioni sono costretti a siglare una pace-capestro che priva la Russia di un quarto della sua popolazione d'anteguerra, delle sue terre coltivate e delle ferrovie, nonché di tre quarti della capacità produttiva di acciaio e ferro. Il diktat della Germania provoca un aspro dibattito nel partito bolscevico e nei soviet; Lenin, inizialmente isolato, arriva a minacciare le dimissioni per far prevalere il suo punto di vista della pace a tutti i costi.
8 marzo. Il partito bolscevico diventa Partito comunista.
12 marzo. Trasferita la capitale da Pietrogrado a Mosca.
13 marzo. Trotsky diventa commissario del popolo alla guerra.
15 marzo. Il quarto congresso dei soviet rattifica gli accordi di Brest-Litovsk; i socialrivoluzionari di sinistra lasciano il governo per protesta.
23 aprile. Nazionalizzazione del commercio estero.
6 maggio. Insurrezione cosacca contro il governo sovietico.
25 maggio. Rivolta della legione cecoslovacca: è l'inizio della guerra civile.
28 giugno. Decreto di nazionalizzazione dell'industria e inizio del comunismo di guerra.
16 luglio. Esecuzione dello zar.
1918-1920. Guerra civile, comunismo di guerra e guerra russo-polacca. Nel timore che la rivoluzione socialista possa estendersi all'intero continente le potenze imperialiste intervengono in Russia sia indirettamente, sostenendo la reazione "bianca" dei generali zaristi, sia direttamente, inviando truppe e consiglieri militari, con l'obiettivo di schiacciare il potere sovietico. Nel corso del 1919 si trovano in Russia quattordici eserciti imperialisti, oltre alle truppe bianche zariste. In alcuni momenti il potere sovietico si trova praticamente confinato alle regioni di Mosca e Pietrogrado. L'Armata rossa, costituita e diretta da Lev Trotsky, alla fine riesce a sconfiggere gli eserciti bianchi e i loro alleati; nel 1920 la guerra civile può dirsi conclusa. Essa non è stata combattuta solo sul piano militare. Si è trattato di trenta mesi di lotta senza quartiere nell'intero Paese. Alla reazione zarista e alle rivolte contro il potere socialista, i bolscevichi rispondono col "terrore rosso": per combattere e reprimere la controrivoluzione viene istituita la Ceca. Tutta l'economia deve servire inoltre alle esigenze della guerra civile. In questo modo il controllo del governo sull'insieme della produzione è totale: viene requisito il grano ai contadini, i lavoratori ricevono il salario in natura, il commercio e la produzione crollano. Al termine della guerra civile il Paese è economicamente in ginocchio.
1919
27 marzo 1919. Si tiene a Mosca il primo congresso dell'Internazionale comunista (la Terza Internazionale). Per i bolscevichi le sorti della rivoluzione socialista in Russia sono strettamente legate alle sorti della rivoluzione mondiale. Per questo, in piena guerra civile, si adoperano per incoraggiare e organizzare le forze del movimento operaio che rompono con la socialdemocrazia e si schierano per la rivoluzione proletaria. Al primo congresso della nuova internazionale partecipano anche vari partiti socialisti che rompono con la Seconda internazionale socialdemocratica. Trotsky viene incaricato di scrivere il Manifesto ai lavoratori.
1920
Due anni di guerra civile, seguiti a quattro anni di guerra imperialista, e il comunismo di guerra hanno prostrato l'economia sovietica. Come commissario del popolo alla guerra Trotsky ha avuto la possibilità di conoscere di prima mano le condizioni in cui versano le popolazioni contadine. Nelle campagne si verificano fame, carestia e persino atti di cannibalismo. In tale situazione nel febbraio del 1920 Trotsky propone al comitato centrale di porre fine al comunismo di guerra e di sostituire le requisizioni con una imposta in natura, ma la sua proposta viene respinta. Cerca allora una soluzione nel quadro del comunismo di guerra e propone la creazione di un "esercito del lavoro" (la militarizzazione del lavoro) per riattivare nel più breve tempo la produzione.
23 marzo. Trotsky viene nominato commissario del popolo ai trasporti per riattivare il sistema ferroviario devastato. L'applicazione della militarizzazione del lavoro suscita l'opposizione dei sindacati. È il prodromo della accesa "discussione sindacale" al decimo congresso del partito.
Luglioagosto. Secondo congresso dell'Internazionale comunista. Vengono approvate le "21 condizioni" che si devono rispettare per l'ammissione, oltre alle tesi sui princìpi guida per l'azione dei partiti comunisti.
1921
2-17 marzo. Insurrezione di Kronstadt. La guerra civile è costata alle masse sacrifici inimmaginabili che ora, dopo la vittoria, non sono più prorogabili. Il malessere serpeggia in tutto il paese con scioperi nei principali centri operai e agitazioni nelle campagne per rivendicare la fine delle requisizioni, il miglioramento della distribuzione delle derrate alimentari, la fine della militarizzazione del lavoro. Il malcontento così accumulato esplode nella città di Kronstadt, con una insurrezione armata diretta da socialisti di sinistra e anarchici contro il potere bolscevico. Di fronte al rifiuto degli insorti di negoziare e di cedere le armi, e dunque al pericolo che si riaccenda la guerra civile e ritorni l'intervento delle potenze straniere, il governo è costretto a stroncare militarmente la rivolta. Ma Kronstadt è il segnale del disagio sociale diffuso a cui si cerca di porre rimedio con la contemporanea adozione della Nep.
