Sarah Bernhardt

Ma, ci ripenso all'improvviso, ci sono le nostre domeniche, ci sono le vacanze, ci sono le uscite.
Cosa sono le domeniche per noi, figli d'attori - quando non siamo in castigo? Ben diverse da quelle degli altri, in verità. Troviamo forse i nostri genitori pronti a portarci a spasso, felici di accompagnarci al giardino d'Acclimatation oppure al circo? Ma no. I nostri genitori recitano due volte, quel giorno - matinée e serata - e, se andiamo al teatro, è generalmente dietro le quinte dei teatri dove essi recitano che andiamo.
Nostra madre è diventata attrice dopo il divorzio. Componendo le metà del suo nome di ragazza e la metà di quello di mio padre, è, in teatro, Madame de Pontry.
Ecco cosa sono le nostre domeniche.
Arriviamo a casa di nostra madre la mattina, quando non vi siamo già dalla sera prima - ci vestono e, verso mezzogiorno, andiamo a "dare un bacio a Madame Sarah".
Siamo andati a "dare un bacio a Madame Sarah" tutte le domeniche per dieci anni, come altri vanno a Messa, devotamente.
Era un essere favoloso e familiare nello stesso tempo per noi. Entravamo da lei con un mazzo di rose o di viole in mano. Sapevamo bene che non era una regina, ma capivamo che era una sovrana.
(...)
Che sia ben chiaro: ho amato moltissimo Madame Sarah durante la mia infanzia, e, più tardi, ebbi per lei una venerazione, un rispetto ed una profonda tenerezza tali che qualunque critica nei suoi confronti mi è sempre stata sgradevole. Che si racconti simpaticamente la sua vita, come l'ha fatto Reynaldo Hahn ancora ultimamente, sia. Che si descriva con esattezza e umorismo - come l'ha fatto Jules Renard nel suo stupendo Journal - la sua casa, i suoi pasti, le sue accoglienze sorprendenti, le sue manie, le sue eccentricità, le sue ingiustizie, le sue bugie straordinarie, certo, se ne ha ben il diritto e sono io il primo a riderne. Che si racconti anche - come faceva mio padre con tanta misura e umorismo - certi aneddoti teatrali che dimostrano nel contempo la stramberia del suo carattere e la costanza del suo genio, lo approvo, certamente. Ma che si voglia paragonare Sarah Bernhardt ad altre attrici, che la si metta in discussione o la si critichi, mi pare non solamente detestabile: mi è impossibile sopportarlo.
Jules Renard ha scritto: "Mi è sgradevole leggere quelli a cui non piace Victor Hugo, anche quando non ne parlano". Questa riflessione mi piace molto e provo lo stesso sentimento nei confronti di certi giovani attori che si chiedono con un'angoscia imbecille "cosa succederebbe" se Sarah Bernhardt ritornasse oggi! Credono che Sarah Bernhardt sia stata un'attrice della sua epoca. Come sono stupidi! Non indovinano che se tornasse, sarebbe della loro epoca.
Esiste nell'Arte una categoria di piaceri superiori, talmente profondi e talmente alti che si è eternamente debitori verso colui che ve li ha dati.
Sacha Guitry, Si j'ai bonne mémoire, Plon, 1934

Ed ecco adesso colei di cui mio padre diceva che la chiamavamo "Ma Dame", ma Ma Dame in due parole, poiché era veramente Nostra Signora del Teatro....
Ecco Sarah Bernhardt, personaggio favoloso, leggendario, attrice incomparabile, assolutamente geniale...
Compiva settantadue anni quel giorno. Viveva da cinquant'anni con un polmone solo, da trenta con un rene solo e da quindici giorni, ahimè!, con una sola gamba.
Ma era il coraggio personificato, e, d'un uomo di cinquant'anni che moriva, diceva: "Bisogna essere proprio stupidi!"
Quel giorno aveva messo per la prima volta e per l'ultima d'altronde, quella gamba articolata che si era fatta fare e che non ha voluto conservare... Era una disgrazia per lei. Diceva: "Preferisco niente!"
E quel giorno preparava un'ultima tournée in America. Grazie a Dio, quest'ultima tournée, ha potuto farla cinque volte.
E ormai la portavano di città in città... D'altronde, l'hanno sempre portata in trionfo...
La vediamo sullo schermo, seduta vicino a me su una panca da giardino. E' prodigiosa di vita e di allegria. Quel giorno mi ha detto, tra l'altro: "Dovresti crearmi un ruolo comico... Ti assicuro che saprei benissimo far ridere, ed è risaputo che sono tragica quando voglio".
(...)
Sì, ecco colei che ha fatto dieci volte il giro del mondo...
E' andata persino dai Pellirosse. Ha recitato di fronte a loro all'aperto. E ogni volta che la trovavano particolarmente stupenda, sparavano per aria, in segno di contentezza. Mi ha confidato che era insopportabile... E sono d'accordo con lei.
Ha avuto talmente tante persone ai suoi piedi ed ha vissuto tante di quelle avventure favolose! Ha ricevuto tanti omaggi che nulla avrebbe potuto ormai sorprenderla.
E un giorno, mentre partiva in vacanza per Belle-Ile, incontrò sulla banchina della stazione il Prefetto che andava per i fatti suoi in campagna e gli disse: "Oh, grazie per essersi disturbato!"
Sacha Guitry, Estratto dal commento sonoro del film Ceux de chez nous.


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