8-16 marzo. Decimo congresso del partito e adozione della Nep (Nuova politica economica). La Nep si caratterizza per la soppressione delle misure di requisizione, sostituite da un'imposta progressiva in natura, la ripresa della libertà di commercio e la ricomparsa di un mercato, il ritorno a un'economia monetaria, l'ammissione di una industria privata piccola e media e l'appello agli investimenti stranieri (sotto il controllo dello Stato). Ma la Nep rappresenta anche un pericolo per la natura del partito al potere, in quanto essa fornisce nuovo vigore a forze sociali fino ad allora represse, come i contadini ricchi (i kulaki), una nuova piccola e media borghesia legata ai commerci (i nepmen), i tecnici e gli specialisti borghesi impiegati nell'industria. Di qui le preoccupazioni che portano alla risoluzione che proibisce le frazioni organizzate nel partito (non le tendenze), concepita tuttavia come transitoria. Il decimo congresso è segnato anche dal dibattito sui sindacati. La posizione di Trotsky e Bucharin, che sostengono la necessità che i sindacati si trasformino in organi dello Stato operaio, viene rifiutata da Lenin, sostenuto da Stalin, Zinoviev e pressoché l'intera "vecchia guardia" bolscevica; secondo Lenin, anche in uno Stato operaio, i sindacati devono mantenere la loro funzione indipendente di difesa degli interessi materiali e morali della classe operaia. Questa sconfitta non lascia tracce nei rapporti di Trotsky con Lenin, ma segna tuttavia un indebolimento della sua posizione nel partito.
22 giugno-12 luglio. Terzo congresso dell'Internazionale comunista con al centro la questione del fronte unico, come parte del programma più generale di "conquista delle masse", in polemica contro l'estremismo di sinistra. Di fronte al riflusso della rivoluzione nei paesi capitalistici avanzati occorre che i partiti comunisti diano la priorità al lavoro per la conquista della maggioranza della classe, attraverso la tattica del fronte unico e le proposte di unità d'azione da rivolgere ai partiti socialisti e socialdemocratici che ancora mantengono la direzione della maggioranza dei lavoratori.
1922
3 aprile. Stalin è nominato segretario generale
26 maggio. Primo attacco della malattia di Lenin, che si riprenderà solo in ottobre.
Agosto-settembre. Stalin e Ordjonikidze "russificano" la Georgia, retta da un governo menscevico, all'insaputa del governo moscovita e con metodi respinti duramente dagli stessi comunisti georgiani. Alla ripresa dalla malattia Lenin concentra la sua attenzione sul potere della burocrazia e dell'apparato nel partito. Propone a Trotsky un blocco contro la burocrazia in generale e contro Stalin in particolare.
4 novembre-5 dicembre. Quarto congresso dell'Internazionale comunista. Il quarto congresso ribadisce le conclusioni del terzo e vede di nuovo al suo centro uno scontro con le tendenze estremiste di sinistra, in primo luogo con i comunisti italiani e francesi, sulle questioni del fronte unico e del governo operaio.
16 dicembre. Secondo attacco della malattia di Lenin che lo lascia semiparalizzato.
25 dicembre. Lettera di Lenin al comitato centrale. Questo documento, noto come Testamento, insieme al poscritto (del 4 gennaio 1923) e alla lettera del 31 dicembre sulla questione nazionale, costituiscono una sconfessione della politica di Stalin, denunciato per la sua brutalità, che Lenin si raccomanda di sostituire nella posizione di segretario generale.
1923
Gennaio-ottobre. Nuovo movimento rivoluzionario in Germania, che si conclude con una grave sconfitta. Questo esito della rivoluzione nel paese chiave dell'Europa occidentale costituisce un duro colpo per la stessa rivoluzione russa che Lenin e Trotsky hanno sempre considerato come il primo atto della rivoluzione proletaria internazionale.
Gennaio-marzo. Ultimi articoli di Lenin, rivolti contro Stalin e il nascente apparato burocratico di cui Stalin è l'espressione.
6 marzo. Rottura personale di Lenin con Stalin. Tuttavia il peggioramento delle condizioni di salute impediscono a Lenin di portare a termine la progettata offensiva contro Stalin.
9 marzo. Nuovo attacco della malattia che priva Lenin definitivamente dell'uso della parola.
17-25 aprile. Dodicesimo congresso del partito. Attacchi all'apparato e alla gestione di Stalin.
Ottobre-dicembre. Dibattito sulla democrazia nel partito. Lettera di 46 dirigenti al comitato centrale, in favore della democrazia operaia.
8 dicembre. Trotsky scrive il Nuovo Corso, nel quale lega la questione della burocratizzazione nel partito all'emergere di una nuova classe di arricchiti favoriti dalla Nep.
14 dicembre. Inizio della campagna contro Trotsky e i 46.
1924
16-18 gennaio. Tredicesima conferenza del partito, che condanna le idee di Trotsky e dei 46. Sono definiti nuovi metodi di elezione dei delegati ai congressi e della direzione del partito, in modo da assicurare la maggioranza assoluta al segretario generale. La nomina dall'alto viene a sostituire in pratica l'elezione dei dirigenti.
21 gennaio. Morte di Lenin. Rykov viene eletto presidente del consiglio dei commissari del popolo. Nel febbraio leva Lenin: massiccio reclutamento di giovani e carrieristi che possano servire da base al potere di Stalin.
23-31 maggio. Tredicesimo congresso del partito, che conferma la condanna dell'opposizione.
17 giugno-8 luglio. Quinto congresso del Comintern.
Dicembre. Stalin lancia la parola d'ordine del "socialismo in un solo paese" che costituisce la negazione dell'internazionalismo comunista e delinea il programma politico col quale una nuova casta di burocrati, di cui Stalin è espressione ed il capo, si impadronisce del potere in Urss. o
[a cura di Gino Candreva]
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